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Mercoledì 23 OTTOBRE 2013
Roma. Chiusura chirurgia 2 del S. Andrea. Pd: “Va evitata”. Presentata interrogazione a Lorenzin

Una direttiva aziendale prevedrebbe a la chiusura dell’unità operativa. Ma sul caso i parlamentari del Pd chiedono un intervento urgente per scongiurare il fatto. “Il taglio previsto rischia di mandare in fumo l'esperienza di un'equipe chirurgica altamente specializzata”. Depositata un’interrogazione urgente al Ministro della Salute.

"La prossima chiusura dell'Unità operativa complessa di Chirurgia 2 dell'Ospedale Sant'Andrea di Roma, riferita nei giorni scorsi dalle agenzie di stampa, va evitata". Lo chiedono con una interrogazione urgente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, depositata a Palazzo Madama dai senatori del Pd Claudio Moscardelli, Francesco Verducci, Manuela Granaiola, Andrea Marcucci, e a Montecitorio dalla deputata dem Lorenza Bonaccorsi.
 
"L'unità operativa in questione, messa in discussione da una direttiva aziendale - spiegano i parlamentari - si occupa di chirurgia del pavimento pelvico e del colon-retto, con interventi per lo più in laparoscopia, dunque sofisticati e mini-invasivi, per tumori e patologia funzionale".
 
"Il taglio previsto- si legge nell'interrogazione - rischia di mandare in fumo l'esperienza di un'equipe chirurgica altamente specializzata, attiva dal 2009 all'ospedale Sant'Andrea. Un gruppo che, tra il 2011 e il 2012, ha eseguito 200 interventi prevalentemente in laparoscopia, una tecnica che consente una riabilitazione in tempi brevi, con meno complicanze post-operatorie, una degenza ospedaliera ridotta, dettaglio non irrilevante per le strutture sanitarie, specie in un momento di crisi economica".
 
"Per questo tipo di interventi- fanno sapere gli interroganti - è necessaria una strumentazione chirurgica sofisticata allestita con fatica nel corso degli anni". Inoltre, i parlamentari chiedono di sapere "a quali criteri è ispirata la gestione delle stesse liste d'attesa e sollecitano il ministro Lorenzin ad intervenire sulla Regione Lazio ."
 
Questa unità verrebbe chiusa e l'equipe 'smembrata'", ha spiegato all'Adnkronos Salute Paolo Triveri, specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva del Sant'Andrea.Rispetto a un intervento tradizionale, la tecnica laparoscopica consente una riabilitazione in tempi brevi, con meno complicanze post-operatorie e dunque meno problemi per i pazienti. E una degenza ospedaliera ridotta, dettaglio non irrilevante per le strutture sanitarie , specie in un momento di crisi economica.
 
"Abbiamo ottenuto risultati importanti con una sola seduta operatoria a settimana - prosegue Triveri - E la richiesta dei pazienti è stata tale che l'ospedale ha chiesto e ottenuto un'altra seduta operatoria (presso il Fatebenefratelli) per abbattere le liste d'attesa. Oltretutto, per questo tipo di interventi la strumentazione chirurgica è difficile da ottenere e abbiamo faticato non poco per procurarla". "Dal momento che si tratta di un approccio mini-invasivo, la richiesta da parte dei pazienti negli anni è cresciuta, e ora la lista d'attesa per patologia funzionale del colon-retto, come ad esempio il prolasso, supera l'anno. Buoni risultati che ci hanno spinto a chiedere di aumentare gli accessi operatori", sottolinea Triveri. Ma ora l'esperienza del gruppo, composto da Triveri e Luigi Masoni, responsabile dell'Unità operativa semplice, rischia di essere vanificata. "La separazione dell'equipe farà sì che questo tipo di interventi insieme non si potranno più fare. Non so come si organizzeranno le cose, ma certo questo rappresenta un danno per i pazienti in lista d'attesa", conclude Triveri.

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