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Lunedì 10 FEBBRAIO 2014
Sesso con i minori. "Accettabile" per il 38% degli italiani. Il Rapporto di Save the Children

Il 28% degli adulti tra i 45 e i 65 anni ha tra i propri contatti web giovani che non conosce personalmente. Per 1 su 100 la relazione sessuale con un adulto potrebbe essere formativa per il minore. Alla vigilia del Safer Internet Day, Save the Children fotografa per la prima volta la percezione degli adulti sulle relazioni a sfondo sessuale con i minori. Il Rapporto.

L’incontro sessuale tra un minore e un adulto è ritenuto “accettabile” da oltre un italiano su 3 (38%). Tra gli over 45, sono molti coloro che si affacciano alla rete per colmare un importante vuoto relazionale e affettivo della vita reale: il 37% degli italiani afferma di utilizzare il web - soprattutto i social network - per conoscere persone disponibili a fare amicizia o ad intrattenere un rapporto di affetto o amore. Il 28% degli adulti ha tra i propri contatti adolescenti che non conosce personalmente. L’81% degli italiani pensa che le interazioni sessuali tra adulti e adolescenti siano diffuse e trovino in internet il principale strumento per iniziare e sviluppare la relazione, che può sfociare nell’incontro fisico. 1 italiano su 10 attribuisce la responsabilità dell’iniziativa di contatto agli adolescenti. È questo lo scenario che emerge dall’ultima indagine Ipsos per Save the Children, realizzata in occasione del Safer Internet Day 2014, la giornata dedicata dalla Commissione Europea alla sensibilizzazione dei più giovani ad un uso corretto e consapevole della rete, che si celebra domani, 11 febbraio.


“Sulla scia dei sempre più numerosi episodi di interazione a sfondo sessuale tra minori e adulti, che spesso hanno trovato terreno fertile nella rete, quest’anno Save the Children ha scelto di approfondire il fenomeno concentrandosi sulla percezione che gli adulti hanno dei ragazzi, dei modelli comportamentali - propri e di questi ultimi - in ambito sessuale e relazionale, nonché il grado di accettazione sociale della relazione tra un adulto e un minore”, spiega l’Associazione.

“Nella nostra esperienza di lavoro sul campo coi ragazzi, veniamo spesso a conoscenza di tentativi di interazione da parte di un adulto con un minore, uno dei motivi che ci ha spinto ad indagare in profondità un fenomeno come quello di un’interazione a sfondo sessuale tra giovani e adulti, anche attraverso le nuove tecnologie. Ma non ci aspettavamo un grado di tolleranza così alto dei rapporti da parte l’opinione pubblica che, a nostro avviso, prelude ad un’accettazione di una deresponsabilizzazione e di un disimpegno degli adulti rispetto al loro ruolo nei confronti degli adolescenti” commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. “Ci rivolgiamo dunque alla società civile, così come a tutti gli attori coinvolti: gli adulti tutti, gli adolescenti, i media, le istituzioni e gli organi di controllo al fine di innescare un dibattito continuativo sul ruolo educativo e sulle responsabilità degli adulti in genere, che siano o meno genitori, nei confronti degli adolescenti”, conclude Neri.

Ecco, intanto, i dettagli emersi dall’indagine di Save The Children sulla percezione degli adolescenti e delle relazioni a sfondo sessuale con adulti.

Gli intervistati considerano i ragazzi di oggi piuttosto spregiudicati, disinibiti nelle relazioni con i coetanei così come con gli adulti, e comunque “minati” da una distonia tra crescita sessuale e maturazione emotiva. Il 48% degli intervistati, infatti, pensa che gli adolescenti abbiamo comportamenti più disinibiti con gli adulti,  il 49% ritiene che abbiano esperienze sessuali più precoci, ben il 59% che raggiungano prima la maturità sessuale ma non quella emotiva, il 56% che abbiano meno pudore. Circa 1 intervistato su 5, per contro, ritiene che gli adolescenti siano comunque più maturi di un tempo sotto tutti i profili (22%), e che siano maggiormente in grado di gestire le proprie relazioni interpersonali (17%).

Benché tra intervistati prevalgano coloro che attribuiscono agli adulti la responsabilità dell’iniziativa di contatto (49%), secondo il 41% anche gli adolescenti hanno una parte attiva nell’iniziativa (per il 33% condividono questa responsabilità con gli adulti, mentre per quasi 1 italiano su 10, sono i ragazzi  i principali responsabili).

“Il tema è molto complesso e trova la sua sintesi nella relazione sbilanciata tra mancanza totale o carenza di senso di responsabilità di un certo tipo di adulti di oggi, e l’atteggiamento degli adolescenti, sicuramente più precoci e sicuri di sé nel modo di proporsi, ma fondamentalmente ancora sprovvisti di una impalcatura emotiva e relazionale solida. – afferma Neri, – Quando il terreno di gioco, o magari proprio l’inizio stesso della partita, diventa la rete, un adolescente, per quanto disinvolto nell’utilizzo della tecnologia, nell’esperienza di relazione parte svantaggiato, e più facilmente può cadere in relazioni pericolose.”

Un adulto che avvicina un giovane a scopi affettivi o sessuali è ritenuto irresponsabile ed emotivamente immaturo da quasi 3 italiani su 4 e potrebbe preferire questo tipo di legame per poter esercitare un ruolo di potere o di dominanza verso qualcuno più debole (22%), magari a causa di altrettanta immaturità emotiva, non sapendo portare avanti un rapporto con un pari (21%), posizione espressa soprattutto dalla componente femminile (26%). Tuttavia, alla maggior parte degli adulti è molto chiaro il potenziale di contatto e di pericolo offerto dalla rete ai giovani. L’incontro sessuale tra giovani e adulti a partire dalla rete è un fenomeno diffuso per i più (81%), facilitato anche dalla scarsa selettività degli adolescenti nel concedere “l’amicizia” a sconosciuti, che pone i ragazzi di fronte al pericolo di entrare in contatto con persone dalle cattive intenzioni (51%), preoccupazione nutrita soprattutto dai genitori con figli nella fascia d’età 0-17 (55%).

Quando invece si tocca lo spinoso tema dell’interazione sessuale di un minore con un adulto, per ben il 38% degli intervistati è accettabile “sempre” (20%) o ad “alcune condizioni” (18%), quali ad esempio il consenso da parte dell’adolescente (10%), la consapevolezza ed approvazione della famiglia del ragazzo/a (6%), il fatto che l’adolescente possa essere più maturo della media (5%).

Addirittura 1 italiano su 100 pensa che possa essere un’occasione di apprendimento per l’adolescente. Presso gli italiani prevale comunque un generale atteggiamento di condanna nei confronti di un incontro di tipo sessuale tra i due mondi (62%), forse perché temono che dietro si possa celare un “disturbo di personalità” della persona adulta (42%), una vera e propria “malattia” (39%), la necessità di stabilire un rapporto di potere e di dominanza con una persona più debole (22%) per far fronte alle proprie insicurezze, o l’incapacità di gestire un rapporto con un pari (21%).

Analizzando le ragioni che spingono un adulto ad intrecciare una relazione – virtuale o reale – con un adolescente, si intercettano risposte “giustificative”, che vanno dalla ricerca delle propria giovinezza (11%) alla novità dell’esperienza (8%), o il puro piacere di stare con una persona giovane e piena di vita (5%), la “sana” (2%) e “semplice” (4%) curiosità, o anche  l’innamoramento (4%). C’è poi un segmento di adulti abbastanza significativo (9%) che giustifica in ogni caso questo tipo di interazione, spostando la responsabilità fuori dall’adulto perché inconsapevole dell’età reale (6%), o perché incapace di resistere ad una richiesta esplicita da parte dell’adolescente (3%).

Molti ritengono che certe relazioni vengano intrecciate a causa di adulti privi o carenti di senso di responsabilità (51%), e famiglie che non vigilano a sufficienza (52%). Eppure l’idea che internet possa rappresentare un “luogo” di contatti rischiosi per gli adolescenti è viva nel 51% degli adulti, con una particolare accentuazione presso quelli che sono anche genitori (55%), perché più preoccupati di quello che potrebbe accadere ai figli. I più “ottimisti”, invece, ritengono che il rischio della rete sia limitato alla tentazione di avere relazioni meramente virtuali e quindi di escludersi dalla realtà (12%), mentre per una esigua minoranza è proprio la virtualità della relazione che metterebbe al riparo dai rischi (8%).

Secondo il 58% degli intervistati, episodi di incontri sessuali a rischio con una persona adulta possono capitare comunque e ovunque a qualsiasi adolescente, a prescindere dai contesti e dagli ambienti di nascita e di riferimento, mentre un residuo 42% ritiene che alcune condizioni personali possano predisporre maggiormente un giovane ad un’interazione sessuale con un adulto. Tra le principali motivazioni in tal senso, la mancanza di un ambiente familiare equilibrato e di affetto tra le mura domestiche che contribuirebbero all’adozione di comportamenti sessualmente rischiosi (11%), di cultura e di informazione (11%), di sicurezza economica (7%) o, ancora, una generale accettazione culturale e sociale, da parte della famiglia e dei propri contesti di riferimento (7%).

Adulti in rete: i “migranti digitali”
L’85% degli intervistati possiede un profilo Facebook o simile, ed è in questa piazza virtuale che alcuni di loro cercano di rinfoltire la propria socialità: le opportunità di incontro offerte dalle piattaforme social appaiono infatti determinanti nella scelta di affacciarsi al mondo web, per la possibilità di chattare quasi tutti i giorni con qualcuno conosciuto in rete (36% degli intervistati), per entrare in contatto con persone disponibili  a fare amicizia o/e  intrattenere un rapporto di affetto o amore (37%), o ancora per contattare persone che altrimenti non sarebbero raggiungibili, come vip e persone famose (34%). Non stupisce dunque che circa la metà degli adulti intervistati mantiene relazioni costanti esclusivamente virtuali, cioè con persone conosciute e “frequentate” solo attraverso la rete. Il 28% degli adulti tra i 45 e i 65 anni ha tra i propri contatti giovani e adolescenti che non conosce personalmente e, nella fascia di età 45-54, sono 3 su 4 gli adulti che affollano la rete per trovare un rapporto di affetto o di amore.

I “grandi” si connettono principalmente da casa (92%) la sera (54%) con dei picchi più intensi durante la settimana che nel week-end, durante il quale però preferiscono connettersi il pomeriggio (45%). La connessione in mobilità, ovvero la possibilità di essere online da qualsiasi posto con cellulari, via wi-fi o con abbonamento, propone percentuali più alte in corrispondenza di quel segmento di campione laureato (39%) e appartenente a quella fascia di età più giovane che va dai 25 ai 44 anni (31%). La navigazione notturna, nei giorni feriali così come nel week-end, è un’abitudine rilevata soprattutto negli uomini (17%) contro l’8-9% delle donne a seconda dei giorni della settimana ma, per entrambi, si attesta una permanenza media giornaliera davanti al pc di 3-4 ore (31%), per arrivare alle 5-10 ore nel week-end (28%).

Tra coloro che hanno un profilo social, si rileva poi una fetta interessante di adulti più attivi, che rappresenta il 29% e che tutti i giorni, più volte al giorno, chattano con qualcuno conosciuto in internet, postano proprie foto personali su qualche social e pubblicano propri video su internet. Sono quelli tra gli intervistati che hanno una maggiore propensione a connettersi di notte, sia nei giorni feriali (21%) che nel week-end (22%). Quando si connette, la maggior parte di loro passa in internet tra le 5 e le 10 ore, sia nel week-end (34%) che nei giorni feriali (30%). Il 75% fa uso dei social network per conoscere persone disponibili a fare amicizia, o a intrattenere un rapporto di amicizia o di amore. Ben il 16% non ravvisa alcun rischio particolare se un adolescente dà l’amicizia a sconosciuti, trattandosi di contatti virtuali, percentuale che scende al 13% tra coloro che hanno figli.
 
La conoscenza della normativa italiana
Gli italiani si ritengono sufficientemente informati sulla legge che regola le interazioni di natura sessuale tra un minore e un adulto (C.P. art. 609 quater) ma, come rilevato dall’indagine Save the Children, la percezione che si ha delle proprie conoscenze in materia si discosta dalla effettiva realtà dei fatti. La maggiore età infatti è ritenuta la soglia della non punibilità per legge dal 61% delle persone intervistate, la seconda soglia più citata attiene ai 16 anni, e prevede comunque il consenso (14%), mentre il restante 25% delle indicazioni si distribuisce tra coloro che indicano come limite le varie altre soglie di età, e coloro che ritengono che tale interazione sia sempre consentita (8%) in assenza di violenza o costrizione. Lo scarso dibattito sul tema e complessità della formulazione giuridica non favoriscono dunque una percezione chiara ed univoca di quanto essa prescriva, generando una generale e preoccupante confusione sui principi che regolano un’interazione a sfondo sessuale tra adolescenti e adulti.

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