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Venerdì 04 OTTOBRE 2013
Carcinoma polmonare metastatico. Ok dall’Europa per afatinib

L’ok della Commissione europea segue di appena qualche mese il parere positivo del Chmp dell’Ema: afatinib può essere utilizzato con indicazione per il trattamento di pazienti con tipi di tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC). L’approvazione arriva grazie ai risultati dello studio LUX-Lung 3.

Dopo il parere positivo dell’Ema di appena qualche mese fa, la Commissione Europea ha approvato l’utilizzo di afatinib in pazienti con diversi tipi di tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC). A darne annuncio è Boehringer Ingelheim, casa farmaceutica che produce il farmaco.
 
 
La molecola potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento del tumore del polmone, una delle neoplasie più aggressive che ogni anno nel nostro Paese fa registrare 38.500 nuovi casi e 34.500 decessi. Ha infatti dimostrato di offrire un beneficio superiore rispetto alla chemioterapia standard nel ritardare la progressione del tumore e nel migliorare i sintomi associati alla malattia.
La molecola è il primo inibitore della famiglia ErbB. “Grazie al suo meccanismo di azione, afatinib inibisce in maniera irreversibile EGFR e gli altri componenti della famiglia ErbB, che svolgono un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione dei tumori più pervasivi e a mortalità elevata”, ha dichiarato Sanjay Popat, oncologo al Royal Marsden NHS Foundation Trust di Londra e sperimentatore dello studio LUX-Lung 3 che ha portato all’approvazione. “I risultati degli studi clinici dimostrano l’efficacia di afatinib nel ritardare la crescita tumorale e nel migliorare i sintomi associati al carcinoma polmonare, e ciò lo rende un’importante nuova alternativa terapeutica disponibile in Europa”.
 
Questa neoplasia è una delle più diffuse, con 1,6 milioni di nuovi casi ogni anno nel mondo. È anche la più letale, con un numero di decessi maggiore rispetto al cancro del colon, del seno e della prostata insieme. Solo in Europa determina circa 270.000 decessi ogni anno. Benché l’incidenza sia superiore negli uomini, vi sono stime che indicano che, entro il 2015, potrebbe superare il carcinoma mammario come prima causa di morte per cancro nelle donne in tutto il Continente4. Il cancro polmonare non è un’unica patologia, ma comprende diversi sottotipi che possono essere caratterizzati dalla presenza nelle cellule tumorali di recettori, spesso alterati o iperespressi. EGFR (che fa parte della famiglia di recettori ErbB) è uno di questi marker molecolari. La prevalenza di tumori con mutazioni di EGFR è del 10-15% nei pazienti caucasici e del 40% nei pazienti asiatici NSCLC. Nell’ambito degli studi clinici su pazienti affetti da questo tipo di tumore polmonare, afatinib ha dimostrato di ritardare in maniera significativa la progressione della malattia, oltre a migliorare i sintomi ad essa associati (es. dispnea, tosse e dolore toracico) e la qualità di vita dei pazienti. 
 
È, pertanto, di fondamentale importanza eseguire precocemente il test per la valutazione dello stato mutazionale di EGFR e avviare il giusto percorso terapeutico, in modo che i pazienti, fin dall’inizio, abbiano la possibilità di ricevere la terapia più appropriata. “Siamo soddisfatti della decisione della Commissione Europea”, ha commentato il Professor Klaus Dugi, Corporate Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim. L’approvazione di afatinib nell’Unione Europea, che fa seguito alle recenti approvazioni di questo farmaco negli Stati Uniti, Taiwan e Messico. 

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