quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Sabato 28 SETTEMBRE 2013
Il Governo in bilico. Letta torna alle Camere

Il Cdm di ieri notte non è servito. Letta: “Un'efficace azione di governo è evidentemente incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare che dovrebbe sostenere quello stesso esecutivo”. Alfano: “Non vogliamo chiarimenti che servono per tirare a campare. Occorre mettere la giustizia dentro il chiarimento”. Delrio: “Letta chiederà fiducia in Parlamento”.

Dopo aver incontrato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano nel tardo pomeriggio di ieri, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha affrontato i “suoi” ministri in un Cdm concluso a tarda notte e che si è rivelato burrascoso. Una volta tanto non sono i retroscena a rilevarlo ma la stessa nota ufficiale di Palazzo Chigi dove si riporta il seguente virgolettato del premier: “Non ho alcuna intenzione di vivacchiare o di prestare il fianco a continue minacce e aut-aut. Quanto accaduto mercoledì scorso (ndr. il riferimento è alla decisioni delle dimissioni di massa dei parlamentari PDL)  proprio mentre rappresentavo l'Italia all'assemblea generale delle Nazioni Unite - contestualità non casuale - è inaccettabile”.
 
“Dinanzi a noi – prosegue ancora il premier - c'è la necessità di un confronto il più duro e netto possibile. Non sono disponibile ad andare oltre senza questo passaggio di chiarezza. Un'efficace azione di governo è evidentemente incompatibile con le dimissioni in blocco dei membri di un gruppo parlamentare che dovrebbe sostenere quello stesso esecutivo. O si rilancia, e si pongono al primo posto il Paese e gli interessi dei cittadini, o si chiude questa esperienza”.
 
E la nota stampa di Palazzo Chigi conclude: “In attesa del chiarimento si è reputato dunque inevitabile il blocco di ogni decisione governativa su temi, anche rilevanti, di natura fiscale ed economica. La sospensione è dovuta in particolare all'impossibilità di impegnare il bilancio su operazioni che valgono miliardi di euro senza la garanzia di una continuità nell'azione di governo e Parlamento”.
 
Insomma un nulla di fatto che rimanda la palla al passaggio parlamentare che avverrà però al “buio”, senza quell’auspicato chiarimento nel Governo che l’avrebbe senz’altro reso meno drammatico.
 
La conferma che Letta andrà alle Camere per chiedere una nuova fiducia viene dal ministro degli Affari regionali Graziano Delrio: “Il presidente Letta chiederà la fiducia alle Camere su un discorso programmatico”, ha detto al termine del Consiglio dei ministri.
 
Mentre a scandire la presa d’atto della distanza abissale tra i due maggiori partiti di maggioranza è lo stesso vice premier e segretario del PDL Angelino Alfano che ha sottolineato come: “Il governo l'ha voluto il PDL e il PDL non si fa scaricare le responsabilità di un'eventuale crisi”, aggiungendo poi che: “Non vogliamo chiarimenti che servono per tirare a campare. Il governo va avanti se centra gli obiettivi. Occorre mettere la giustizia dentro il chiarimento. Senza questo sarebbe ipocrita”.
 
Tutto rimandato alla settimana prossima, dunque, compresa la "manovrina" per evitare l'aumento dell'IVA al 22% che a questo punto, salvo sorprese, scatterà comunque il 1 ottobre. Proprio in coincidenza col probabile discorso di Letta in Parlamento per verificare se esiste ancora una maggioranza che lo possa sostenere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA