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Lunedì 24 MARZO 2014
Roma. "Il feto è morto", e le consigliano di abortire. Ma il figlio nasce sano. Denunciati medici del Fatebenefratelli

E' quanto accaduto ad una donna ricoverata al Pronto Soccorso del nosocomio romano, nell'aprile del 2013, per alcune perdite ematiche. La diagnosi non lascia scampo: "Aborto interno, è necessario un raschiamento". Lei non si fida e va via. Il bambino nascerà a dicembre perfettamente sano.

Per i medici del Pronto soccorso del San Giovanni Calibita Fatebenefratelli non restava che la via dell'aborto terapeutico. Tutto iniziò il 4 aprile 2013 quando una donna si era presentata al Pronto Soccorso del nosocomio romano per alcune perdite ematiche. Dopo i primi controlli, il responso dei medici non lasciava scampo: il feto per loro era morto, il cuoricino non batteva, l'ecografia era piatta. Bisognava procedere con il raschiamento e consigliano alla donna il ricovero.

La donna decide di andare via e di non ascoltare i medici. Chiede un controllo al suo medico di base che, pur non riuscendo a sentire il battito, le suggerisce di aspettare qualche settimana visto che la gravidanza era appena cominciata. Qualche giorno dopo una ecografia scioglie ogni dubbio: l'embrione è vivo e cresce. La diagnosi elaborata al pronto soccorso era errata. A riportarlo il quotidiano Il Mattino che racconta come il bambino sia poi nato perfettamente sano a dicembre nello stesso ospedale.

La donna ha poi denunciato i medici che le avevano diagnosticato la morte del feto: "Non si può precludere la vita di un bimbo per superficialità - ha spiegato -. Nei Pronto Soccorso il personale deve essere altamente qualificato. Se non avessi seguito il mio istinto sarei stata io stessa la carnefice di mio figlio".

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