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Giovedì 12 SETTEMBRE 2013
L’Anep contro lo stralcio dell’educatore professionale dai bandi per equivalenza

“È ora di fare ordine sui titoli”. Lo scrive la presidente Venturini che critica la scelta del Ministero e Regioni di stralciare (per ora) la posizione degli Educatori Professionali dai prossimi Bandi per l’Area riabilitativa, per il riconoscimento dell’Equivalenza dei titoli.

No allo stralcio degli educatori professionali dai bandi per l’equivalenza dei titoli per la riabilitazione. Questa la posizione del Presidente Nazionale dell'Associazione nazionale educatrori professionali (Anep) Maria Rita Venturini per cui “La motivazione addotta è quella di voler effettuare una ricognizione di titoli per una modifica ed integrazione del decreto 27 luglio 2000 - decreto ricognitivo di Equipollenza dei titoli di Educatore Professionale che a suo tempo non aveva tenuto in considerazione dei titoli che avevano già permesso l'esercizio dell'attività professionale”.
 
 
“L'Anep, - prosegue la nota - pur ritenendo necessaria ed indispensabile tale integrazione, è totalmente contraria all’ipotesi dello stralcio della figura dell’Educatore Professionale dai bandi per l’Equivalenza ed ha scritto a Ministeri, Regioni e Province autonome competenti per scongiurare tale ipotesi”.
 
 
Per questo “chiede l’immediata applicazione dei commi 1 e 2 dell’articolo 4 della legge 42 /99: siamo in forte ritardo e non possiamo permetterci di procrastinare ulteriormente il far chiarezza sui titoli
precedentemente acquisiti”.
 
“Chiudiamo in fretta con il passato – sottolinea Venturini - e mettiamo mano al presente perché molti nodi sulla figura dell’Educatore Professionale sono da sciogliere e in questo caso facciamo appello al Ministero della Salute, Regioni e MIUR ma anche a Ministero del Lavoro e Politiche Sociali e Ministero della Giustizia tutti parimenti responsabili. Uno dei nodi da sciogliere sarà proprio quello relativo alla formazione dell'Educatore Professionale che riguarda il passato nei passaggi dell'equipollenza e dell'equivalenza ma che è tutt'ora presente nel doppio binario formativo universitario. È assurdo e anacronistico (nonché in contraddizione con le norme europee sulla libera circolazione delle professioni) che, per gli educatori, continuino ad esistere percorsi universitari paralleli ma separati di medicina e di scienze dell'educazione”.
 
“Le università – conclude - possono e devono collaborare: lo dice il decreto 520/98 e ci sono le possibilità per farlo (prima l'interfacoltà, ora l'interclasse), lo richiede la nostra figura professionale per le competenze che deve acquisire, lo richiedono i servizi dove l' Educatore Professionale opera.
Servizi nei quali non è possibile si permetta ancora l'accesso alla funzione educativa di personale con le formazioni più disparate che , vista la mancanza di una normazione generale, possono comprendere, lauree non specifiche o brevi corsi fatti da qualsivoglia agenzia formativa. L'Anep ha tra i sui scopi statutari la promozione e la tutela dell'Educatore Professionale e, come ha sempre fatto, continua a chiedere con forza di fare ordine sulla figura in tutti gli ambiti presso i quali essa si rende necessaria informando al contempo i colleghi e cittadinanza che usufruisce delle prestazioni dell'educatore, sui percorsi che Ministeri competenti e Regioni stanno facendo e faranno in merito”.

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