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15 DICEMBRE 2013
Pacemaker wireless. Le degenze sono realmente più brevi?



Gentile Direttore,
ritengo giusto far presente una inesattezza contenuta nell'articolo pubblicato su Quotidiano Sanità in data 12 dicembre riguardo i pacemaker "wireless". In tale articolo si afferma che la degenza risulta essere di sole 24 ore contro i 3/4 giorni per un pacemaker tradizionale.
 
Questo dato non corrisponde affatto alla realtà: in effetti un impianto di pacemaker tradizionale eseguito anche in strutture periferiche comporta oggi la dimissione il giorno dopo l'intervento, su questo fronte dunque nessuna differenza tra "vecchi" pacemaker e pacemaker wireless.
Ringrazio per la cortese attenzione.

Dott. Sergio Macciò
Cardiologo ospedaliero
 
 
Abbiamo rigirato la lettera del nostro lettore al Professor carlo Pappone che, insieme al Dr. Gabriele Vicedomini, ha effettuato l'impianto del peacemaker wireless di cui si parla nell'articolo. Pappone ci ha risposto così:
 
Gentile Direttore,
il paziente con fibrillazione atriale e disturbi della conduzione elettrica del cuore che richiede un impianto di pacemaker monocamerale ha, in genere, una degenza ospedaliera più lunga a causa di una lenta guarigione della tasca dove viene inserito il pacemaker. Tale ritardo è dovuto alla concomitante terapia anticoagulante orale.
Poiché il pacemaker senza fili non prevede la creazione di una tasca per il suo impianto, ma la semplice introduzione attraverso la via venosa, la degenza ospedaliera ne risulta ridotta.
Confermiamo quindi quanto affermato dall'articolo. L'impianto convenzionale di pacemaker anche in assenza di terapia anticoagulante richiede dopo alcuni giorni il ritorno in ospedale del paziente per la rimozione dei punti e la verifica della ferita.
Tale ulteriore accesso ospedaliero non è previsto con l'utilizzo di un Pacemaker senza fili. In ogni caso l'impianto di Pacemaker Wireless-senza fili riduce l'ospedalizzazione.
 
Prof. Carlo Pappone

Dipartimento di Aritmologia del Maria Cecilia Hospital di Cotignola

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