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Mercoledì 19 MARZO 2014
Verifica Piani di rientro. Sonora bocciatura per il Molise. “Situazione compromessa e disavanzo peggiorato. Occorre riprogettare il Ssr”

Valutata negativamente la bozza di programma operativo 2013-2015. A 7 anni dalla stipula del Piano di rientro il disavanzo è peggiorato e lo squilibrio di cassa e di competenza è di 334 mln. Dure critiche al presidente-commissatrio Frattura. “Anche la gestione corrente contribuisce ad aggravare una situazione già compromessa. Non più procrastinabile una riprogettazione del SSR”.

Una bocciatura senza pari e su tutta la linea. Si potrebbe riassumere così l’ultima verifica trimestrale del Piano di rientro della Regione Molise svoltasi lo scorso 19 febbraio e finalizzata all'analisi della bozza del Programma Operativo 2013-2015 trasmesso dalla Regione Molise il 10 dicembre 2013.
 
Ed ecco la prima insufficienza. “I Tavoli hanno valutato negativamente la bozza di Programma Operativo 2013-2015 in quanto non idoneo alla risoluzione delle criticità presenti nella gestione del Servizio Sanitario della  Regione”.
 
Le principali criticità sono così sintetizzabili:
 
-Mancato recepimento di quanto già segnalato nelle precedenti riunioni di verifica sulle bozze di P.O. 2013-2015 inviate;
 
-Documento incompleto e mancante di elementi necessari per definire le manovre regionali e poter valutare gli scenari tendenziali;
 
-Non chiara individuazione della rete ospedaliera con particolare riferimento alle intenzioni di integrazione del Presidio Ospedaliero Cardarelli con la Fondazione Giovanni Paolo II e all'articolazione delle strutture pubbliche e private;
 
-Persistenza di inadeguatezze nel campo dell'assistenza territoriale (scarso utilizzo degli strumenti di valutazione per l'inserimento dei pazienti in ambito residenziale e semiresidenziale; insufficiente e frammentaria offerta per pazienti non autosufficienti).
 
-Mancata presenza di previsione di atti programmatori assistenziali importanti (quali le reti delle patologie complesse e dei percorsi diagnostico-terapeutici per le patologie croniche);
 
-Mancanza di metodologie che consentano di definire correttamente il fabbisogno di prestazioni sanitarie e di conseguenza consentano di procedere con l'accreditamento definitivo delle strutture sanitarie;
 
Ma i Tavoli sono andati oltre e hanno ricordato che “la Regione Molise, a 7 anni dalla stipula del Piano di Rientro, presenta uno squilibrio di cassa e di competenza fino al 31/12/2012 complessivamente valutato, da ultimo nella riunione del 31 gennaio 2014, in 334,134 mln di euro, valore che rappresenta circa la metà del finanziamento annuale attribuito alla Regione dal riparto nazionale del FSR. Alla luce di tale criticità, hanno sottolineato che il Programma Operativo 2013-2015 dovrà contenere manovre in grado di recuperare, strutturalmente, il grave disavanzo accumulato. Inoltre hanno evidenziato che il disavanzo sanitario regionale, nel periodo 2007-2013, non ha visto una contrazione ma, al  contrario, un peggioramento quale esito di un estremo ritardo nell'attuazione delle azioni di risanamento contenute nel Piano di Rientro”.
 
Ma la lista nera non finisce qui. Sono infatti evidenziate “numerose criticità nella  gestione del corrente quali il ritardo con cui l'attuale Commissario sta procedendo all'attuazione del mandato attribuitogli dal Consiglio dei Ministri, relativamente alla rimozione dei  provvedimenti non coerenti con il Piano di Rientro, la mancata attuazione  degli impegni assunti dallo stesso Presidente/Commissario, come, ad esempio, la nomina del vertice dell'azienda sanitaria regionale ed la continua messa in discussione del ruolo del sub commissario governativo.
In virtù delle criticità riscontrate e dei rilevanti ritardi accumulati, i Tavoli hanno valutato la sussistenza dei presupposti per l'attivazione della procedura di cui all'articolo 2, comma 84, della legge 191/2009” (ovvero la nomina di uno o più sub commissari ad acta qualora il presidente della Regione nominato commissario non riesca a portare avanti il Piano di rientro).
 
 
E da ultimo, la mazzata finale. Sulla base delle evidenze emerse nei 7 anni di vigenza del Piano di rientro, con riferimento anche alla concreta gestione operata dai soggetti di volta in volta designati quali responsabili effettivi dell'attuazione del Piano di rientro, i Tavoli segnalano come la Regione “abbia ormai consolidato una rete di offerta assistenziale inefficiente e sovradimensionata per alcuni aspetti, quali ad esempio il settore ospedaliero, rispetto alle reali esigenze espresse dalla popolazione nelle sue componenti di struttura e di dimensione. Tenuto conto del fatto che anche la gestione corrente contribuisce ad aggravare una situazione già compromessa, i Tavoli ritengono non più procrastinabile una riprogettazione del SSR”.

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