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Lunedì 09 GIUGNO 2014
Ticket aumentati del 25% in 3 anni. Per gli italiani un salasso da 3 mld

Nel 2013 gli italiani hanno speso oltre 2,9 miliardi di compartecipazione alla spesa sanitaria (tra farmaci, diagnostica, specialistica e Pronto Soccorso) contro i 2,2 mld dnel 2010. I lombardi sono quelli che hanno messo più mano al portafoglio (490 mln). Lo rileva l’analisi dell’Ansa sui dati della Corte dei Conti.

Per i ticket sanitari il salasso non finisce mai. Tra quelli sui farmaci, su diagnostica e specialistica, senza dimenticare quelli sul Pronto Soccorso, gli italiani nel 2013 hanno sborsato più di 2,9 mld di euro. Una cifra superiore del 25% rispetto ai 2,2 mld spesi nel 2010. In pratica, oggi i ticket rappresentano il 3% del finanziamento del Fondo sanitario nazionale. A rilevarlo è l’agenzia Ansa sulla base dei numeri contenuti nei rapporti di coordinamento della finanza pubblica della Corte dei conti degli anni 2012, 2013, e 2014.

A mettere più mano al portafoglio sono stati, nel 2013, sono stati i cittadini della Lombardia (490 mln), seguiti dai veneti con 319 mln. Terzi e quarti i residenti di Lazio (281 mln) e Campania (238 mln).

“Ma, il sistema, tra l'altro fortemente diversificato a livello regionale, sembra essere arrivato ad un binario morto”, commenta l’Ansa. Infatti, “rispetto al 2012 i ricavi sono cresciuti dello 0,1% perché con l'inasprimento delle compartecipazioni le persone o rinunciano a curarsi o preferiscono rivolgersi al privato, che offre costi ormai simili e garantisce tempi d'attesa più brevi”.

Il trend potrebbe però cambiare se Regioni e Governo dovessero riuscire nell’intento annunciato di ritoccare il sistema ticket nell’ambito delle trattative sul nuovo Patto per la Salute. Obiettivo sostenuto anche dalla stessa Corte dei Conti nell’ultimo rapporto di finanza pubblica, nel quale oltre a suggerire alcune misure, ricordava quelle che sarebbero allo studio di Governo e Regioni. Le ipotesi prevedono un aumento delle prestazioni sottoposte a ticket (la Corte scrive 30% ma precisa che decisioni spettano a Governo e Regioni); una maggiore equità attraverso la differenziazione dei livelli di contribuzione; nuovi ticket su prestazioni più a rischio inappropriatezza e su alcune tipologie di assistenza territoriale e farmaceutica. Anche per i ticket sui farmaci in ballo misure che prevedono il ricorso a compartecipazioni crescenti al crescere della tariffa (ma con un tetto massimo per ricetta) o differenziate per situazione economica. Allo studio anche l'introduzione di un tetto annuale massimo differenziato per situazione economica. Per la specialistica, si pensa all'abolizione del superticket da 10 euro. Tra le ipotesi anche una revisione dei criteri di accorpamento delle prestazioni per ricetta, rideterminazione del tetto massimo e importi differenziati per situazione economica e per età dell'assistito. Per gli esenti per patologia, una regressione della percentuale di partecipazione su specifiche prestazioni o tetti massimi annuali differenziati per situazione economica.

 

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