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22 DICEMBRE 2013
Assicurazioni. La gara bloccata in Sicilia. Acoi: “Gli unici truffati sono medici, infermieri e cittadini”

“Crocetta sbaglia a parlare di truffa al sistema sanitario siciliano”. Per i chirurghi dell’Acoi la proposta di ricorrere all’autoassicurazione è impraticabile perché se il fondo dovesse esaurirsi ne risponderebbe direttamente il sanitario. Serve una copertura assicurativa omogenea in tutta Italia.

"È inutile, tardivo e miope parlare di "truffa al sistema sanitario" siciliano, gli unici truffati dalla mala gestione del bando di gara per l'assicurazione sui rischi clinici delle aziende sanitarie siciliane sono medici, infermieri e cittadini. Lo afferma Diego Piazza, Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, in merito a quanto dichiarato dal presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta sulla vicenda dell'affidamento dell'incarico per la copertura assicurativa delle aziende sanitarie siciliane.
 
"I chirurghi siciliani continuano a svolgere il proprio lavoro al limite delle loro possibilità, senza garanzie, e ora senza neppure una copertura assicurativa. Non siamo più disposti a tollerare questa situazione che sembra non avere sbocchi certi. La proposta del presidente della Regione di utilizzare un fondo per ricorrere all'autoassicurazione - spiega Piazza - è impraticabile, e Crocetta lo sa, perché qualora il fondo di garanzia dovesse esaurirsi ne risponderebbe l'operatore sanitario, e inoltre la Corte dei Conti potrebbe rivalersi per provocato danno erariale a causa dell'utilizzo del fondo.
 
È da tempo che Acoi chiede di attivare una copertura assicurativa omogenea su tutto il territorio nazionale, per non creare difformità che andrebbero solo a danno del cittadino: i pazienti hanno diritto alla qualità delle cure e non possono scegliere chi li opererà solo sulla base di chi è meglio assicurato.
A pochi mesi dall’entrata in vigore dell’obbligatorietà dell’assicurazione professionale i medici siciliani si trovano nell’impossibilità di adempiere l’obbligo di legge. Se dovesse persistere questa situazione potremmo essere costretti a non entrare più in sala operatoria. È necessario che il problema assicurativo venga risolto al più presto, per il bene della sanità e dei cittadini".

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