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Giovedì 15 MAGGIO 2014
Infermieri di famiglia e ambulatori infermieristici. I 5 Stelle lombardi "adottano" la proposta dell'Ipasvi. La legge in Consiglio regionale 

Un nuovo modello di cure primarie formulato dall'Ipasvi di Milano-Lodi-Monza e Brianza e trasfromato in proposta di legge regionale dal Movimento 5 Stelle. Il Pd e la Lega avrebbero già annunciato il loro sostegno al testo. Anche le società scientifiche chiedono di essere coinvolte nel progetto. IL TESTO DELLA PDL.

Potenziare le cure primarie, e in particolare l’assistenza infermieristica, per “migliorare e garantire la continuità assistenziale a livello territoriale nell’interesse primario della salvaguardia del diritto di salute del cittadino, con l’impegno di assicurare la reale attuazione dei LEA, e l’aiuto e il supporto a chi è in condizioni di fragilità, non autosufficienza, povertà”, ma anche per “contenere la spesa nella pubblica amministrazione – e quindi anche nella Sanità”.

È questa la ricetta contenuta nella proposta di legge 00143 presentata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle della Lombardia. Un'iniziativa che prende le mosse da un modello pensato dall'Ipasvi di Milano-Lodi-Monza e Brianza e sul quale anche il Pd e la Lega avrebbero già annunciato il loro sostegno nel corso dell'iter legislativo, come spiega al nostro giornale Giovanni Muttillo, presidente del Collegio Ipasvi inter-provinciale. "Il modello, peraltro - sottolinea Muttillo -, piace anche ai medici, tanto che la Società italiana di neonatologia ha chiesto di poter essere coinvolta nella realizzazione del progetto e anche i medici di famiglia stanno lavorando in stretta collaborazione con l'Ipasvi per dar vita a un nuovo modello di cure primarie, come dimostra la loro partecipazione al convegno promosso dall'Ipasvi interprovinciale nei giorni scorsi e come dimostra la partecipazione degli infermieri al Convegno nazionale Co.S (Consorzio Sanità) che sarà promosso dai medici di famiglia a fine giugno".

Per quanto riguarda i neonatologi, apprezzamento è stato espresso da Fabio Mosca, direttore dell'area di neonatologica pediatrica della Mangiagalli, presidente del corso di Laurea in Infermieristica Pediatrica dell'Università degli studi di Milano e presidente della società Italiana di Neonatologia  sez Lombardia, in una missiva inviata a Muttillo. "Ho letto con interesse la tua iniziativa di promuovere la figura dell’ infermiere di famiglia, con l’ obiettivo principale di 'dare risposte assistenziali ai malati cronici o in fase acuta direttamente a domicilio, decongestionando in questo modo gli ospedali'", scrive Mosca, sottolineando che "ovviamente il tutto è molto condivisibile, ma riguarda allo stesso modo e forse ancor di più, considerando gli effetti negativi dell’ ospedalizzazione nel bambino, anche l’ età pediatrica e l’ infermiere pediatrico, che mi piacerebbe venissero coinvolti in una iniziativa di salute così pregevole. Anche considerando che nella nostra Regione è attivo e ben funzionante un Corso di Laurea di Infermieristica Pediatrica e che la popolazione in età pediatrica costituisce il 18% della popolazione totale".
 
Ma torniamo alla proposta di legge. Il modello prevede la presa in carico globale della persona e della famiglia, attraverso il potenziamento della rete del medico di famiglia, del pediatra di libera scelta e dell’infermiere affidando un ruolo da protagonisti proprio a questi ultimi, proponendo in particolare 2 articolazioni della professione: l’infermieri di famiglia e gli ambulatori infermieristici, “entrambi strumenti che possono essere ritenuti fondamentali per il futuro dell’ assistenza sul territorio, migliorando l’appropriatezza delle prestazioni e abbattendo i costi”, scrivono i consiglieri nella relazione illustrativa del provvedimento.

In particolare, l’infermiere di famiglia svolgerebbe un ruolo essenziale per raggiungere il pieno potenziale di salute per tutti, attraverso il perseguimento di due obiettivi principali: promuovere e proteggere la salute della popolazione, lungo tutto l’arco della vita; ridurre l’incidenza delle malattie e degli incidenti più comuni e alleviare le sofferenze che questi causano.

“L’infermiere di famiglia – spiegano ancora i consiglieri - è un infermiere che si occupa di assistenza in collaborazione con il medico di famiglia, operando in sinergia con lui in una zona delimitata, come ad esempio il quartiere di una grande città, un paese o una piccola comunità”. Questa nuova figura infermieristica potrebbe assistere malati cronici, anche a domicilio, oppure i malati in fase acuta che non richiedono, tuttavia, cure intensive o praticabili esclusivamente in ospedale: “Si pensi alle epidemie influenzali, a persone appena dimesse dall’0spedale che necessitano di medicazioni o trattamenti farmacologici, a pazienti che praticano dialisi peritoneale, alle neo mamme alle prese con l ‘allattamento e lo svezzamento”, precisano i consiglieri. Al malato sarà quindi consentito essere assistito dall’infermiere direttamente presso il proprio domicilio, “con la prospettiva di contribuire a ridurre gli accessi al Pronto Soccorso, le degenze ospedaliere, nonché le riammissioni, operando insieme al medico di famiglia, come filtro per quegli eventi patologici gestibili con successo, o addirittura come maggiore efficacia, a livello domiciliare”.

Anche gli ambulatori infermieristici, il cui accesso sarebbe subordinato alla apposita prescrizione del medico di medicina generale o del medico specialista, produrrebbero secondo i consiglieri la riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni, del numero e della durata dei ricoveri ospedalieri, delle richieste di intervento, degli accessi in Pronto Soccorso e delle riammissioni ospedaliere. “Costituirebbero inoltre – per i consiglieri - un punto di riferimento concreto per la popolazione bisognosa di informazioni, sicurezze ed una risposta sanitaria adeguata”. Nell’idea dei 5 Stelle, negli ambulatori condotti dagli infermieri saranno effettuate gratuitamente numerose prestazioni, dalle medicazioni alle terapie farmacologiche, dall’ elettrocardiogramma ai prelievi, dalla misurazione e monitoraggio dei parametri vitali alla misurazione della glicemia, colesterolemia, eccetera; sarà fornita una corretta informazione sull’uso dei farmaci e una consulenza circa la prevenzione, la cura e la riabilitazione per tutto quanto concerne le prestazioni di competenza. Si svolgeranno corsi di formazione rivolti ai familiari impegnati nell’assistenza domiciliare dei propri congiunti, si curerà la informazione inerente ai servizi che trattano le problematiche legate alle dipendenze, anche can iniziative utili a prevenire ed arginare il fenomeno, quali le campagne formative ed informative. Gli ambulatori infermieristici svolgeranno anche compiti di raccolta di documentazione circa gli atti sanitari legati alla storia della persona assistita, integrandosi can altri servizi, ospedalieri territoriali e can altri 0peratori (fisioterapisti, psicologi, assistenti sociali,eccetera).

“Gli ambulatori infermieristici potrebbero costituire un riferimento e un filtro per le problematiche sanitarie socio assistenziali ad esempio legate a pazienti psichiatrici o con problemi di dipendenza da droghe o alcool) in collaborazione can il medico di base ed i servizi territoriali già esistenti, come ad esempio il SERT”, spiegano ancora i consiglieri.

Insomma, “appare chiaro – secondo i consiglieri - che una rivisitazione della funzioni infermieristiche è  alla base per qualsiasi politica di sviluppa dei servizi sanitari, dall’0spedale, al territorio, ai servizi domiciliari. Vanno contemporaneamente rivisti non solo il piano dell’ assistenza, ma anche quelli della programmazione, della gestione e dell’organizzazione dei servizi. Questo nell’ottica di offrire al cittadino una risposta ai problemi di salute sempre più qualificata, efficace ed efficiente, con appropriatezza di cura, con approfondendo di metodi, strumenti e conoscenze messi a disposizione dalla ricerca”.
 
La proposta di legge dovrà ora affrontare il suo iter legislativo. L'auspicio di Muttillo è che "si possa trattare di un buon esempio di elaborazione di una legge in rete, cioè attraverso un confronto che porti a un provvedimento finale condiviso non solo dai partiti politici, ma anche dai professionisti della sanità e dai cittadini". E per cominciare Muttillo presenterà nei prossimi giorni una richiesta di audizione dell'Ipasvi in commissione sanità del Consiglio.

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