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Mercoledì 26 MARZO 2014
Spending Review. Le Regioni puntano semplicemente a rifinanziarsi

Il nostro dramma non è solo quello che le Regioni spendono male i soldi pubblici, ma è soprattutto quello di non avere nessun progetto credibile di cambiamento per spenderli meglio. Per loro si tratta semplicemente di riprendersi quello che perderanno con la Spending review.

“Elogio dell’imbecille”, è un pamphlet che un arguto archiatra, mio amico, mi ha regalato. Il suo sottotitolo mi sembra perfetto per la sanità: “Gli intelligenti hanno fatto il mondo gli stupidi ci vivono alla grande”. In alto sul frontespizio la dedica riferita all’autore scritta con la biro “E se non avesse torto?”. Un dubbio cartesiano, iperbolico, quindi, come il mio, quando penso alle persone che a vario titolo governano la sanità.

Giorni fa Cottarelli, il commissario alla spending review, ha avuto una audizione con la V commissione Bilancio del Senato e in quella occasione gli hanno chiesto se la sanità fosse sostenibile. Cottarelli ha risposto “Il Ssn è sostenibile, non serve un cambiamento radicale del sistema, ci vuole un’azione di risparmio e di efficientamento dei servizi”. Chiedo agli onorevoli senatori: ma non siete stati voi che insieme ai vostri colleghi della sanità avete istituito una commissione sulla sostenibilità del sistema sanitario? Ma allora perché, dopo aver convocato mezzo mondo, chiedete a Cottarelli se la sanità è sostenibile? Che ne sa il “cacciatore di tagli” (Crozza) della nostra sostenibilità? Siete voi che dovreste dire se la sanità è o no sostenibile. E ora che Cottarelli ha bruciato il lavoro della commissione del Senato, che dirà la commissione sulla sostenibilità della Camera? E già, perché non ci bastava una commissione sul niente, ne abbiamo voluto fare due.... senza che a tutt’oggi nessuno, compreso Cottarelli, ci spiegasse in modo non banale cosa fosse la sostenibilità.

Sempre un po’ di giorni fa Errani ci ha informati che il presidente del Consiglio, dopo aver dichiarato grande comprensione verso la sanità, intende approfondire meglio la Spending review. Che Renzi abbia cominciato a mangiare la foglia? Non mi sorprenderebbe se penso ai Patti per la salute sottoscritti sino ad ora con le Regioni. Chi per continuare a spendere a modo suo, toglie i diritti alle persone, impoverisce i servizi, massacra gli operatori, e ti dice che è disposto a risparmiare, allora è possibile che da qualche parte ci sia una fregatura. Come i muratori, le Regioni propongono il principio del “vuoto per pieno”, cioè i risparmi della spending review devono restare nella sanità, e Errani ci spiega il perché: “Se i risparmi non rimanessero in sanità (....) non ci sarebbe sostenibilità”. E che c’entra la sostenibilità? Non si era detto che con i risparmi reinvestiti avremmo curato i malati di Alzheimer? o affrontato “sfide importantissime, tecnologiche, di gestione, di investimento sui farmaci innovativi”? Quindi che c’entra la sostenibilità?

Sbaglierò, ma a me sembra che con il “vuoto per pieno” le Regioni vogliano semplicemente non avere riduzioni del fondo sanitario, e quindi aggirare la spending review, per non essere costrette a intervenire su quelle diseconomie che sino ad ora a molte di loro hanno permesso di alimentare il proprio potere clientelare. Se a questa finta spending review aggiungiamo le richieste circa i nuovi criteri di riparto del fondo, l’adeguamento dei Lea, la revisione dei ticket e delle esenzioni e, alla faccia dei ricoveri impropri e delle politiche per la salute, la costruzione di nuovi ospedali, il gioco è fatto.

Il Patto per la salute non cambierebbe sostanzialmente niente continuando a lasciar decadere il sistema sanitario a spese dei diritti. Con il “vuoto per pieno” le Regioni, a mio parere, puntano semplicemente a rifinanziarsi. Il nostro dramma, caro presidente del Consiglio, non è solo quello che le Regioni spendono male i soldi pubblici, ma è soprattutto quello di non avere nessun progetto credibile di cambiamento per spenderli meglio. Per loro si tratta semplicemente di riprendersi quello che perderanno con la spending review.

Errani non è cattivo ma, poveretto, non sa immaginare nulla di diverso dal “vuoto per pieno” e nulla che sia possibile in altro modo. Caro presidente del Consiglio, mi creda, il risparmio che le hanno promesso è ridicolo ed incerto. E poi se si rammenta i numeri dell’Istat sulle varie forme di estromissione dei cittadini dalle tutele pubbliche, quelli della corte dei conti sugli sprechi e gli abusi, quelli delle fiamme gialle sui reati amministrativi e ancora la spesa privata, i lavoratori della sanità spremuti come limoni vedrà che il dubbio iperbolico verrà anche a Lei: e se davvero avessimo a che fare con degli imbecilli? A questo punto non troverei niente di male se da parte sua vi fossero delle cautele per contenere l’imbecillità:
•    stabilisca in ragione del principio del “vuoto per pieno” che i soldi da reinvestire in sanità siano vincolati a cose precise e se alla verifica risultassero spesi per obiettivi diversi da quelli stabiliti siano tagliati ;
•    se le Regioni per mantenere le loro clientele fanno la spending review sui diritti dei malati, degli operatori, dei servizi, ma non sulle diseconomie allora che siano commissariate.

Ci vediamo domani al convegno "Professioni e sanità: chi e cosa si oppone al cambiamento?” promosso per domani, 27 marzo ore 9.30, nell’aula Paolo VI della Pontificia Università Lateranense in Roma, dal mensile “Specchio Economico” e dal Movimento “Le Professioni per l’Italia”.

Ivan Cavicchi
 

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