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Giovedì 24 OTTOBRE 2013
Roma. Interrompe gravidanza ma abortisce a casa dopo 10 giorni. Regione chiede relazione al S. Camillo

L'intervento era stato effettuato il 16 agosto nel reparto di Ivg della struttura capitolina. Nei giorni successivi la donna accusa febbre alta e il 26 perde il feto nella doccia. A quel punto viene accompagnata presso il Gemelli. Disposto sequestro cartella e avvio indagini.

Una donna di 38 anni decide di interrompere la gravidanza presso l’Ospedale San Camillo di Roma. Dieci giorni dopo espelle il feto nella doccia e decide di presentare denuncia. Per chiarire l’accaduto, la cabina di regia della Sanità della Regione Lazio “ha chiesto al direttore generale dell’Azienda ospedaliera – precisa una nota della Pisana – una relazione dettagliata”.

Una prima ricostruzione degli eventi è stata fornita dal legale della donna. “La mia cliente era intorno alla dodicesima settimana quando ha deciso di abortire - spiega l'avvocato Assumma - e il 16 agosto si è recata nel reparto di Ivg dell'ospedale San Camillo di Roma per effettuare l'interruzione volontaria di gravidanza. Dopo qualche giorno di febbre alta, le condizioni fisiche della donna sono degenerate: aveva forti dolori in tutto il corpo e grossi problemi di deambulazione. Il 26 agosto, dopo 10 giorni dall'intervento, al mattino Stefania ha subito una consistente perdita ematica e, entrando nella doccia, ha perso il feto che è caduto nel piatto doccia. Il marito l'ha trovata accasciata in forte stato di choc". 

A quel punto la donna è stata  immediatamente accompagnata dal marito al Pronto Soccorso di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dove dopo una nuova ecografia interna che ha rilevato la presenza nell'utero di materiale abortivo presumibilmente la placenta, è stata immediatamente portata in camera operatoria per un nuovo intervento di revisione della cavità uterina. Secondo l’avvocato, a seguito della denuncia, sarebbe stato disposto il sequestro lampo della cartella e la Procura di Roma avrebbe aperto una indagine sul caso.

Immediata la difesa dei vertici del San Camillo. "Eseguiamo migliaia di interruzioni di gravidanza all'anno, nonostante la riduzione dei medici. Sono certo che l'iter della Magistratura dimostrerà la correttezza dell'intervento effettuato. Siamo vicini alla paziente e rispettiamo la sofferenza che ha dovuto affrontare. Purtroppo in letteratura sono segnalati molti casi di eventi avversi nel caso di interruzioni di gravidanza" ha affermato il direttore generale dell'ospedale San Camillo di Roma, Aldo Morrone.
 

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