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Venerdì 21 MARZO 2014
Circoncisione rituale. La Regione Lazio si impegna a garantirla nel Ssr

Confronto aperto tra i rappresentanti della Regione e le associazioni di medici arabi in Italia. E intanto al Policlinico Umberto I è stato aperto un ambulatorio per eseguire in sicurezza questa pratica

Garantire che la circoncisione, atto rituale e fortemente sentito da migliaia di famiglie, soprattutto di religione ebraica e musulmana, venga eseguita nel modo più corretto da persone autorizzate ed in un ambiente adeguato. È stato questo il tema di un confronto che si è svolto presso la Regione Lazio il 18 marzo scorso, nell’ottica di una piena integrazione sociale degli immigrati e di salvaguardia della salute dei bambini, promosso dall’AMAI (Associazione dei Medici Arabi in Italia) e dall’UMAI (Unione Medici Arabi in Italia).
 
Nel dare l’avvio alla discussione, Musa Awad, presidente AMAI, e Hassan Sabri, presidente UMAI, hanno ringraziato i presenti, ma soprattutto l’Istituzione regionale, le associazioni e i soggetti, politici e non, che in questi anni hanno lavorato e si sono impegnati affinché nell’ambito del servizio sanitario regionale si possa effettuare questa pratica senza rischi sanitari, garantendo la salute di bambini ed adulti.
Rosanna Cerbo, segretaria generale dell’Opera Karol Wojtyla, ha illustrato gli aspetti storici e religiosi, nonché sanitari e legislativi che caratterizzano un rito così antico. Si è altresì soffermata sugli atti del Consiglio e dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio che hanno portato all’apertura presso il Policlinico Umberto I di un ambulatorio per la Circoncisione rituale per soggetti oltre i tre anni di età.
 
Nel moderare ed introdurre la tavola rotonda, Augusto Battaglia ha affrontando il tema della globalizzazione e dei fenomeni legati ai flussi migratori che impongono misure organizzative ed attenzioni che facilitino il rapporto delle diverse etnie e comunità con il sistema sanitario. È in questo quadro che vanno, infatti, affrontati gli aspetti sanitari, organizzativi e legislativi della circoncisione rituale.
Riccardo Agostini, (PD) membro della Commissione Politiche Sociali e Salute del Consiglio Regionale del Lazio, ha sottolineato la sensibilità manifestata dal Consiglio Regionale nei confronti del delicato tema della salute degli immigrati ed in particolare della circoncisione rituale, nonché la volontà di garantire una collaborazione fra le associazioni che si occupano di immigrazione e la Regione Lazio.
 
Il magistrato Giuseppina Barreca ha illustrato gli aspetti normativi, sia italiani che riferiti al quadro della legislazione europea, soffermandosi in particolare su una serie di sentenze in materia di circoncisione rituale. Aldo Morrone, direttore generale dell'ospedale San Camillo, anche alla luce della sua lunga esperienza in tema di immigrazione, ha salutato con favore tutte le iniziative a garanzia della salute, specialmente dei soggetti più deboli, abbracciando l’ipotesi di apertura di altri presidi sul territorio laziale per la circoncisione rituale a partire proprio dall’ospedale San Camillo. Alfredo Cuffari come medico di medicina generale e pediatra, ha esposto le difficoltà che affronta il medico, specialmente il pediatra, in queste tematiche, ed ha auspicato la possibilità di arrivare ad un quadro legislativo chiaro.
 
Hanno partecipato all’evento Marco Vincenti, capo gruppo PD al Consiglio Regionale, e Giuseppe Lavra, vice presidente Ordine dei Medici di Roma, che ha portato i saluti del Consiglio.
La seconda tavola rotonda, moderata da Elias Attalah e Mustafa Qaddoura, ha affrontato questioni tecniche riguardanti l’esecuzione pratica della metodica.
Fra gli interventi più significativi dell’interessante dibattito, quelli di Gabriele Antonini che ha parlato della circoncisione classica per patologia e di Monir Almansour che ha illustrato la tecnica della circoncisione rituale, mostrando uno strumento chirurgico inventato da lui stesso per un corretta e sicura manovra chirurgica.
Nel chiudere i lavori, Musa Awad si è augurato che, anche a partire dalla positiva esperienza della Regione Lazio, si possa arrivare presto ad un quadro legislativo nazionale chiaro e specifico in materia di circoncisione rituale.

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