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Martedì 22 OTTOBRE 2013
Nuove tecnologie. Intervista a Vassilios Papaspyropoulos: “Un investimento per la qualità e sostenibilità delle cure”

Per l’esperto di informatica applicata alla medicina, le nuove tecnologie, insieme a un’adeguata formazione, faciliteranno anche lo spostamento dei professionisti sanitari in Europa. Il 26 ottobre un convegno a Roma per illustrare le potenzialità delle innovazioni tecnologiche e digitali in sanità. Il programma.

Il Prof. Vassilios Papaspyropoulos, docente della “Sapienza” di Roma parteciperà all’evento “Professioni Sanitarie & ICT” che avrà luogo nella capitale il 26 ottobre. La sua relazione al convegno è incentrata sui temi delle nuove tecnologie e della formazione dei professionisti della salute per il miglioramento dell’assistenza al paziente. In questa intervista un’anticipazione del suo intervento.

Qual è l’impatto delle nuove tecnologie e della formazione sui sistemi sanitari europei?
La Comunità Europea è molto interessata alla formazione del comparto della salute e alla diffusione delle nuove tecnologie, per due motivazioni. Da un lato, esse sono viste come elementi principali per incrementare la qualità dell’assistenza sanitaria e, quando parliamo di assistenza sanitaria, la intendiamo come diagnosi, prevenzione e cura del paziente. Ciò avviene soprattutto per la crescente domanda delle richieste di prestazioni sanitarie da una parte e il forte taglio delle risorse disponibili dall’altra, che è un tema molto recente. Per cui la formazione attraverso le nuove tecnologie rappresenta una strategia di sostenibilità di tutto il personale sanitario in Europa per poter affrontare lo scenario europeo della salute.

La Comunità Europea è quindi interessata alle nuove tecnologie, come prima motivazione, per un fine di sostenibilità economica, ma citava l’esistenza di una seconda motivazione.
Sì, il valore aggiunto. Ossia, tutto il personale sanitario si può spostare nella Comunità Europea, ma deve avere un valore aggiunto per potersi muovere, che consiste nel saper usare le nuove tecnologie a livello sanitario, grazie ad una formazione adeguata. E la formazione sanitaria, quindi, si sta modificando in maniera molto importante con l’introduzione della tecnologia.

Ma ci sono anche dei limiti nella sua diffusione?
Sì, la formazione dovrebbe far parte integrante della preparazione del personale sanitario per consentire l’acquisizione di nuove competenze qualificate per lo svolgimento delle attività professionali. Ma una delle problematiche maggiori nell’utilizzo di queste nuove tecnologie è l’interferenza con delle strutture e dei sistemi metodologici consolidati di lavoro nel mondo della Sanità. Per cui difficilmente la tecnologia può modificare il modo di lavorare.

Qual è un esempio pratico dell’uso delle nuove tecnologie nei processi di formazione professionale?
L’eLearning, che definirei come una  metodologia didattica che utilizza le tecnologie e gli strumenti dell’ICT per la formazione. È una soluzione di apprendimento flessibile, personalizzabile, facilmente accessibile grazie ad internet. Il suo valore aggiunto è di creare degli ambienti integrati di formazione, utilizzando appunto, le tecnologie informatiche. E l’ambiente integrato porta con sé delle criticità.

Di che tipo?
Gli attori della formazione a distanza, o eLearning, sono differenti rispetto alla didattica tradizionale. E questo è il problema maggiore. Perché non abbiamo nel processo formativo soltanto docente e discente, ma dobbiamo aggiungere nuove professionalità, che devono essere in grado di comunicare ai discenti il sapere dei docenti. Tra loro infatti non c’è più un contatto diretto, visivo ed emozionale, ma si interpongono le tecnologie. E l’utilizzo di queste tecnologie deve essere veicolato da nuove professionalità che rendono in qualche modo efficace ed efficiente i ruoli del docente e del discente.

Quali sono queste nuove figure professionali?
Nuove figure professionali sono il personale tecnologico che, insieme al Docente deve progettare quasi completamente ogni singolo processo formativo e rappresentare il contenuto delle attività formative. Altre figure indispensabili sono il tutor, che ha il compito di fornire un’attività di supporto sia logistico, sia didattico ai discenti durante il loro percorso formativo e deve essere in grado di gestire le interazioni di tutti gli attori dell’evento formativo e il mentor, che ha il compito di guidare il discente nella propria metodologia di formazione. Perché il discente con l’eLearning si trova completamente isolato dietro ad un computer. Infatti, c’è un’altissima percentuale di fallimento dei corsi di formazione a distanza perché gli studenti non vengono seguiti dal punto di vista logistico e didattico.

Gli studenti ed i docenti apprezzano questo tipo di formazione che si basa sull’eLearning?
A fine 2012 abbiamo portato avanti un’indagine di tipo qualitativo, promossa e coordinata dall’Unità di Teledidattica “Giovanni D’Addona” della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma, che ha coinvolto un campione di ricercatori, docenti e studenti nei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e nelle professioni sanitarie. La finalità era di promuovere l’utilizzo delle nuove tecnologie di formazione in affiancamento alla didattica tradizionale.
Gli obiettivi dell’indagine sono stati: l’esplorazione degli atteggiamenti, aspettative e opinioni dei docenti sull’eLearning, sempre in affiancamento alla didattica tradizionale; l’individuazione delle aree di intervento che i docenti considerano più importanti per implementare e diffondere efficaci metodologie di eLearning; e poi, infine, è stato fatto il confronto di opinioni ed aspettative di docenti e discenti relativamente alle potenzialità delle nuove tecnologie nel percorso formativo universitario.
I risultati verranno presentati a breve, ma posso anticipare che l’indagine ha evidenziato aspettative elevate nei confronti delle metodologie eLearning, nonostante la conoscenza limitata delle effettive potenzialità di questa tecnologia di formazione. I vantaggi, secondo docenti e studenti, vanno dalla possibilità di ottimizzare i tempi di studio e di personalizzare il percorso formativo degli studenti, ma anche di favorire l’interazione tra docenti e studenti e tra gli stessi studenti in un ambiente collaborativo permanente per lo scambio della conoscenza.

Quindi, anche i docenti talvolta ne sanno poco di nuove tecnologie.
Si evidenzia in qualche modo la necessità di formare i docenti sull’uso razionale di questi modelli didattici di eLearning per garantire l’uniformità dei percorsi formativi. Un docente può essere bravissimo, il migliore professionista nella formazione tradizionale, e non essere bravo nella formazione a distanza. Tant’è vero che presso la facoltà di medicina e chirurgia della Sapienza è attivo da circa 10 anni un Master di secondo livello in Teledidatica applicata alle scienze della salute e ICT  in medicina, partito con un progetto ministeriale, riservato ai docenti rivolto ai professionisti del comparto medico-sanitario e in particolare ai Docenti e ai formatori.

Quali sono le novità in materia di formazione ed innovazione tecnologica?
Siamo passati dal web 1.0, con la distribuzione statica delle informazioni, al web 2.0  in cui abbiamo una distribuzione dinamica ed interattiva delle informazioni e la possibilità di creare e distribuire contenuti sul web tramite applicazioni dedicate. E al web 3.0, che trasforma il web in un database, in un archivio di informazioni con un accesso facilitato ai contenuti, utilizzando delle tecnologie più avanzate come l’intelligenza artificiale, il web semantico o il web tridimensionale. Queste tecnologie stanno nascendo adesso. Oggi è consentito fare formazione con strumenti tecnologici come quelli interattivi e/o multimediali ed interattivi e la realtà virtuale. Questi strumenti favoriscono la personalizzazione dell’offerta formativa e la partecipazione attiva grazie all’evoluzione delle interfacce di comunicazione.
Per quanto riguarda la realtà virtuale oggi si usa ancora a livello progettuale e si usa in alcuni casi: simulazioni chirurgiche e a livello assistenziale di cura.  È un peccato vedere che non sono ancora così diffusi come invece lo sono gli smarthphone. Quando si parla di formazione o di sanità elettronica, purtroppo, c’è ancora timore per tanti motivi tra cui legati alla la riservatezza e la sicurezza dei dati.
 
Il convegno del 26 Ottobre "Professioni Sanitarie & ICT", al quale Lei partecipa, cosa metterà in luce dei temi sopra citati?
Il convegno si popone di affrontare le tematiche riguardanti le potenzialità dell’ICT da parte dei professionisti delle professioni sanitarie. In particolare, le potenzialità delle innovazioni tecnologiche e digitali in sanità e dei modelli di utilizzo nella realtà assistenziale perché il fine ultimo dei professionisti della salute è la migliore assistenza sanitaria dei pazienti.

A cura dell’Ufficio Stampa Tecnosan

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