quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 03 OTTOBRE 2013
Gli esiti delle cure ospedaliere. Ecco perché Repubblica sbaglia

Le perplessità del direttore amministrativo dell'Azienda ospedaliera universitaria G. Martino di Messina sul report del quotidiano romano in riferimento ai nuovi risultati dei Programma nazionale esiti dell'Agenas. "Ci stupisce che in una graduatoria, dall’indubbio effetto mediatico, si possano confrontare attività svolte solo da alcuni"

L’articolo pubblicato da Repubblica giovedì 3 ottobre 2013 in merito ai nuovi risultati del Programma nazionale esiti dell’Agenas, ci ha lasciato molto perplessi. In particolare sono rimasto stupito dall’incoerenza che emerge nel pezzo di Bocci e Tonacci rispetto quanto scritto nel loro libro “La mangiatoia” recentemente pubblicato da Mondatori.
 
Per dare conto dello stupore è utile citare quanto sostenuto nella “La mangiatoia”:
questo sistema è fatto apposta per arricchire le strutture della Lombardia e delle altre regioni settentrionali. Che ci sono cliniche private convenzionate che aprono gli ambulatori –esca al sud per portarsi i “clienti” – che poi dovrebbero essere solo pazienti – al nord. Come il policlinico di Monza, che ha una succursale a Bovalino, nel cuore della Calabria. Il movimento dei malati da una regione vale qualcosa come 3,8 miliardi di euro. Solo di spese sanitarie.”
 
E ancora nelle stesse pagine si sostiene: “ti rubano la salute quanto ti rompi una gamba in venetoe devi incrociare le dita sperando di rivolgerti al pronto soccorso giusto: ce ne sono alcuni che ti operano entro le 48 ore previste dalla procedura medica corretta, e altri dove per entrare in sala operatoria ti fanno aspettare una settimana”.
 
Apparirà strano agli autori dell’articolo su Repubblica ma l’attuale direzione strategica dell’azienda ospedaliera universitaria G. Martino di Messina coerentemente, con le indicazioni della programmazione regionale, realizzata con il contributo dell’Agenas, e casualmente in “linea” con la forte denuncia di Bocci e Tonacci, da tempo è impegnata a realizzare mutamenti nell’organizzazione del lavoro in grado di ribaltare l’assunto che la buona sanità esista solo al nord.
 
Ed è proprio sul terreno delle richiamate denunce del libro “La mangiatoia” che abbiamo ottenuto i maggiori successi. Andiamo con ordine. Nell’articolo di Repubblica vengono richiamati alcuni indicatori sui quindici scelti per dare vita all’inchiesta ed alla imponderabile graduatoria ( a tal proposito è opportuno ricordare che la valutazione degli esiti è uno strumento fondamentale per attivare percorsi di miglioramento e non per formulare graduatorie che puzzano un po’ di interessi particolari). Tra questi indicatori quelli citati sono, la proporzione di parti con taglio cesareo primario, la frattura del collo del femore: intervento chirurgico entro 2 giorni, la mortalità per infarto del miocardio  e la mortalità per bypass aortocoronarico. Leggi tutto l'articolo.
 
Michele Vullo
Direttore Amministrativo AOU G. Martino

© RIPRODUZIONE RISERVATA