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Martedì 12 NOVEMBRE 2013
Tumore alla prostata. Per i cittadini il test del PSA negli uomini di 55-69 anni è da sconsigliare

Il suggerimento arriva da una giuria di cittadini coinvolta nel progetto PartecipaSalute, coordinato dall’Irccs-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. I motivi del “no” al test sono nell’incertezza dell’esito del test, nel rischio di sovradiagnosi e nel  rapporto costi-benefici.

“Il Servizio sanitario deve sconsigliare il PSA come test di screening individuale per il tumore della prostata in uomini di 55-69 anni, investendo anche in attività di informazione di qualità rivolta a medici di base, cittadini e loro associazioni”.
 
È quanto ha deliberato una giuria di cittadini nell’ambito del  progetto PartecipaSalute,  coordinato dall’Irccs-Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, con il Centro Cochrane Italiano, l’agenzia di editoria scientifica Zadig e l’Agenas
 
Nella deliberazione, il giudizio è motivato dall’incertezza dell’esito del test, dal rischio di sovradiagnosi (trovare tumori che non si sarebbero mai manifestati) e dal rapporto costi-benefici.
 
Il progetto, che quest’anno festeggia 10 anni, ha visto collaborare rappresentanti di Società Medico Scientifiche, aziende AUSL, giornalisti, rappresentanti delle Regioni, economisti sanitari, rappresentanti di associazioni di volontariato, Agenas, Iss e Istituti di ricerca.
 
“Alla base del ‘giudizio’ c’è l’informazione che è stata data ai giurati attraverso il materiale informativo e le giornate di confronto con gli esperti – ha spiegato Cinzia Colombo del Laboratorio per il coinvolgimento dei cittadini in sanità – in questo progetto si è prestata particolare attenzione alla presentazione dei dati scientifici disponibili discutendo il materiale prodotto con i componenti del comitato tecnico scientifico e con rappresentati di associazioni di cittadini e pazienti”.
 
Per Fulvio Moirano, Direttore dell’Agenas, questa esperienza sottolinea “potenzialità e limiti di questo metodo, discussi anche tra promotori e rappresentanti del servizio sanitario regionale. Alla luce di questo progetto, i promotori stanno valutando come il metodo Giuria dei Cittadini si possa collocare all’interno dei diversi sistemi sanitari regionali, considerando anche le esperienze già esistenti di ascolto e partecipazione dei cittadini”.
 
L’idea alla base del progetto Giuria dei cittadini è che le decisioni su interventi medici che hanno ricadute sulla comunità debbano essere condivise con i cittadini. L’uso del PSA come test di screening individuale o spontaneo è un tema con importanti ricadute collettive, dibattuto in letteratura e nella pratica e ben si presta come caso-modello. In pratica si tratta di un gruppo di cittadini che delibera in considerazione dell’interesse collettivo su un tema di interesse pubblico dopo aver ricevuto informazioni chiare, trasparenti ed esaurienti.
 
“Il progetto Giuria dei cittadini – ha detto Sara Carzaniga di Agenas – nasce all’interno delle azioni di ricerca sostenute dall’Agenas per promuovere lo sviluppo di processi di empowerment di comunità nei sistemi sanitari regionali. Agenas da tempo ha organizzato un database delle esperienze di empowerment che contiene le iniziative realizzate nelle Regioni italiane relative alla partecipazione ed al coinvolgimento dei cittadini, in forma individuale, organizzativa e di comunità alla pianificazione, gestione e valutazione dei servizi sanitari ed è interessata allo sviluppo di progetti di ricerca in questi ambiti”.

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