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Venerdì 31 GENNAIO 2014
Debiti Pa. Assobiomedica alza la voce: ”Così non va. Ancora ci sono ritardi, in alcune Asl anche 5 anni”

Tra le peggiori alcune Asl calabresi e campane, ma anche alcune aziende di Lazio, Piemonte, Puglia, Sicilia e Toscana. Rimondi: “A dicembre 2012 scoperto imprese pari a 5 mld. Si avviino verifiche mirate sulla gestione delle singole strutture”. Solo 5 aziende  rispettano il timing Ue di 60 giorni. I TEMPI DI PAGAMENTO – I CREDITI PREGRESSI

Rispetto agli oltre 5 miliardi di scoperto registrato dalle imprese di dispositivi medici a dicembre 2012, la situazione dei crediti non sembra molto migliorata (a dicembre 2013 i crediti ammontano a 3,7 mld). Inoltre, si sono ridotti di appena 65 giorni i tempi medi di pagamento di Asl e Ao, passando dai 276 giorni di ritardo di dicembre 2012 ai 211 giorni di fine 2013. Inoltre, la quasi totalità degli enti sanitari non rispetta il recepimento della direttiva europea, che impone da gennaio 2013 il pagamento delle fatture a 60 giorni. Sono solo cinque infatti le strutture che, ad oggi, rispettano i tempi stabiliti dall’Europa: l’Asl 4 Medio Friuli (35 giorni), l’Asl 2 Isontina (61 giorni), l’I.R.C.C.S. Burlo Garofalo (64 giorni), l’Asl Provincia di Bergamo (66 giorni) e l’Azienda ospedaliera Ospedale Maggiore di Crema (67 giorni). Questi, in sintesi, alcuni dei dati elaborati dal Centro Studi di Assobiomedica, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese fornitrici di dispositivi medici alle strutture del Servizio sanitario nazionale.
 
“L’interesse e l’attenzione mostrati dal Governo nei mesi scorsi nei confronti delle imprese – ha dichiarato Stefano Rimondi, Presidente di Assobiomedica, a valle del Comitato di Presidenza dell’Associazione - facevano ben sperare in una boccata d’ossigeno, soprattutto per settori, come il nostro, che hanno come principale cliente lo Stato. Ci dispiace constatare che è stato fatto troppo poco per un’industria che, tra l’altro, annovera tra i territori a maggiore concentrazione produttiva proprio quelli in cui un anno e mezzo fa è avvenuto il terremoto dell’Emilia, area in cui comunque le imprese hanno scelto di restare. Ci auguriamo che questa scelta venga apprezzata e venga disposta quanto prima una nuova importante tranche di pagamenti per saldare definitivamente il pregresso”.
 
Sono ancora troppi gli enti che registrano ritardi cronici con punte che vanno dai 1.337 giorni di ritardo in Calabria (Azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro) ai 1.149 giorni in Campania (Azienda sanitaria Napoli 1), dai 915 giorni in Molise ai 424 del Lazio (Asl di Frosinone). “L’anomalia più evidente – ha continuato il Presidente di Assobiomedica, Stefano Rimondi - è trovare, all’interno della stessa Regione, strutture che mostrano attenzione ai tempi di pagamento e altre in cui la situazione è fuori controllo. Il Patto per la Salute deve valutare anche questo aspetto per avviare verifiche mirate sulla gestione delle singole strutture con l’obiettivo di considerare anche i tempi di pagamento tra le inefficienze che danneggiano la Sanità”.

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