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Giovedì 02 DICEMBRE 2010
Il dito indice rivela il rischio di cancro alla prostata

Gli uomini con il dito indice più lungo dell’anulare hanno un rischio ridotto di sviluppare il cancro alla prostata. Lo rivela uno studio pubblicato sul British Journal of Cancer.
E c’è chi pensa di usare questo dettaglio anatomico per avviare allo screening soltanto gli uomini a maggior rischio cancro. 


È quanto meno curioso il risultato di uno studio pubblicato sul British Journal of Cancer. Gli uomini che hanno il dito indice più lungo dell’anulare hanno un rischio di sviluppare il cancro alla prostata di un terzo più basso rispetto agli uomini con le proporzioni delle dita invertite.
Lo studio è stato condotto da ricercatori inglesi dell’University of Warwick e dell’Institute of Cancer Research valutando le caratteristiche della mano di 1500 pazienti con cancro alla prostata e 3000 persone sane.
Dall’analisi dei dati è emerso che più della metà del campione presentava il dito anulare più lungo di quello indice, in circa il venti per cento la lunghezza delle dita era uguale (e il rischio di cancro analogo a quello del primo gruppo). Mentre nel rimanente 30 per cento, in cui l’indice era più lungo dell’anulare, il rischio di cancro alla prostata era del 33 per cento più basso del primo gruppo. La riduzione del rischio era ancora più elevata (-87%) quando si prendevano in considerazione soltanto gli uomini con meno di 60 anni di età.
TUTTA COLPA DEL TESTOSTERONE
Una bufala? A quanto pare no. E a suggerirlo non è soltanto il prestigio della rivista su cui lo studio è stato pubblicato (il British Journal of Cancer è una delle pubblicazioni del gruppo Nature), ma anche la plausibilità delle ragioni con cui i ricercatori spiegano il fenomeno.
La lunghezza relativa di indice e anulare è determinata prima della nascita e si pensa sia correlata ai livelli di ormoni a cui il feto è esposto. L’esposizione a minori quantità di testosterone, in particolare, equivalgono a una maggiore lunghezza relativa dell’indice.
I risultati della ricerca fanno quindi ritenere che una minore esposizione al testosterone prima della nascita abbia un effetto protettivo sul rischio di sviluppare il cancro alla prostata.
DITO PUNTATO SULLO SCREENING
“I nostri risultati mostrano che la lunghezza relativa delle dita può essere usato come un semplice test per valutare il rischio di cancro alla prostata, soprattutto nelle persone con meno di 60 anni”, ha affermato uno degli autori dello studio, Ros Eeles. “Questa entusiasmante scoperta ci fa pensare che la lunghezza relativa delle dita, magari insieme ad altri fattori come la storia familiare o un test genetico, possa essere usato per selezionare gli uomini a elevato rischio cancro e invitarli a sottoporsi allo screening”.
Insomma, non è da escludere che in futuro si possa offrire il dosaggio del Psa soltanto agli uomini con l’indice più corto dell’anulare.  

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