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Mercoledì 25 SETTEMBRE 2013
Obesità e chirurgia mini-invasiva. Effettuato intervento innovativo all’Aou Federico II di Napoli

L’operazione è stata condotta esclusivamente per via combinata endoscopica-laparoscopica su un paziente con calcolosi associata della via biliare principale e della colecisti, complicata da una grave infezione. Si tratta di uno dei pochi casi al mondo trattato in maniera completamente mini-invasiva.

È stato condotto esclusivamente per via combinata endoscopica-laparoscopica, l’intervento eseguito su un paziente con calcolosi associata della via biliare principale e della colecisti, complicata da una grave infezione. Il paziente era già stato sottoposto, alcuni anni prima, ad un intervento di by-pass gastrico per obesità patologica. L’intervento è stato realizzato presso il Dipartimento ad Attività Integrata (DAI) di Gastroenterologia, Endocrinologia e Chirurgia Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, nel Centro di riferimento regionale per la terapia chirurgica dell’obesità, entrambi diretti da Pietro Forestieri.

Si tratta di uno dei pochi casi al mondo trattato in maniera completamente mini-invasiva, per la complessità tecnica della procedura, la necessità di disporre di sofisticate attrezzature laparoscopiche, endoscopiche, radiologiche e di coordinare team multidisciplinari con chirurghi, endoscopisti, anestesisti e radiologi, in modo da lavorare in perfetta sintonia. L’intervento è stato realizzato da due equipe, una coordinata da Giovanni De Palma, professore associato di Chirurgia Generale e direttore del Centro di Eccellenza per l’innovazione tecnologica in Chirurgia dell’Università Federiciana, l’altra da Luigi Angrisani, direttore della UOC di Chirurgia Generale, Laparoscopica e d'Urgenza dell’Ospedale “S. Giovanni Bosco” di Napoli.

“Nei pazienti sottoposti ad intervento di by-pass gastrico, la parte distale dello stomaco risulta esclusa dal transito intestinale – ha sottolineato De Palma- in caso di calcolosi del coledoco, quindi, lo sbocco della via biliare e del dotto pancreatico in duodeno è particolarmente difficoltoso, se non impossibile, da raggiungere per via endoscopica”.

In questi casi, quindi, è necessario un intervento di coledocotomia che si realizza incidendo, per via chirurgica, la via biliare principale, estraendo i calcoli e posizionando nella stessa via biliare un drenaggio che fuoriesce dalla parete addominale, per un periodo di circa tre settimane.
“Nell’intervento che è stato realizzato si è proceduto, per via laparoscopica, all’apertura dello stomaco escluso ed all’inserimento in essa di un trocar attraverso il quale è stato introdotto un endoscopio che ha raggiunto l’area vateriana, vale a dire la sede dello sbocco della via biliare e del dotto pancreatico in duodeno, consentendo l’esecuzione di una sfinterotomia endoscopica e l’estrazione dei calcoli del coledoco. L’intervento si è concluso con la chiusura della gastrotomia e con l’asportazione della colecisti per via laparoscopica. Il paziente è stato dimesso dopo una breve degenza ed è in buone condizione cliniche”, ha precisato De Palma.
Un intervento innovativo che consente al paziente una rapida ripresa ed una riduzione del rischio di complicanze e che richiede competenze altamente specializzate e moderne tecnologie.
 
“L’attenzione alle nuove tecnologie, la capacità di professionisti specializzati di integrare le competenze, con l’obiettivo di porre al centro dell’offerta assistenziale il paziente, il rapporto inscindibile tra didattica, ricerca ed assistenza, rendono l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II una realtà all’avanguardia nel panorama regionale e nazionale”, ha sottolineato Giovanni Persico, direttore generale dell’Azienda.

L’intervento ha rappresentato, inoltre, un’attività di insegnamento nell’ambito del Master universitario di II livello in Chirurgia bariatrica e metabolica dell’Ateneo federiciano, l’unico esistente in Italia.
 

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