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Martedì 21 GENNAIO 2014
Toscana. Ok a delibera con Piano anticorruzione. Introdotta rotazione obbligatoria incarichi dirigenziali

Sarà vietato occuparsi a vita di un solo settore. E' la prima Regione ad applicare la legge nazionale anticorruzione, che tutte le amministrazioni dovranno adottare entro il 31 gennaio. Previste misure di prevenzione per appalti, reclutamento dipendenti e autorizzazioni per contributi e sussidi.

I dirigenti della Regione Toscana che lavorano negli ambiti a maggior rischio di corruzione vedranno, a partire dalla prossima legislatura, ruotare i rispettivi incarichi: in altri termini, nessuno di loro potrà occuparsi a vita di un solo settore. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta nella seduta odierna su proposta della vicepresidente, con delega al personale, Stella Targetti.

E' il "Piano triennale per la prevenzione della corruzione", adempimento che tutte le amministrazioni pubbliche italiane devono adottare, in applicazione alla legge nazionale "anticorruzione" (la 190/2012), entro il prossimo 31 gennaio e che la Regione Toscana, per prima in Italia, ha varato questa mattina insieme ad altri due provvedimenti, sempre su iniziativa di Stella Targetti: il "Programma triennale sulla trasparenza" e il "Codice di comportamento dei dipendenti". “La vera novità di questo pacchetto - spiega Stella Targetti - sta proprio nella prevenzione della corruzione e in un piano triennale che ha consentito di fare un grande lavoro di analisi sul nostro modello organizzativo: emerge che da noi esistono già meccanismi, corretti e puntuali, circa il funzionamento degli uffici e la valutazione degli atti".

Tre, in ogni amministrazione pubblica italiana, in base alla legge nazionale anticorruzione, gli ambiti con un maggior rischio di corruzione e sui quali è pertanto necessario intervenire: dove si spende denaro, dove si recluta e si gestisce personale, dove si possono ampliare o restringere sfere soggettive di terze persone. Per ciascuno di questi ambiti, e con una rilevazione che monitora i rischi connessi alle tante attività svolte ogni giorno in tutte le direzioni generali della Regione Toscana, il piano elenca misure di prevenzione rispetto a tutta una serie di azioni a rischio: dall'affidamento lavori agli appalti e alle gare, dalle autorizzazioni e concessioni ai contributi e ai sussidi, dal reclutamento dei dipendenti alle loro progressioni di carriera, dal conferimento di incarichi alle nomine in enti derivati.

8, in Regione Toscana, le direzioni generali (7 più l'Avvocatura) che si articolano in 14 aree di coordinamento, in 93 strutture dirigenziali e in 451 posizioni organizzative con un complesso di dipendenti (dirigenti, comparto, personale comandato) pari a 2.271 persone. In Toscana la gestione finanziaria dell'ente Regione raggiunge i 10 miliardi di euro (bilancio 2012). Per ogni direzione generale è stata effettuata, lo scorso novembre, una rilevazione sui rischi di corruzione: partendo dal tipo di attività svolte negli uffici, sono stati individuati indici di rischiosità ai fini di fenomeni corruttivi o comunque illegali. In materia di prevenzione della corruzione, la Regione Toscana ha già nominato, lo scorso ottobre, un responsabile. Adesso, con il piano 2014/2016, vengono individuate misure più specifiche per la gestione del rischio corruzione: oltre alla rotazione dei dirigenti si punta, per esempio, a ridurre il numero degli affidamenti diretti attuati dalle strutture della Giunta e a fornire una più efficace regolamentazione per l'esercizio delle discrezionalità nei procedimenti amministrativi. Fra le misure indicate anche quelle su incompatibilità specifiche per i dirigenti, attività formative per i dipendenti, azioni di sensibilizzazione per i cittadini.

Gli altri due atti approvati dalla Giunta nell'odierno pacchetto riguardano la trasparenza (gli obblighi di pubblicità e diffusione delle informazioni ai cittadini) e il comportamento dei dipendenti. Diciassette, a quest'ultimo proposito, gli articoli del "Codice" approvato oggi e valido per tutti i dipendenti (ma esteso anche a collaboratori, consulenti, borsisti, assistenti di presidente e assessori, collaboratori di imprese fornitrici di beni e servizi).
Oltre ai principi generali, il Codice entra nel merito di regali, compensi e altre utilità; indica comportamenti da tenere, da parte dei dipendenti, circa la partecipazione ad associazioni e organizzazioni, circa la comunicazione di interessi finanziari e conflitti di interesse, circa gli obblighi d'astensione, trasparenza e tracciabilità. Ma riguarda anche come il dipendente regionale debba comportarsi con il pubblico, in servizio e nei rapporti privati. Norme specifiche per i dirigenti. Un articolo è dedicato alle sanzioni.
 

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