quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 18 NOVEMBRE 2010
Tdm: aumentano segnalazioni di malpractice e diminuscono informazioni al cittadino

Sono queste le principali urgenze riscontrate nel Rapporto 2010 del Tdm, presentato stamane a Roma. Lo studio ha raccolto  le oltre 66 mila segnalazioni dei cittadini sulle mancanze del sistema sanitario, provenienti dall'intero territorio nazionale. Resta alta l’attenzione anche sui problemi di accesso alle cure, tempi di attesa  e umanizzazione delle cure stesse.

Aumentano le segnalazioni di malpractice soprattutto in oncologia e ortopedia; poca attenzione all’informazione a scapito soprattutto di anziani, disabili e invalidi; mancanza di un adeguato numero di residenze sanitarie e lungodegente; liste di attesa off limits per le ecografie e in oncologia; incuria e comportamenti inadeguati verso i pazienti. Sono queste le principali denunce dei cittadini italiani al nostro Ssn, raccolte nell’annuale Pit Salute 2010 “Diritti: non solo sulla carta”, realizzato dal Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva.
Il Rapporto, presentato oggi a Roma, ha raccolto oltre 66 mila segnalazioni provenienti dall’intero territorio nazionale. Le stesse sono state lette alla luce di cinque diritti: diritto alla sicurezza, diritto all’informazione, diritto all’accesso, diritto al tempo e diritto all’umanizzazione.

Vediamo ora nel dettaglio l’analisi dei dati emersi dall’indagine.

Sicurezza dei servizi sanitari: ancora in crescita le segnalazioni di malpractice soprattutto in oncologia ed ortopedia. In 14 anni il tema della sicurezza ha raccolto il 28% delle segnalazioni complessive attestandosi al primo posto dei diritti più negati.
Il dato viene confermato anche per quest'anno. Al vertice della classifica vi sono le segnalazioni sui presunti errori che nel 2009 hanno raggiunto la percentuale del 74%, suddivisi in terapeutici (49,5% nel 2009, +1,4% sul 2008 e +2,5% sulla media 1996-2009) e diagnostici (24,5% nel 2009, +5% rispetto al 2008 e +1,5% rispetto alla media storica).
Nel corso del 2009 le prime tre aree interessate dalle segnalazioni di presunti errori terapeutici sono state l’ortopedia (24,3%, +3,8% rispetto al 2008 e +2,5% sulla media dei 14 anni), l’oncologia (10,7% nel 2009, +2,9% rispetto all’anno precedente e 2,6% sul trend storico) e l’odontoiatria (9% nell’ultimo anno, sostanzialmente stabile rispetto al passato).
Per quanto invece riguarda le sospette errate diagnosi, l’oncologia  da sola ha raccolto il 38,6% delle segnalazioni (+5,8% rispetto al 2008, + 13,8% sulla media dei 14 anni).
Un vero boom che merita attenta analisi: sicuramente per i malati oncologici una diagnosi non tempestiva o errata può cambiare o addirittura pregiudicare la vita.
Al secondo posto l’ortopedia, con un 8,8% di segnalazioni, presenta un trend in diminuzione sia rispetto al 2008 che ai 14 anni precedenti. In generale in questo ambito le errate diagnosi sono determinate da disattenzioni nella lettura delle radiografie o dal mancato ascolto di quanto riferiva il paziente.

Infezioni in ospedale: una emergenza in crescita intollerabile.
Le infezioni nosocomiali hanno avuto negli anni un andamento in crescita pressoché costante: nel 2009 hanno superato il 10% delle segnalazioni sulla sicurezza (10,2%, + 4,1% sul 2008 e +4,9% sul periodo 1996/2009). Contrarre una infezione, durante il periodo di ricovero ospedaliero,comporta un peggioramento per la salute del paziente, oltre che il prolungamento della degenza, con la conseguenza di ingenti aggravi di spesa sanitaria, che si può stimare tra i 500- 2000 € al giorno. I reparti più a rischio sono quelli della terapia intensiva e quelli per i trapianti.

Informazione: quando è carente vengono danneggiati soprattutto anziani, disabili e invalidi.
Se si prendono in esame i dati raccolti negli ultimi 14 anni, si noterà come le problematiche legate al diritto all’informazione rappresentino un quarto delle segnalazioni ricevute dal servizio PiT Salute. Il diritto all’informazione resta ancora, in troppi casi, sancito solo sulla carta tanto che nell’ultimo biennio 2008/2009 le violazioni di tale diritto rappresentano oltre il 20% delle lamentele dei cittadini: precisamente il 20% nel 2008 e il 22% nel 2009.
I maggiori problemi riscontrati riguardano la carenza di informazioni sulle prestazioni socio-sanitarie (45,8% nel trend storico, 42,1% nel 2009). In particolare, l’informazione manca proprio laddove sarebbe necessaria, ossia presso gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta: per circa un terzo dei cittadini diventa un cruccio sapere come prenotare una visita o quali sono i compiti e doveri di chi l’assiste (c.d. assistenza sanitaria di base, con il 29,1% nel 2009, + 6,5% rispetto al 2008 e + 4,8% rispetto alla media 1996- 2009).
Al secondo posto nelle problematicità legate alla mancanza di informazioni, troviamo le prestazioni assistenziali, che per la quasi totalità dei casi fanno riferimento alla invalidità civile (nel 2009 rappresenta l’89,5% delle segnalazioni, valore in aumento rispetto al 2008 di +9% e addirittura più che duplicato rispetto alla media 1996/2009) e all’esenzione dal pagamento del ticket che, pur registrando una percentuale del 3,5% nell’ultimo anno, rappresenta la prima voce nella media dei 14 anni. Due aree dunque, quella dell’invalidità civile e dell’esenzione dal ticket, in cui la disinformazione comporta forti disagi, soprattutto di natura economica, su fasce deboli, in particolare disabili, anziani ed invalidi.

Accesso alle cure: ancora dimissioni improprie dagli ospedali. E sul territorio mancano residenze sanitarie e lungodegente.
Ben un quinto delle segnalazioni ricevute dal PiT salute, nei 14 anni presi in esame, riguarda le difficoltà di accesso a prestazioni socio-sanitarie ed assistenziali, con un incremento dell’1% nell’ultimo biennio 2008-2009 (21%). Le segnalazioni sull’accesso all’assistenza territoriale diminuiscono rispetto al 2008 (-1,3 %), ma si assestano su valori più alti (di 1,1 %) rispetto alla media degli anni passati. In particolare, aumentano le segnalazioni di difficoltà ad accedere a Riabilitazione, Residenze Sanitarie Assistite e Lungodegenze (11,1% nel 2009, + 3,6% sul 2008 e +5,7% rispetto alla media dei 14 anni). Al secondo posto, nelle difficoltà di accesso segnalate, vi è quella relativa all’assistenza ospedaliera, che nel 2009 raccoglie il 20,6% delle lamentele (+2,1% rispetto al 2008, in diminuzione dell’1,3% sulla media 1996-2009). In particolare ci riferiamo a dimissioni premature e rifiuto del ricovero. Entrambe le voci aumentano nel 2009: le dimissioni passano dal 14% del 2008 al 15,7% nel 2009; il rifiuto di ricoveri dal 4,5% del 2008 al 4,9% nell’ultimo anno. Terza voce è quella riferita all’accesso alle cure farmacologiche. Qui i problemi riscontrati riguardano principalmente 2 fattori: i costi dei farmaci in fascia C e le difficoltà di reperire alcuni farmaci. Il costo dei farmaci in fascia C  nel 2009 raggiunge il 38% delle segnalazioni in questo ambito, rispettivamente con un +2,7% rispetto al 2008 e +3,9% rispetto alla media dei 14 anni. A questo si lega il dato della voce “aumento di prezzo” che, rispetto alla media, è cresciuto di 2,1%.

Il diritto al tempo: liste di attesa off limits per le ecografie. Attese record nell’oncologia.
Continuano a pesare le lunghe liste di attesa. La violazione del diritto al tempo rappresenta in media il 10% delle segnalazioni ricevute dal Tdm dal 1996 al 2009, con un incremento notevole negli ultimi anni, fino ad attestarsi nel 2009 al 15%. In particolare, il crescente trend di segnalazioni in questo ambito è legato alle lamentale sulle liste di attesa per accedere a visite, esami ed interventi chirurgici (47,4% delle segnalazioni nel 2009, + 9,3% rispetto al 2008 e + 4,8% rispetto alla media 1996/2009) e alle lungaggini per l’accertamento della invalidità civile e dell’handicap (42,6% nel 2009, in diminuzione del 6,1% rispetto all’anno precedente, ma in crescita del 5% rispetto alla media dei 14 anni). Il problema interessa l’area diagnostica, quella  specialistica e gli interventi chirurgici. Nel 2009, salgono visibilmente i dati della specialistica con un 31,8% delle segnalazioni (oltre il 3% in più rispetto al 2008) ma soprattutto della chirurgia che dal 26,2% del 2008 balza al 31,3% nell’ultimo anno. La diagnostica resta sempre la prima area interessata dal fenomeno delle liste di attesa, con il 36,9% delle segnalazioni nel 2009, ma il trend rispetto al 2008 è in diminuzione dell’8,7%. L’ecografia, in particolare quella all’addome, risulta essere l’esame diagnostico per il quale si attende di più; nel 2009 essa rappresenta il 27,3% delle segnalazioni sui lunghi tempi di attesa in diagnostica (con un incremento del 3,9% sia rispetto al 2008 che alla media dei 14 anni). Nell’area specialistica, si registrano  allarmanti tendenze per l’oncologia: quest'ultima, insieme all’odontoiatria, balza al primo posto nelle attese più lunghe (10,2% nel 2009, +2,7% rispetto all’anno precedente). Risulta preoccupante la sensazione che il tumore possa attendere.

Invalidità civile ed attese incivili. Più di un anno per il riconoscimento. Attese disumane per malati cronici ed oncologici.
Anche per il riconoscimento della invalidità civile e dell’handicap si attende troppo: più di un anno contro i nove mesi previsti dalla normativa. Il meccanismo si inceppa innanzitutto nella consegna del verbale di invalidità, segnalato come momento lacunoso della procedura nel 39,5% dei casi, seguito dall’attesa per la prima visita (29,3%) e dalla rivedibilità (14,5%). Malati oncologici (il 33,8% delle segnalazioni fa riferimento a loro) e malati cronici (26,1%) sono i soggetti che, paradossalmente, attendono di più; i primi facendo i conti con tempi di attesa che vanno ben oltre i 15 giorni previsti dalla normativa (legge 80/06) per essere visitati al fine del conseguimento della invalidità; i secondi si scontrano soprattutto con l’assurdità di esser richiamati a visita ogni anno, nonostante siano affetti da patologie stabilizzate o ingravescenti e dunque, in perfetto contrasto rispetto a quanto previsto dal decreto ministeriale del 2 agosto 2007.

L’umanizzazione delle cure: vince l’incuria e i comportamenti inadeguati verso i pazienti.
In questo campo si è registrato un trend sostanzialmente stabile, attestatosi all’8% delle segnalazioni dei cittadini: dal 1996 ad oggi la crescita è stata molto modesta, pari al +1%. Il più segnalato è stato l’incuria (49% nel 2009, +5% circa rispetto al 2008 e alla media dei 14 anni), intesa come mancanza di attenzione e “cura” verso le persone assistite, non lavate o cambiate in modo inadeguato, non aiutate ad alzarsi dal letto o a muoversi per evitare lesioni da pressione. I casi iù gravi relativi a maltrattamenti, sono decisamente in diminuzione dal 1996 ad oggi (4,2% nel 2009, -0,8% sul 2008 e –5,6% sui 14 anni): contenzioni indebite, incuria marcata verso persone lasciate a digiuno o senza assistenza per troppo tempo, lesione della dignità e maltrattamenti psicologici.

Per visionare  interamente il Rapporto Tdm 2010:
 
http://www.cittadinanzattiva.it/ oppure http://www.tribunaledirittimalato.cittadinanzattiva.it/
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA