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Giovedì 20 MARZO 2014
Dal Ministero della Salute alcuni consigli per la salute dei futuri genitori e quella del bambino

"Pensaci prima, è meglio", questo il nome della campagna informativa on line che approfondisce tre aspetti fondamentali per il benessere della coppia in procinto di avere un bambino: la cura della propria salute riproduttiva, l'assunzione di acido folico in gravidanza e l'assistenza per le persone con Hiv e Aids.

E' partita la campagna informativa on line del Ministero della Salute "Pensaci prima, è meglio", contenente alcuni consigli per proteggere la salute dei futuri mamma e papà oltre che del nascituro.
Queste le tre regole base:
- aver cura della propria salute riproduttiva e sessuale fin dall’infanzia, per evitare che patologie o comportamenti scorretti e dannosi possano compromettere la fertilità futura;
- assumere acido folico per ridurre i rischi di alcune patologie congenite prima del concepimento o se si programma una gravidanza;
- fare il test Hiv, si protegge se stesso, il partner, il bambino.

Ognuno di questi tre aspetti viene approffondito in un capitolo ad hoc.

Fertilità
La fertilità è un bene da tutelare e preservare sin dall’infanzia. Non tutti sanno che banali infezioni contratte in infanzia e giovane età, se trascurate, possono comportare conseguenze negative a lungo termine sulla fertilità.
Il fumo, l’obesità o l’eccessiva magrezza, diverse sostanze ambientali, la sedentarietà e perfino l’eccessiva attività fisica sono alcuni tra i principali fattori di rischio modificabili, capaci di influenzare la salute sessuale e riproduttiva di un individuo.
Ogni donna nasce con un numero predefinito di cellule uovo (riserva ovarica) che, con il passare del tempo, si riduce fino ad esaurimento. Per questo motivo la fertilità delle donne diminuisce a partire dai 30 anni con un calo molto significativo dopo i 40.
Una coppia che dopo un anno di rapporti regolari e non protetti non riesce a concepire è in genere considerata infertile. Non bisogna dimenticare, però, che una non trascurabile percentuale di coppie riesce ad avere un figlio dopo due anni di tentativi, per cui molti preferiscono parlare di infertilità dopo 24 mesi (secondo i criteri della Organizzazione Mondiale della Sanità). Complessivamente, l’infertilità riguarda circa il 15% delle coppie. Le cause dell’infertilità sono numerose e di diversa natura. Per alcune di esse si può intervenire con diagnosi tempestive, cure farmacologiche e terapie adeguate, ma anche con la prevenzione e l’informazione.
Nel corso degli ultimi anni si è registrato un incremento delle patologie acute e croniche della sfera riproduttiva. Tra queste, le malattie infettive sessualmente trasmissibili, comuni per donne e uomini, sono tra le maggiori cause di infertilità maschile e femminile.
Tra le donne sono aumentate alterazioni tubariche, malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi, alterazioni ormonali e ovulatorie.
Tra gli uomini aumentano invece le condizioni che alterano la produzione ormonale, riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo, come varicocele, criptorchidismo, malformazioni genitali, infiammazioni testicolari, patologie prostatiche.
Sono in aumento anche i nuovi fattori di rischio dell’infertilità, quali l’obesità, i disturbi del comportamento alimentare, l’abuso di alcool, fumo e droghe, il doping nelle palestre e gli interferenti endocrini ambientali, come i derivati delle plastiche e degli idrocarburi.
 
Acido Folico in gravidanza… prima è meglio!
Acido folico e folati sono vitamine del gruppo B, note anche con il nome di vitamina B9. La parola deriva dal latino folium, foglia. Fu l’americano Mitchell, negli anni '40, il primo ad usare il termine "acido folico" per indicare sostanze estratte da foglie di spinaci rivelatesi efficaci contro alcuni tipi di anemia.
È importante distinguere tra acido folico e folati.
Questi ultimi sono composti naturalmente presenti negli alimenti, mentre l'acido folico è la molecola di sintesi presente nei supplementi vitaminici e negli alimenti arricchiti con queste vitamine.
I folati devono essere necessariamente introdotti attraverso l’alimentazione, in quanto il nostro organismo li produce sono in quantità molto limitate.
L'acido folico e i folati sono coinvolti nella sintesi di molecole importanti come il DNA, l’RNA e le proteine. Sono essenziali, quindi, per tutte quelle cellule che nel nostro organismo vanno incontro a processi di differenziazione e rapida proliferazione, come ad esempio le cellule del sangue e della pelle e sono particolarmente importanti durante la formazione dell’embrione, quando si sviluppano e si differenziano i primi abbozzi degli organi.
Una carenza di queste vitamine può determinare forme di anemia e aumentare il rischio di gravi malformazioni fetali, come i difetti del tubo neurale (tra cui spina bifida, anencefalia e encefalocele) ed altre malformazioni, in particolare alcune difetti congeniti cardiovascolari, malformazioni delle labbra e del palato (labiopalatoschisi), difetti del tratto urinario e di riduzione degli arti. Secondo il sistema di sorveglianza europeo delle anomalie congenite EUROCAT (European surveillance of congenital anomalies) ci sono, in media, 20 casi di malformazioni congenite ogni 1.000 nati.
Un’alimentazione ricca in frutta, verdura e legumi, contenenti folati, può contribuire a ridurre l’incidenza delle malformazioni congenite, ma la sola alimentazione non è sempre sufficiente a coprire il fabbisogno quotidiano in folati e, se si programma una gravidanza, è necessario integrare la dieta con compresse di acido folico.
Numerosi studi hanno dimostrato che un’adeguata assunzione di acido folico è efficace nella prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale e di altre malformazioni congenite permettendo una riduzione del rischio fino al 70%.
 
Assistenza per le persone con Hiv e Aids
La tutela dei diritti delle persone HIV positive rappresenta un aspetto fondamentale nell’approccio alle problematiche poste da questa infezione, patologia che, più di altre, porta con sé significative implicazioni sociali, rappresentando una sfida complessa per chi, nelle Istituzioni e, operativamente nei servizi socio-sanitari, si ponga l’obiettivo di realizzare il più ampio livello possibile di salvaguardia della salute, senza con ciò venire meno al rispetto dei fondamentali principi di dignità della persona umana.
Da un punto di vista giuridico-normativo, l’esistenza di un’ infezione da Hiv entra in gioco in numerosi aspetti della vita sociale: lo stigma e le difficoltà che ne conseguono dispiegano i loro effetti in tutti i settori della vita di relazione, dai luoghi di lavoro alla scuola, dalle strutture sportive e ricreative a quello sanitarie e assistenziali.
Negli anni è stato costruito un articolato sistema normativo fondato sulla tutela della riservatezza dei dati sanitari e sul divieto di compiere qualsivoglia discriminazione a danno delle persone sieropositive.
La concreta attuazione delle sopracitate norme rappresenta la piena realizzazione del diritto di ogni persona di accedere ai Servizi socio-sanitari, nonché di fruire di appropriati e tempestivi interventi per la prevenzione, diagnosi e cura dell’infezione da Hiv.

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