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Giovedì 13 FEBBRAIO 2014
La "Fini-Giovanardi". Una legge che ha cambiato, in peggio, la vita di migliaia di persone

Ho provato a immaginare cosa sarebbe stata la mia vita e quella dei tanti altri che in gioventù hanno fumato una canna dopo una giornata di duro studio o di lavoro se fossero caduti nella ghigliottina della legge. E la risposta è estremamente semplice: sarebbero stati rovinati per sempre

La scellerata legge Fini Giovanardi, come giustamente è stata definita da Livia Turco, è stata bocciata dalla Consulta e finalmente non potrà perpetrare i danni finora fatti. Per questa legge 10.000 persone sono state condannate in carcere a pene pesantissime per avere fumato uno spinello.
 
Ho provato a immaginare cosa sarebbe stata la mia vita e quella dei tanti altri che in gioventù hanno fumato una canna dopo una giornata di duro studio o di lavoro se fossero caduti nella ghigliottina della legge. E la risposta è estremamente semplice: sarebbero stati rovinati per sempre per  soddisfare quella voglia di punizione (applicata agli altri ovviamente) che ha  spinto Fini e Giovanardi a equiparare senza alcun motivo droghe pesanti con droghe leggere nonostante fosse chiaro come il consumo di cannabis  risultasse  estremamente meno pericoloso di tabacco e alcool.
 
Ma è del tutto evidente che contro alcool e tabacco (per impedirne almeno un uso eccessivo)  nulla si può fare perché le conseguenze economiche sarebbero enormi  e ai due apostoli dell’apocalisse che ovviamente di tabacco fanno uso regolare (almeno per quanto so di Fini)  nulla importava  se anche  i vantaggi  in termini di salute sarebbero stati equivalenti se non  superiori
 
Da rimarcare il pessimo commento di Giovanardi che invece di chiedere scusa del male fatto ai tantissimi ingiustamente carcerati, a cui dovrebbe almeno i danni morali, si è lamentato che la Consulta ha espropriato il Parlamento delle sue prerogative vanificandone il ruolo. Lui che aveva inserito una norma così pesante in un provvedimento dedicato alle Olimpiadi di Torino che di droga, salute e altro nulla diceva
 
Roberto Polillo

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