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22 SETTEMBRE 2013
Giornata Alzheimer. Lorenzin: “Welfare più attento all'invecchiamento. Nei Lea più trattamenti residenziali”

Lo ha detto ieri il ministro della Salute intervenendo a Cesena. “Il malato di Alzheimer non va considerato unicamente come una persona affetta da demenza, ma come una persona che affronta una fase diversa e complicata della sua vita, non va lasciato solo il malato, né le famiglie”.

"La trasformazione demografica ci pone una questione che dobbiamo affrontare con grande serietà e ci impegna a prendere decisioni in tempi rapidi. Abbiamo il dovere di pianificare un sistema di welfare che sappia evolversi, che tenga conto dell'invecchiamento della popolazione, del crollo demografico, dobbiamo farlo affinché i nostri figli abbiano l'assistenza sanitaria di cui godono oggi i loro nonni.  La longevità della popolazione, resa possibile grazie al benessere e alle scienza,ci pone di fronte alle esigenze di cura per nuove malattie e ai costi sempre crescenti in prospettiva”, così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ieri ha incontrato a Cesena l'associazione "Amici di Casa Insieme" in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer.
 
“Diventa imprescindibile puntare sulla prevenzione: rimanere sani il più a lungo possibile. Si deve cominciare fin da giovani – ha proseguito - ma non è mai troppo tardi. Anche per gli anziani una corretta alimentazione, un movimento fisico specifico secondo le possibilità di ciascuno, è fonte di una migliore qualità della vita, vuol dire mantenersi in salute. Il malato di Alzheimer non va considerato unicamente come una persona affetta da demenza, ma come una persona che affronta una fase diversa e complicata della sua vita, non va lasciato solo il malato, né le famiglie”.
 
“Negli ultimi anni – ha aggiunto Lorenzin - è emersa l'opportunità di adottare un approccio integrato alla demenza di Alzheimer che prevede l'inserimento del paziente in un percorso clinico-assistenziale che definisce l'intervento più appropriato secondo la fase della malattia. Il percorso prevede una rete costituita da servizi specialistici ambulatoriali, centri diurni, servizi di assistenza domiciliare, Rsa, lungodegenze, ospedali. L'adozione di questo approccio è il più indicato perché permette un rallentamento della progressione della malattia e un miglioramento della qualità di vita per il malato e per i suoi familiari”.
 
“E' attualmente in corso un processo di riorganizzazione della rete dei servizi socio-sanitari dedicati alla demenza e nella proposta di aggiornamento dei Lea- ha concluso il ministro - cercheremo di ridefinire i trattamenti residenziali con prestazioni professionali di tipo medico, infermieristico e riabilitativo e quelli semiresidenziali  di carattere riabilitativo. Il Patto della salute è un occasione irripetibile per definire strategie nuove e sostenibili nel tempo".

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