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Venerdì 27 GIUGNO 2014
Patto per la Salute. Tutti in attesa delle decisioni dei Governatori. Ma il testo resta “top secret”

Il grosso del lavoro è ormai compiuto. L’accordo è sul tavolo dei presidenti regionali che la settimana prossima dovranno sciogliere la riserva. Al momento gli unici a mostrare perplessità sembrano i piemontesi. Il testo ancora “riservato” ma su fondi sanitari e spending review “interna” non dovrebbero esserci sorprese.

“La Conferenza delle Regioni valuterà nel merito i contenuti della bozza e si esprimerà la prossima settimana quando sarà convocata una riunione straordinaria che avrà all’ordine del giorno proprio la proposta del nuovo Patto per la Salute 2014-2016”, Così ieri il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani.
 
“Il lavoro di elaborazione del Patto per la Salute - che ha visto in questi giorni protagonisti il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia ed una delegazione della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni - ha portato alla predisposizione di una bozza. Si tratta di un passaggio positivo e coerente con gli impegni che avevamo assunto”.  “Questo – ribadiva sempre Errani ieri sera - è il percorso che avevamo definito e a questo percorso, senza alcuna fuga in avanti, ci atterremo”.
 
Concetti confermati e ribaditi dall'assessore alla Sanità del Veneto Luca Coletto (coordinatore della Commissione salute per la Conferenza delle Regioni). “Abbiamo elaborato una bozza di massima ma che non è da considerare ancora definitiva. Ora il documento dovrà essere esaminato dalla Conferenza dei presidenti la prossima settimana”.
 
Dopo l’ultima giornata di confronto- evidenzia l'assessore della Sanità della Toscana, Luigi Marroni – “il Governo e le Regioni che erano presenti alla trattativa hanno presentato alle altre Regioni una bozza che riassume tutto il lavoro che è stato fatto. Ora, la prossima settimana dovrebbe essere convocata la Conferenza dei presidenti per il via libera al testo che poi andrà in Conferenza Stato-Regioni per l'approvazione definitiva".
 
“Abbiamo concluso il lavoro - evidenzia l'assessore della Sanità della Liguria, Claudio Montaldo -  ma non c'è ancora un testo disponibile, abbiamo presentato le slide riassuntive alle altre Regioni. Tra le cose importanti l'articolo 1 con i finanziamenti per i prossimi tre anni”.
 
La delegazione della  Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e il ministero della Salute hanno fatto “un lavoro duro”, ora “tocca ai presidenti limare” la bozza del Patto per la Salute a cui si è arrivati e "trovare la quadra", afferma ancora Luca Coletto secondo il quale tuttavia, su  alcuni punti, come ad esempio “il personale”, "si poteva fare qualcosina di più".
 
“Abbiamo chiuso il lavoro come Commissione Salute - spiega Coletto - Abbiamo rivisto e trattato tutti i vari punti del patto: è  un 'brogliaccio', che ora va nella mani dei presidenti. La Commissione ha fatto il suo lavoro, abbiamo fatto qualche rilievo, ora è competenza esclusiva dei presidenti confrontarsi e trovare la quadra  nei vari ambiti. Tocca ai presidenti limare e validare quanto prodotto”. Certo si poteva fare qualcosa in più, ribadisce Coletto, e “buttare il cuore oltre l'ostacolo”, in particolare sulla “dotazione del personale e su come incanalarlo nella carriera sanitaria, e si poteva fare qualcosina in più anche su altri ambiti che potevano dare dei vantaggi in un periodo di congiuntura economica negativa”. Poi, secondo Coletto, “c'è sempre lo spauracchio  dei tagli ed è chiaro che tagliare rispettando i Lea diventa sempre più difficile”. Proprio per evitare i tagli, secondo Coletto, “bisogna arrivare velocemente a cristallizzare e a chiudere il patto" che, come emerso nelle ultime settimane, dovrebbe mettere nero su bianco che tutte le risorse frutto di razionalizzazione vanno reinvestite nel settore.
 
Al momento l’unico a manifestare perplessità  e cautela è l’Assessore della Regione Piemonte, Antonio Saitta “mancano ancora elementi perché da parte nostra si possa approvare questo testo che è frutto del lavoro di un tavolo tecnico composto da sole otto Regioni” (vedi articolo a parte).
 
Sui testi, in ogni caso,  c’è ancora cautela e riservatezza: secondo le cronache riportate dalle agenzie di stampa nella riunione del 26 giugno al ministero, il documento cartaceo consegnato agli assessori sarebbe poi stato ritirato, proprio per impedire fughe di notizie nel merito prima del vaglio finale dei Presidenti delle Regioni. 
 
Due cose, e di non poca importanza, sembrano comunque certe: i fondi per il triennio ci sono e le cifre sono quelle confermate dal ministro Lorenzin (109,9 mld nel 2014, per salire nel 2015 a 112 mld e nel 2016 a 115,4 mld); e la procedura di “spending review interna” che permetterà di reinvestire i risparmi nello stesso settore sanitario.
 
Tanti comunque gli ambiti affrontati nel Patto, dalla riorganizzazione della rete ospedaliera alle cure primarie e l'innovazione. Secondo le anticipazioni “una sorta di legge delega all'interno del Patto, con una Commissione che dovrà entro dicembre stabilire i nuovi ticket”, che “si impronteranno a un tema di esigenza di equità sociale e di contrasto a chi evade”.
 
I livelli essenziali di assistenza "sono dentro il Patto per la salute, come anche il reperimento delle risorse. Entro il 30 settembre ci sarà la definizione della lista aggiornata dei Lea, con alcuni che saranno tolti e altri inseriti". All'interno del Patto sono individuate ed inserite le risorse per l'aggiornamento dei Lea: 900 milioni in 3 anni.
 
Ci sarà poi una clausola di salvaguardia, cioè un comitato che vigilerà sull'attuazione del Patto. Il Comitato sarà formato dai ministeri della Salute, dell'Economia e Agenas. Questo patto, ha detto Lorenzin, “non potrà dunque rimanere lettera morta, altrimenti si interviene per via sussidiaria”.
 
Infine sarebbe prevista una 'task force' di esperti per prevenire le situazioni di criticità locali ed i piani di rientro nelle Regioni. Tale task force sarà costituita all'interno dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas).
 
Fonte: Regioni.it

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