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Lunedì 24 FEBBRAIO 2014
Diabete. Pazienti contro l’Aifa: “Restrizioni su incretine peggiorano l’assistenza”

Dopo i medici diabetologi, anche i pazienti diabetici si scagliano contro le nuove indicazioni prescrittive Aifa per le terapie basate sulle incretine. “Peggiorano la qualità della cura, espongono a complicanze e limitano la capacità lavorativa di molte persone con diabete”. La Fand chiede una revisione.

“Grande preoccupazione” da parte della FAND (Associazione Italiana Diabetici) per quanto denunciato dalle Società Scientifiche della diabetologia, SID e AMD,  in merito alle limitazioni imposte dal documento AIFA per la prescrizione in regime di rimborsabilità di farmaci basati sulle incretine (inibitori della DPP4 e agonisti recettoriali del GLP1). “Chiediamo all’Agenzia del farmaco di rivedere prontamente la propria decisione”, è l’appello dei pazienti diabetici.

“Secondo i diabetologi – ricorda Egidio Archero, Presidente Nazionale FAND - queste nuove norme di prescrizione e rimborsabilità delle terapie anti-diabete innovative comportano un peggioramento della qualità della cura per una parte delle persone con diabete tipo 2 ed espongono molti malati a complicanze o effetti collaterali gravi, ovvero un maggior rischio di ipoglicemie, collegato all’impiego di sulfaniluree o insuline”.

Limitazioni prescrittive “attuate per lo più per contenere la spesa sanitaria” ma che “in realtà – prosegue Archero -, non portano a un vero e proprio risparmio, ma sarebbero addirittura controproducenti. Se è vero che le incretine hanno un costo diretto maggiore rispetto ai ‘vecchi farmaci’, come le sulfaniluree e l’insulina, l’Agenzia non considera il costo ingenerato alla spesa sanitaria complessiva in termini di ricorso al Pronto Soccorso o addirittura di ricovero ospedaliero  prolungato per i cosiddetti “pazienti fragili over 65” che, con l’utilizzo delle incretine, riescono a scongiurare le ipoglicemie e ad allontanare il passaggio alla terapia insulinica”.

Da un punto di vista pratico, inoltre, la FAND sottolinea come le limitazioni all’impiego di questi farmaci innovativi, a minor rischio di ipoglicemia, rispetto a quelli tradizionali (insulina e sulfaniluree) possono, a loro volta, limitare la capacità lavorativa di persone con diabete - come autisti, muratori e carpentieri sulle impalcature, autotrasportatori, operatori di carrelli elevatori e gru, e altre categorie - che “potrebbero mettere a rischio la loro e l’altrui incolumità in caso di crisi ipoglicemica. Senza dimenticare l’impatto negativo che l’impiego di farmaci riconosciuti come potenziale causa di ipoglicemia ha sul rinnovo della patente di guida per le persone con diabete”, conclude Archero.

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