quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Sabato 07 DICEMBRE 2013
Demenze e disturbi mentali. Stigma e sfiducia tengono lontani dalle cure. Parte il progetto informativo ConcretaMente

Per combattere i pregiudizi e illustrare i progressi della ricerca, l'Università di Milano insieme a Roche  e con il patrocinio dell’European Brain Council, lancia il progetto ConcretaMente. "Diagnosi tempestiva e terapia farmacologica sono fondamentali per il controllo delle malattie", spiegano gli esperti.

Schizofrenia, Alzheimer e altre demenze. Sono tutti disturbi del cervello, ancora poco conosciuti e molto stigmatizzati. Un problema che allontana il paziente dalle cure, rendendo ancora più critiche le loro condizioni di salute di vita e più complicata la gestione dei malati da parte dei familiari e del sistema.

Per cercare di mettere a tacere la paura, i pregiudizi e la sfiducia nei confronti delle possibilità di cura, nasce il progetto “ConcretaMente: i progressi della ricerca sfidano i disturbi del cervello”, organizzato dall’Università di Milano insieme alla Roche S.p.a., col patrocinio dell’European Brain Council. L'obiettivo è partire da un confronto tra esperti e pubblico a livello nazionale per costruire un filo diretto tra medico e paziente in grado di migliorare l'accesso e la gestione delle cure.

“Nel progetto ConcretaMente proponiamo un ciclo di incontri - cui invitiamo la popolazione a partecipare - che testimoniano l’impegno delle neuroscienze verso il progresso e l’innovazione, perché ci sono ancora tanti bisogni insoddisfatti a cui solo la ricerca può dare una risposta”, ha affermato il Direttore del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolaridell’Università degli Studi di Milano, Giorgio Racagni. E non a caso per lanciare il progetto è stato scelto il 2014, proclamato “Anno del Cervello” dal Parlamento Europeo.

Nei disturbi di quest’organo rientrano due classi di patologie molto differenti tra loro: la prima è quella dei disturbi mentali e la seconda è quella delle malattie neurologiche. I primi sono disturbi psichici, che possono riguardare la sfera cognitiva, affettiva, comportamentale o relazionale, e comprendono malattie psicologiche e psichiatriche, come la schizofrenia; mentre le malattie neurologiche sono patologie, differenti da quelle psichiatriche, che colpiscono il Sistema nervoso centrale e il sistema nervoso periferico: una delle più invalidanti è l’Alzheimer. Le malattie neurologiche, inoltre, possono coinvolgere anche o essere associate a malattie psichiatriche.
 
Per tutte queste malattie, un’arma importante è rappresentata dall’informazione sulla ricerca e sui nuovi studi scientifici. “La ricerca ha portato allo sviluppo di tecniche che permettono una diagnosi precoce della malattia. Altrettanti progressi sono in corso nel campo delle terapie farmacologiche, dove si studiano nuove soluzioni: come nella schizofrenia – tema del primo incontro-, della quale sino ad oggi si sono trattati i soli sintomi positivi, senza tener conto dei benefici derivanti dal trattamento di quelli negativi, il cuore della malattia”, ha spiegato Racagni.
 
Il progetto ConcretaMente intende presentare entrambi i tipi di malattie: il primo incontro, previsto a Milano il prossimo 13 marzo, sarà interamente dedicato alla schizofrenia, mentre in un incontro successivo verrà spiegata la Malattia di Alzheimer.
 
Riguardo alle malattie psichiatriche, annunciando il progetto ConcretaMente gli esperti hanno sottolineato come sia diffusa la convinzione che esse siano spesso incurabili. “I disturbi mentali sono oggi diagnosticabili precocemente e tutti curabili, a volte guaribili, attraverso terapie farmacologiche, tecniche psicoterapeutiche o con una combinazione di uno o più farmaci ed una psicoterapia”, ha affermatoil Presidente della Società Italiana di Psichiatria, Claudio Mencacci. “E saranno sempre più curabili in futuro, grazie soprattutto alla tempestività del trattamento, permettendo a molti malati di avere una buona qualità di vita e un buon inserimento sociale”.
 
I limiti attuali nell’approccio alla malattia di Alzheimer sono legati, invece, ai tempi della diagnosi, "che in genere avviene quando è ormai compromesso più del 70% del corredo neuronale, riducendo al minimo i margini di successo della terapia”, spiega il Segretario della Società Italiana diNeurologia, Carlo Ferrarese. “Oggi la ricerca sul cervello può beneficiare di tecnologie avanzate come l’imaging e l’identificazione di biomarcatori in grado di rilevare lamalattia in una fase pre-clinica. La ricerca farmacologica si è orientata negli ultimi anni proprio verso lo sviluppo dimolecole efficaci nella fase prodromica della Malattia di Alzheimer”.

In ogni caso, in tutti i disturbi del cervello, sia quelli psichiatrici che quelli neurologici, non bisogna dimenticare l'importanza dell'informazione ai famigliari del paziente. “I progressi scientifici, opportunamente comunicati, oltre ad offrire speranze di cura ai malati, contribuiscono a rafforzare la consapevolezza d i familiari, su cui nella maggior parte dei casi grava il peso dell’assistenza”, ha sottolineato Liana Rosental, Vicepresidente di Progetto Itaca Onlus.

Viola Rita

© RIPRODUZIONE RISERVATA