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Mercoledì 10 LUGLIO 2013
Napoli. Arrestate 4 persone per traffico illegale di eritropoietina. La vendevano ai Testimoni di Geova

Indagate 20 persone, tra cui tre medici, vari dipendenti di strutture sanitarie e i destinatari dei farmaci. I medicinali a base di eritropoietina erano destinati a queste persone che, affette da anemia o carenza di emoglobina , rifiutano le trasfusioni di sangue. Truffa al Ssn per circa 30mila euro.

I Carabinieri del Nas di Napoli hanno dato esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal GIP del Tribunale partenopeo, a carico di altrettante persone responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di farmaci. Le indagini hanno consentito di accertare che gli arrestati (un infermiere dipendente dell'Irccs "Fondazione G. Pascale" del capoluogo campano, due operai ed un imprenditore) e gli indagati ricettavano farmaci ad alto costo a base di “eritropoietina” (un ormone, utilizzato anche come dopante, che stimola la produzione di globuli rossi), provento di furti perpetrati in danno di strutture sanitarie pubbliche. I medicinali sarebbero stati destinati, a quanto apprende l'Adnkronos Salute, a pazienti appartenenti al movimento religioso dei Testimoni di Geova. Questi farmaci, il cui costo per le casse pubbliche può arrivare anche a 2000 euro a fiala, venivano rivenduti a cifre irrisorie: 40-70 euro a fiala. Pochi euro dunque, ma un danno pesante per il Servizio sanitario nazionale, calcolato nel periodo tra settembre 2010 e gennaio 2011, in circa 30mila euro.

I medicinali venivano quindi distribuiti nelle provincie di Napoli, Caserta e Salerno (e, in misura minore, anche in altre regioni) a questi soggetti che, affetti da anemia o carenza di emoglobina in conseguenza di interventi chirurgici, non vogliono far ricorso a trasfusioni di sangue ed ai quali non possono essere prescritti i farmaci in quanto non ne sussistono le condizioni.
I prodotti farmaceutici sottratti al Ssn venivano forniti ai “pazienti” direttamente dagli arrestati senza alcuna diagnosi né piano terapeutico, tanto che la posologia e le modalità di assunzione venivano dettate dall’infermiere tratto in arresto ovvero da medici compiacenti. 

L’indagine vede indagate altre 20 persone, tra cui tre medici e vari dipendenti di strutture sanitarie pubbliche e private, nonché destinatari dei farmaci e loro famigliari. 

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