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Sabato 12 LUGLIO 2014
Cardiologia. Le indicazione del Siapav identificare paziente ad alto rischio

La Società italiana di angiologia e patologia vascolare indica nei malati di diabete o con problemi renali i soggetti maggiormente a rischio cardiovascolare. La prevenzione è sempre lo strumento migliore in particolare l’angiografia coronarica, l’elettrocardiogramma da sforzo e il test ad ultrasuoni per le placche coronariche

Un’alta percentuale di cittadini, nella fascia di mezza età, è soggetta a patologie cardiovascolari, pur non riportando alcun sintomo. La Società italiana di angiologia e patologia vascolare, Siapav, da alcune indicazioni per la prevenzione e la cura di queste malattie. Ricordando che in Europa, sotto i 75 anni, il 42% dei decessi di donne e il 38% di decessi di uomini è dovuto a patologie cardiovascolari. “Un buon sistema di prevenzione può contribuire ad abbattere del 50% queste percentuali”, dichiara Adriana Visonà, presidente Siapav e primario angiologo a Castelfranco Veneto. Soggetti a rischio sono tradizionalmente i malati di diabete o con problemi renali.
 
“Tra gli strumenti di prevenzione migliori – aggiunge la dottoressa – vi sono l’angiografia coronarica, l’elettrocardiogramma da sforzo e il test ad ultrasuoni per le placche coronariche. Non ultimo, la misurazione dell’indice caviglia braccio (che misura il rapporto della pressione sanguigna fra la caviglia e il braccio), poiché soggetti ad alto rischio, oltre a quelli che hanno subito un infarto o un ictus, sono quelli soggetti ad arteriopatia obliterante periferica”.
 
Nel sistema complessivo di prevenzione, hanno un posto di rilievo anche fattori psicosociali o il fatto di andare in apnea durante il sonno o di avere una disfunzione erettile. Mediamente, una persona su 5 oltre i 65 anni soffre di un’arteriopatia periferica e solo il nel 10% di questi casi i sintomi sono chiari.
 
Come si prende in carico un paziente che debba passare attraverso un complesso sistema di prevenzione e cura? Attraverso un team multidisciplinare che veda la collaborazione fra angiologi, chirurghi vascolari e cardiologi. Per esempio, in molti casi di prevenzione medica secondaria è evidente il ruolo dell’angiologo non solo nella prescrizione di farmaci come le statine (sempre parlando di pazienti affetti da arteriopatie periferiche) ma anche nella formazione degli altri specialisti all’impiego degli stessi farmaci.

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