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Mercoledì 20 NOVEMBRE 2013
Nuove competenze infermieristiche. Dirigenza Ssn a Lorenzin: "Troppe criticità. Necessarie modifiche"

Così, in una lettera aperta, i sindacati della Dirigenza medica e sanitaria hanno commentato l'incotro al Ministero della Salute sulla bozza di accordo tra il Governo e le Regioni. "Criticità oltre che sul piano dei rapporti con le altre professioni, quella medica in primis, anche sotto altri profili: normativo, giuridico, contrattuale".

L'Intersindacale, a seguito dell'incontro avvenuto lo scorso 28 ottobre al Ministero della Salute sulla bozza di accordo riguardante la ridefinizione e implementazione delle competenze e responsabilità professionali dell'infermiere, in una lettera aperta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è tornata a sottolineare "alcune criticità, oltre che sul piano dei rapporti con le altre professioni, quella medica in primis, anche sotto altri profili: normativo, giuridico, contrattuale".

"Configurandosi, infatti, tali modifiche come una legittimazione ad esercitare, de facto, competenze proprie di altre categorie professionali, le quali dovrebbero essere definite parallelamente de jure, appare appropriato uno specifico percorso legislativo, anche per evitare conflitti di ruoli e di responsabilità che sarebbero inevitabilmente generati dalla conseguente confusione nei rispettivi ambiti - scrivono i sindacati nella lettera - Nella sua impostazione generale l’intero articolato della bozza di Accordo prevede esplicitamente, per competenze professionali che dovrebbero rispettare criteri uniformi a livello nazionale, una potenziale differenziazione nei diversi contesti regionali, e addirittura in quelli locali, attraverso accordi pattizi sconosciuti alla legislazione in materia. Il comma 3 dell’articolo 3 riconosce, addirittura, alle singole Università un’autonoma discrezionalità, fonte di ulteriore disomogeneità applicativa delle regole".
 
Un’ulteriore criticità emerge dall’ipotesi di percorsi formativi del tutto confondibili con i percorsi di specializzazione universitaria previsti per l’area medica. "Essi, infatti - si legge nella lettera - rappresenterebbero, con ogni probabilità, una legittimazione specialistica di quegli stessi master, già in essere, che hanno finora dimostrato di porsi in una prospettiva di completa indipendenza istituzionale rispetto alla formazione professionale del personale del Ssn, talora autoreferenziando le proprie qualifiche formative. Non è un caso che proprio alcuni master abbiano condotto, per esempio, a correnti di pensiero che già oggi considerano erroneamente legittime, per l’infermiere, potestà 'certificatorie' che la legge riserva invece esclusivamente al medico, sostenendo che la compilazione infermieristica della scheda di triage in PS o in Emergenza Territoriale rappresenti una certificazione stilata da pubblico ufficiale, mentre trattasi, a norma di legge, di un’attestazione redatta da incaricato di pubblico servizio. Né appare, comunque, condivisibile il fatto che, ancora una volta, la formazione professionale di personale del Ssn sia appaltata ad una diversa istituzione, attraversata peraltro da una innegabile crisi, senza nemmeno una verifica delle capacità formative disponibili".

Alla luce di tutto questo l'Intersindacale chiede al ministro Lorenzin di riconsiderare l’iter previsto per il provvedimento esaminato, "prevedendo ulteriori e più specifici momenti di confronto sulle procedure da adottare, necessariamente supportati da studi di fattibilità in un più globale disegno di razionalizzazione degli effettivi fabbisogni, anche al fine di apportare al testo le necessarie modifiche".

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