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Giovedì 22 AGOSTO 2013
Sardegna. Allarme Lingua blu: già arrivate quasi 300 segnalazioni

Preoccupa particolarmente la zona di Oristano, che torna a vivere l'incubo di undici anni fa. Scende in campo la Regione che ha stanziato 10 milioni. De Francisci: "Attivata unità di crisi con personale altamente specializzato". Coldiretti: "Non bastano i vaccini, servono anche presidi antinsetto".

In Sardegna l’allarme Lingua blu sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Un insetto minuscolo, il culicoides imicola, sta mietendo numerose vittime tra gli ovini della regione, tramite una puntura che provoca febbre catarrale. Dal 12 luglio, giorno in cui è stato segnalato a Tortoli il primo caso estivo, sono state registrate circa 300 segnalazioni, di cui 60 accertate.

La zona più colpita è quella delle campagne di Oristano che è tornata a vivere l’incubo a distanza di undici anni. Sono infatti circa 180 le aziende colpite dal morbo, mentre 28 sono gli ovini deceduti a causa del virus. I primi casi, secondo la Asl di Oristano, si sono verificati nelle campagne di Sedilo e di Samugheo e poi si sono diffusi in quasi tutti i comuni dei distretti sanitari di Oristano e di Ghilarza.

Importanti rassicurazioni arrivano però dall’assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci, che ha spiegato il piano di intervento. “Ci stiamo muovendo su più fronti. Abbiamo creato un’unità di crisi con figure altamente specializzate, che è inserita in un tavolo nazionale. Abbiamo chiesto a tutti i direttori generali delle Asl di organizzare turni anche durante questo periodo estivo per evitare di allentare la tensione su un problema così cruciale”. E risponde anche alle accuse di chi sostiene che i vaccini stanno arrivando in ritardo. “Noi abbiamo fatto le richieste per tempo, ma trovandoci di fronte a una richiesta enorme è chiaro che erano necessari i tempi tecnici per la produzione. Ma i vaccini stanno arrivando e i veterinari li stanno somministrando. Noi non abbandoneremo gli allevatori, ma loro devono seguire le indicazioni dell’unità di crisi”.

Per affrontare la crisi nei giorni scorsi la giunta aveva approvato un disegno di legge che prevede l’impegno di ulteriori dieci milioni di euro, oltre ai due già a disposizione delle aziende. Interventi che però non sembrano soddisfare pienamente Coldiretti. "La lotta alla diffusione del virus - ha spiegato il presidente regionale Battista Cualbu - oltre che attraverso la vaccinazione dei capi, deve essere condotta anche limitando la presenza dell'insetto vettore, il culicoide, attraverso l'impiego di specifici presidi antiinsetto. La situazione che si vive in questi giorni negli allevamenti è molto simile a quella di 10 anni fa quando la blue tongue fece la prima comparsa: oggi però alla preoccupazione per la diffusione del virus si affianca la consapevolezza per i danni che può causare. La massiccia diffusione del virus in diverse zone, associata alla presenza dell'insetto vettore anche ad altitudini superiori ai 500 metri, lascia trasparire una situazione potenzialmente devastante rispetto alla quale è necessario pensare a tutte le azioni possibili. Abbiamo detto subito che le premesse lasciavano presagire la possibilità che la blue tongue si diffondesse in maniera pericolosa". 
 

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