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Venerdì 21 FEBBRAIO 2014
Creme sbiancanti. Aifa: “Attenzione a danni derivanti da un uso improprio”

Il richiamo dell’Aifa arriva dopo avere riscontrato l'aumento, in Italia, dell’uso di creme per sbiancamento cutaneo, anche contraffatte o introdotte illegalmente. “L'uso improprio o la scelta di prodotti di scarsa qualità può provocare danni rilevanti non solo a livello cutaneo, ma anche a carico dell’intero organismo ".

L’Aifa accende i riflettori sulle creme per lo sbiancamento cutaneo “alla luce dei numerosi sequestri” e della segnalazione di “uso improprio di questi prodotti”. La pratica dello sbiancamento cutaneo a fini estetici per ridurre, attraverso sostanze, l’intensità della pigmentazione di una cute naturalmente scura o delle macchie dovute all'invecchiamento, si è ormai diffusa in molti paesi al punto da potere essere definita di uso abitudinario, ma – rileva l’Aifa – sta crescendo anche in Italia.

Purtroppo, avverte l’Agenzia italiana del farmaco, “i prodotti utilizzati sono disparati, contengono una grande varietà di principi attivi, spesso associati tra loro, e vengono presentati per lo più in forma di creme che, in diversi stati extraeuropei, sono distribuite come cosmetici oppure vendute attraverso canali non regolati dalle norme sanitarie e che, non di rado, entrano a far parte di commerci decisamente illegali. Le sostanze dotate di un’attività sbiancante – prosegue l’Aifa in una nota pubblicata sul proprio sito internet - sono numerose e vanno da quelle certamente velenose, come il mercurio, a quelle che, invece, sono regolarmente autorizzate come ingredienti di medicinali dermatologici. Tra queste ultime, sono molto utilizzati per la loro capacità di ridurre la pigmentazione cutanea e, quindi, con finalità estetiche improprie e pericolose, i farmaci appartenenti alla famiglia del cortisone e, soprattutto, quelli a lunga durata d’azione ed elevata potenza quali il clobetasolo o il betametasone”.

Nel nostro Paese e in tutta l’Unione Europea questi medicinali sono prodotti e commercializzati nel rispetto delle rigorose regole comunitarie dettate a difesa dei cittadini. Ma, avverte l’Aifa, “le creme sbiancanti introdotte illecitamente in Italia, invece, pur contendo corticosteroidi o altri componenti pericolosi, non sono registrate come medicinali nei paesi di provenienza, ma sono generalmente vendute ed acquistate come semplici cosmetici o prodotti di libera vendita”.

L’Aifa fa quindi sapere che nel corso delle attività di controllo effettuate dagli uffici di sanità frontaliera e delle dogane è stato rilevata e segnalata la crescente diffusione delle creme sbiancanti anche nel nostro paese. “Tra i prodotti rinvenuti, in carichi di merci o nei bagagli a seguito di passeggeri, rientrano sia medicinali la cui commercializzazione in Italia è regolarmente autorizzata, sia farmaci fabbricati legalmente nel nostro paese ma destinati esclusivamente all’esportazione verso i mercati extra-UE, sia, infine, copie contraffatte o prodotti illegali le cui confezioni recano nomi che imitano i marchi commerciali di creme fabbricate in Italia e riportano la dicitura ‘prodotto italiano’”.

Di fronte al fenomeno, e considerate le modalità seguite dai soggetti dediti a questa pratica estetica (applicazioni delle preparazioni su superfici corporee molto estese, quotidianamente ripetute e prolungate per mesi o anni), l’Aifa ha quindi deciso di mettere in guardia dai rischi per la salute derivanti non solo dalla scarsa qualità dei prodotti, ma anche dall’uso improprio di quelle di qualità. esponga gli stessi soggetti a conseguenze anche molto gravi per la loro salute. “Le creme a base di corticosteroidi — medicinali efficaci e sicuri se impiegati secondo prescrizione medica — possono causare, se usate in modo improprio, danni rilevanti non solo a livello cutaneo (quali iperpigmentazione, ipertricosi o comparsa di strie cutanee simili a smagliature) ma anche a carico dell’intero organismo (quali diabete, ipertensione arteriosa o malfunzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene) per gli effetti sistemici derivanti dall’assorbimento cronico del principio attivo”.

Dunque, conclude la nota dell’Aifa, “la conoscenza del fenomeno, lo scambio di informazioni relative ai sequestri di prodotti illegali e/o contraffatti tra gli operatori coinvolti, il rafforzamento dei controlli, in dogana e sul territorio, unitamente ad iniziative di sensibilizzazione sui rischi, rappresentano, rispetto a questa tipologia di prodotto, i principali punti di intervento a tutela della salute pubblica”.

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