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Giovedì 30 GENNAIO 2014
Dispositivi medici. Assobiomedica: nel 2012 export italiano + 9,6%. Cala mercato domestico

Oltre il 79% delle imprese italiane esporta all'estero. La produzione segna +6,6%, nonostante la domanda interna registri una flessione (-4%). Gli Usa diventano uno sbocco sempre più gettonato: +21,2%. Sono le cifre analizzate e discusse nel corso di un convegno svoltosi presso l'Ice.

Nel corso del 2012 le esportazioni delle imprese italiane che producono dispositivi medici sono cresciute del 9,6% rispetto all’anno precedente e, contestualmente, la loro produzione ha registrato un incremento pari al 6,6%. Tutto questo a fronte di una contrazione del mercato domestico del 4%. Nel complesso il 79% delle realtà del settore ha venduto all’estero e, tra esse, oltre la metà si è mostrata operativa in almeno tre continenti: Europa occidentale e Russia; Stati Uniti, Argentina e Brasile; Paesi arabi, India e Cina.

I buoni risultati dell'export sono però maturati in un contesto di bassa domanda da parte dei tradizionali mercati di sbocco nell'area euro: le esportazioni verso la Germania hanno registrato una debole crescita (+4.1%) e le vendite in Francia sono calate (-1.5%), sono invece ottimi i risultati ottenuti negli Stati Uniti (+21.2%). In crescita lo sbocco in mercati come Cina, Turchia, Brasile e Venezuela.

E’ sulla base di questi elementi che oggi Ice e Assobiomedica, in collaborazione con Sace e Simest, hanno proposto spunti e riflessioni nell’ambito del convegno “"Strategie e strumenti per l'internazionalizzazione dell'industria italiana dei dispositivi medici", svoltosi presso l’Ice.

L’evoluzione dell’economia globale evidenzia come sia in atto “un processo di rientro della manifattura verso Occidente – ha sottolineato Carlo Calenda, vice ministro dello Sviluppo economico – Le realtà emergenti non sono infatti più soltanto economie di produzione, ma anche di consumo”. E in questo trend si inserisce perfettamente il settore biomedicale “ presente, in una fase di pieno sviluppo, in tutti i Paesi emergenti che stanno implementando importanti piani legati alla sanità qualificata. E in tale contesto deve lavorare l’Italia, caratterizzata sempre da un’importante produzione. La domanda internazionale è enorme e bisogna valorizzarla, soprattutto tramite accordi di libero scambio”. Intese che devono tener conto” della realtà delle pmi, cioè “la colonna vertebrale del tessuto manifatturiero italiano, che necessitano di un sostegno pubblico in quanto faticano maggiormente ad affacciarsi verso i mercati esteri”. Farmaceutico e biomedicale hanno registrato importanti tassi di crescita per quanto concerne l’export, “ma vanno sostenuti in maniera più adeguata, interloquendo con le associazioni di categorie per individuare dove convogliare le nuove risorse su piatto”.

Essere presenti su tutti i mercati “è un elemento imprescindibile – ha osservato Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica – Ma allo stesso tempo bisogna costruire anche un mercato domestico recettivo. Serve quindi un approccio sistemico, non più incentrato sulla visione di singole aziende. Siamo convinti infatti che il settore si presti a strategie di filiera, che coinvolgano non solo le imprese, ma anche i centri di ricerca e le strutture sanitarie: esportare dispositivi medici insieme al know-how medico-organizzativo italiano aiuterebbe infatti sia lo sviluppo dell'industria del Paese che la valorizzazione del nostro Servizio sanitario nazionale”.

Approccio pienamente condiviso da Fulvio D’Alvia, direttore Retimpresa di Confindustria, che ha ricordato come “il sistema di rete che caratterizza le imprese italiane rappresenti una best practice europea”. Le aggregazioni devono però avvenire “all’insegna di un preciso programma di sviluppo, seguendo il concetto di network”. E per raggiungere questo scopo la priorità “è investire sui distretti industriali che non vanno intesi come enti, ma da intendersi sulla base di unioni determinate da contratti”.

I percorsi di internalizzazione dell’industria medicale italiana saranno pienamente supportati dall’Ice Agenzia, come ha garantito il direttore generale Roberto Luongo. “Un esempio è  la Tavola rotonda italo-svizzera sul settore medicale, organizzata lo scorso mese di novembre presso la nostra sede di Roma, che ha rappresentato l'occasione per individuare ed illustrare le opportunità e le sfide che il comparto medicale offre nei due mercati, nonché per richiamare l'attenzione sul settore e sugli strumenti di sostegno e promozione che ciascun Governo mette a disposizione delle proprie imprese. Tra le iniziative in programma - ha ricordato - si segnalano anche la missione imprenditoriale di sistema in Arabia Saudita, organizzata dal ministero degli Affari esteri, ministero dello Sviluppo Economico, Ice-Agenzia e Confindustria, che si svolgerà nel prossimo mese di marzo, con il fine di approfondire le opportunità di collaborazione offerte dai due mercati alle imprese del settore e la partecipazione dell'Italia in qualità di Paese ospite d'onore alla fiera Expomed Eurasia, per la quale l'Ice-Agenzia, in collaborazione con il MiSE, di un padiglione imprenditoriale italiano e parallelamente una serie di tavole rotonde tematiche con il coinvolgimento di controparti locali”.

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