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Mercoledì 18 SETTEMBRE 2013
Bimba morta a Tor Vergata. Troise (Anaao): “No al giustizialismo da televisione"

Il segretario del Sindacato critica il ‘battage’ mediatico sul caso della bambina morta nel nosocomio romano. “La sospensione dal servizio del medico coinvolto nella procedura che ha portato alla morte una bambina a scopo cautelare, per evitare cioè la reiterazione del reato, soddisfa la sete giustizialista, ma non quella della verità”.

“Il corto circuito tra indagato, imputato e condannato nei confronti dei medici coinvolti nei casi di vera o presunta malasanità è una attrazione irresistibile per giornali e giornalisti. Ed anche un direttore generale di lungo corso come quello del Policlinico Tor Vergata non è riuscito a sottrarsi al colpo di teatro dell’annuncio in diretta TV della punizione del reo”. Parole di Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao-Assomed che critica il processo mediatico scatenatosi intorno al caso.
 
“La sospensione – prosegue Troise - dal servizio del medico coinvolto nella procedura che ha portato alla morte una bambina a scopo cautelare, per evitare cioè la reiterazione del reato, soddisfa la sete giustizialista, ma non quella della verità”.
 
“La caccia al medico – specifica - si alimenta del rifiuto di accettare  che in medicina non esistono procedure di routine a rischio zero e di ammettere che non tutti gli eventi avversi sono riconducibili alla categoria dell’errore. E così tutti pensano di salvarsi la coscienza attraverso processi mediatici condotti prima e al di fuori dei luoghi deputati. E la presunzione di innocenza che si invoca per tutti i politici, si sa, non vale per i medici”.
 
“L’Anaao Assomed – conclude - è vicina all’immenso dolore di chi è colpito così duramente, senza dimenticare  quanti, tutti i giorni e tutte le notti dell’anno, sono impegnati in un lavoro sempre più gravoso e rischioso  per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, siano di routine o no”.

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