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Sabato 26 OTTOBRE 2013
98° Congresso Siot. Italia all’avanguardia sulle biotecnologie applicate all’ortopedia

Ma fattori come l’età avanzata, patologie come il diabete, degenerazioni tissutali ed articolari avanzate rappresentano ad oggi i limiti di applicazione di queste metodiche. Si è parlato di questo nella giornata inaugurale della tre giorni si Congresso in corso a Genova. In Italia i centri di eccellenza sono concentrati in poche città, in strutture non idonee si corre il rischio di sprecaare risorse.

La rigenerazione ossea e cartilaginea pongono l’Italia ai vertici europei e mondiali sull’uso delle biotecnologie applicate all’ortopedia, ma fattori come l’età avanzata, patologie metaboliche come il diabete, degenerazioni tissutali ed articolari avanzate rappresentano ad oggi i limiti di applicazione di queste metodiche. E’ quanto emerge del 98° Congresso della Società Italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) in corso di svolgimento a Genova.

“Le biotecnologie - ha spiegato Paolo Cherubino, presidente della Siot - includono un ampio numero di trattamenti: patologie di tipo acuto come la perdita di tessuto osseo o muscolare; subacuto come una lesione cartilaginea; cronica come i postumi di necrosi tissutali. La percentuale di successo, a seconda delle patologie da trattare, è inversamente proporzionale alla risposta biologica 'dell’ospite' ovvero del soggetto che riceverà tali cure. Il tessuto muscoloscheletrico è oggetto da diversi decenni di studio delle scienze di base allo scopo di definire le fasi di embriogenesi, metabolismo e capacità riparative. In campo ortopedico - ha proseguito Cherubino - l’interesse si è volto verso l’integrazione di tali acquisizioni al fine di applicarle nelle strategie di prevenzione, diagnosi e terapia. Questo nuovo approccio si è evoluto nell’applicazione dei principi delle biotecnologie che rientrano nel più largo concetto di medicina rigenerativa e sono definite come un campo interdisciplinare di ricerca in cui i principi dell’ingegneria e delle scienze di base sono utilizzati al fine di sviluppare sostituti biologici in grado di riparare, rigenerare o migliorare la funzione di un tessuto”.

Secondo la Siot, in Italia i centri di eccellenza sono concentrati in poche città dove viene eseguita un’accurata valutazione dei risultati e monitoraggio dei pazienti. In strutture non idonee il rischio che si corre è che l’utilizzo indiscriminato con indicazioni non corrette di queste metodiche si traduca in cattivi risultati che possono ostacolare la progressione della ricerca ed in particolare sperperare le risorse economiche che il Sistema sanitario nazionale. Tale problema in particolare potrebbe inficiare lo sviluppo di quelle biotecnologie che ancora ad oggi sono in fase sperimentale. 

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