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Martedì 08 OTTOBRE 2013
Stamina. Parla l'azienda che lo supporta. Merizzi (Medestea): “Il business c'è, ma il metodo funziona”

Il presidente dell'azienda che sta supportando la Fondazione Stamina, racconta in un'intervista ad Aboutpharma i progetti 'espansionistici' che aprirebbero le porte di un 'mercato' da 20 mln di pazienti in Cina, ma anche l'intento di curare gratuitamente chi non può pagare. "Vogliamo liberare il paziente da macchine e farmaci costosi".

La storia di Medestea inizia negli anni '90 nel settore della cosmetologia e della nutrizione. Poi, nel 1999, il procuratore di Torino, Raffaele Guariniello "ci ha portato in tribunale perché il nostro prodotto leader, Cellulase, accettato da 27 ministeri della Salute, inclusi quelli di Usa e Giappone, sarebbe stato nocivo e pericoloso, con sospetti di effetti collaterali tremendi”. Ma la ripartenza post-Cellulase è su nuove basi: “Ci siamo spostati decisamente sulla ricerca in ambito salute e non più solo cosmesi o bellezza. Concentrandoci su vaccino per Hiv e staminali”. Così Gianfranco Merizzi, presidente di Medestea, l'azienda che sta supportando la Fondazione Stamina ha raccontato in un'intervista rilasciata aWalter Gatti e pubblicata su Aboutpharma, come il rilancio dell'azienda in un nuovo settore abbia portato nel 2009 all'incontro e all'inizio della collaborazione con Davide Vannoni sul quel metodo tanto discusso.

“L’incontro con Vannoni ci convince della bontà della ricerca sulle staminali - ha raccontato Merizzi - e con lui decidiamo di investire e di siglare un accordo sui diritti per lo sviluppo della metodica all’estero. Il contratto l’abbiamo sottoscritto a settembre del 2012 e l’abbiamo reso ampiamente pubblico: c’è anche su Facebook”.
Da qui iniziano anche le 'accuse' di chi vede un buisness dietro il polverone mediatico alzatosi su questa vicenda. "Ovvio che ci siano interessi economici - ha spiegato il presidente di Medestea - ma soffermiamoci su una cosa: ci sono patologie che oggi costano tra percorso farmacologico e assistenza circa 250 mila euro l’anno allo Stato. Con gli stessi soldi noi trattiamo completamente 30-35 pazienti. Facendo vivere meglio pazienti e famiglie, permettendo a bambini e adulti di muoversi, camminare, guarire”.
Il messaggio sembra chiaro: un guadagno cospicuo per l'azienda ma anche un notevole risparmio di costi per lo Stato. L'azienda torinese ad oggi ha impegnato circa 2 milioni di euro per lo sviluppo del metodo stamina, “ma prevediamo di investire negli anni fino a circa 15 milioni di euro sapendo che la nostra cura potrà entrare sul mercato ad una cifra che oscilla tra 5 e 7 mila euro”. Risultato atteso? “È molto elevato, se si pensa che la terapia può arrivare a milioni di persone: il nostro più probabile partner cinese ci ha mostrato dati che indicano che solo nel suo paese i malati di paresi cerebrale infantile sono circa 7,5 milioni”, ha sottolineato.
Traducendo in ipotesi previsionali: Medestea potrebbe entrare in un mercato di circa 20 milioni di pazienti, un affare da parecchi miliardi di euro. “Abbiamo un accordo con Fondazione Stamina per esportare il metodo in tutto il mondo e stiamo trattando con l’estremo Oriente, se la cosa va a buon fine poi dovremo creare strutture per dare il servizio e fare training al personale locale, visto che certe cose non si inventano su due piedi - ha proseguito Merizzi - Questo è il nostro progetto e ci basta: non possiamo giocare su mille tavoli. Vogliamo sperare che il metodo sia riconosciuto e inserito nei piani sanitari nazionali, usufruendo dei rimborsi e dei sistemi assicurativi e comunque - ha precisato - trattando gratuitamente i pazienti che non possono pagare, grazie al coinvolgimento di fondazioni, donazioni, mutue, assicurazioni, organizzazioni. Il punto cruciale è liberare il paziente dalla dipendenza da macchine e farmaci costosi, visto che il nostro costo di cellule è bassissimo”.

“Il 30% delle cellule - ha assicurato il presidente Medestea - sarà offerto gratis a chi non avrà alcun tipo di copertura, di rimborso o assicurativa”. E se tutto finisse in una bolla di sapone? “Non siamo degli sprovveduti - ha concluso - oggi Medestea è una realtà con un patrimonio di 30 milioni, con trattative in corso per cedere diritti di distribuzione. Siamo piccoli, con tanta ricerca e prodotti non ancora in vendita, ma ci stiamo preparando per il futuro”. 

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