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Lunedì 23 SETTEMBRE 2013
I pediatri contro "SOS Tata": “Limitiamo le esposizioni dei minori nei reality show”.

Sotto accusa il famoso programma in onda su LA 7. Con una lettera aperta al Garante per la protezione infanzia e adolescenza, Vincenzo Spadafora, l’Associazione culturale Pediatri, genitori e altre associazioni chiedono regole severe per tutelare i bambini. La lettera inviata all'Authority.

È finita nel mirino di pediatri, genitori e associazioni la trasmissione Sos Tata in onda su La7. I metodi per “educare i bambini piccoli a dormire”, presentati nel programma televisivo, che si basano sull’estinzione graduale del pianto, non sono piaciuti. Per questo in una lettera inviata a Vincenzo Spadafora, Garante per la protezione infanzia e adolescenza, chiedono di intervenire e dettare regole più severe per l'esposizione di bimbi molto piccoli nei reality show.
 
Sul banco degli imputati, alcune scene mandate in onda il14 settembre scorso dove un bimbo di 12 mesi veniva lasciato ripetutamente piangere nel suo lettino, chiuso in camera, perché si addormentasse da solo senza la presenza della mamma.
“Esprimiamo ancora una volta il nostro dissenso per i metodi per educare i bambini piccoli a dormire che si basano sull’estinzione graduale del pianto” scrivono l'Associazione Culturale Pediatri insieme a Gruppo Allattando a Faenza, IBFAN Italia, Il Melograno Centri Informazione Maternità e Nascita, Movimento Allattamento Materno Italiano e  Un Pediatra Per Amico.
 
“Sappiamo ormai dalla ricerca scientifica, se non bastasse il buon senso – hanno spiegato – che la fisiologia dell’essere umano prevede che riceva delle cure di tipo prossimale da parte della madre e degli adulti che se ne prendono cura, e che la pretesa che un bambino piccolo si addormenti da solo e dorma per tutta la notte senza richiedere la presenza e il contatto dell’adulto, oltre ad essere anti-fisiologica ed irrealistica, può provocare confusione nei genitori e grande stress nei bambini. Questi metodi possono minare fin dalla primissima infanzia la fiducia negli adulti e quindi in se stessi e interferire con lo stabilirsi di una sana relazione genitori-figli, oltre ad interferire (se il bambino è piccolo) con l’allattamento al seno”.
 
Per genitori e associazioni è “pericoloso e fuorviante promuovere in TV il ricorso a questi sistemi, senza che ai genitori vengano date informazioni complete e coerenti, affinché possano compiere decisioni informate”.
Chiedono quindi che le redazioni televisive si facciano carico di questa responsabilità. Non solo, pensano che “puntare la telecamera su di un  bambino piccolo, solo, stravolto, terrorizzato, e trasmetterlo indiscriminatamente a milioni di telespettatori, sia una violazione della dignità e dei diritti del bambino”.
 
Per questo chiedono al garante di “prendere posizione contro i metodi di estinzione graduale del pianto e la loro promozione verso i genitori, e ponendo regole più severe per l'esposizione di bimbi molto piccoli nei reality show, in modo che mai più vengano trasmesse scene in cui questi ultimi sono sottoposti a situazioni stressanti e angoscianti, od umilianti, pur col consenso dei loro genitori”.

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