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Lunedì 18 OTTOBRE 2010
Umbria: appalti truccati e favoritismi. Si dimette l’assessore Riommi

Non è indagato, ma l’assessore alla Sanità dell’Umbria ha deciso di presentare le dimissioni perché, spiega una nota della Giunta, “la campagna di stampa a cui è sottoposto da alcuni giorni tende a delegittimare la sua azione di assessore alla Sanità in un momento particolarmente  importante per le decisioni in corso sulla politica sanitaria”. Le indagini sulla sanità umbra, partite dalla Asl3 di Foligno hanno portato alla luce un giro di scambi di favori inerenti ad incarichi, assunzioni ed appalti per la fornitura di presidi sanitari.

L’assessore regionale alla sanità, Vincenzo Riommi, ha rappresentato alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, la volontà di rimettere il suo incarico a seguito delle intercettazioni che lo vedono coinvolto nelle indagini sulle truffe della sanità umbra. Riommi, in realtà, non è indagato, ma avrebbe deciso di dimettersi perché, spiega una nota della Giunta, per "mettere a riparo l'azione del governo regionale" in un momento "particolarmente  importante per le  decisioni in corso sulla politica sanitaria". Le notizie di stampa, afferma infatti la nota, "tendono a delegittimare" l'azione di Riommi in qualità di assessore. La nota spiega comunque che la presidente Marini ha invitato l’assessore a “valutare attentamente tale decisione, riconoscendogli ancora una volta  quella correttezza politica, attenzione e rispetto per le istituzioni e per i cittadini, cosa non comune in questi tempi difficili dell’impegno politico ed istituzionale nel nostro Paese”.

Le dimissioni di Rommi arrivano in piena bufera sanità. Le indagini da tempo avviate sull'Asl 3 di Foligno hanno portato alla luce favoritismi e truffe che, secondo le indiscrezioni, sono destinate allargarsi anche ad altre aziende. Al momento, tra gli indagati, compaiono il direttore generale della Asl 3, Gigliola Rosignoli, il dirigente Sandra Santoni, il consigliere regionale Luca Barberini, il sindaco di Foligno, Nando Mismetti e Alessandro D’Ingecco, presidente di Afam, Azienda municipalizzata che gestisce farmacie.
Un bufera non solo sanitaria, ma anche politica, che si riflette inevitabilmente sul Consiglio regionale umbro. Per il capogruppo regionale del Pdl, Raffaele Nevi, “leggendo i giornali e gli stralci dei verbali della Procura emerge chiaramente quel 'sistema' ben strutturato per il controllo di tutto ciò che si muove nella sanità e nella pubblica amministrazione, che a livello politico denunciamo da anni, che coinvolgerebbe direttamente non qualche persona nella città di Foligno, ma il vertice politico amministrativo della nostra Regione”. "Indipendentemente dall'esito dell'inchiesta - si legge in una nota dei consiglieri dell'Opposizione pubblicata sul sito del Consiglio regionale - , il coperchio della pentola del voto di scambio, dell'assistenzialismo più bieco, del clientelismo più deteriore sta saltando”. Ma il capogruppo dei Socialisti, Massimo Buconi, respinge “con fermezza qualunque tipo di strumentalizzazione teso a voler accreditare la tesi proposta dal centrodestra che dipinge il sistema politico-istituzionale umbro come negativo e corrotto, disconoscendone i positivi risultati e l’oggettiva qualità, frutto dell’azione di buon governo di questi anni”.
Per Oliviero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, le dimissioni di Rommi sono “apprezzabili e opportune, in quanto tese a salvaguardare l’azione del governo regionale che, ripetiamo, deve dichiararsi parte lesa in questa vicenda. Rimane intatto il nostro fastidio e il nostro disappunto per quanto sta emergendo dall’inchiesta del Pm Sottani – conclude Dottorini - e continuiamo a chiedere massimo rigore, trasparenza e fermezza nell’affrontare una situazione che si fa di giorno in giorno più inquietante”.
 

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