quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 16 LUGLIO 2014
Umbria. Marini: “Entro luglio piano straordinario per abbattere i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie”

Lo ha annunciato alla Commissione sanità e servizi sociali la presidente umbra. Il piano si concentrerà verso gli esami che registrano la massima concentrazione di utenti ovvero: risonanza magnetica, ecografie, doppler, oculistica e mammografia. L'atto della Giunta sara' pronto entro la fine del mese.

Utilizzo "spalmato" fino alle ore serali delle tecnologie a disposizione, con conseguente aumento del personale, che potrebbe essere fornito anche dalle strutture convenzionate, ad esempio i tecnici che vanno a coprire l'estensione dell'orario andando a lavorare dentro l'ospedale; sperimentazione della modalità organizzativa negli ospedali basata sull'overbooking, vale a dire velocizzare l'accesso alle prestazioni includendo pazienti in lista di attesa nei casi, non rari, in cui le persone non si presentano pur essendo prenotate in un dato giorno.
 
Sono queste alcune ipotesi allo studio del piano straordinario per abbattere i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie annunciato alla Commissione sanità e servizi sociali del Consiglio umbro dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini. Piano che sarà pronto entro la fine del mese di luglio.
 
Il Piano straordinario punterà ad abbattere i tempi soprattutto dove si verifica la massima concentrazione di utenti ed in riferimento alle tipologie di prestazioni più richieste, che sono risonanza magnetica, ecografie, doppler, oculistica e mammografia.
 
La presidente Marini ha spiegato che “i medici di medicina generale al 90 per cento rispettano i Rao (Raggruppamenti di attesa omogenea), che distinguono prestazioni di tipo 'U', da fare entro tre giorni, di tipo 'B' (entro 10) e di tipo 'D' (entro 30 giorni), mentre gli specialisti, ad esempio l'ortopedico che richiede una Tac, non fanno altrettanto, anche fra quelli convenzionati”.
 
"Vi sono poi casi - ha aggiunto -, penso alle mammografie, dove si esce anche dai 180 giorni, ma bisogna valutare le varie situazioni: quando non c’è urgenza, oppure la paziente rientra nella fascia di età compresa nello screening, si finisce nella inappropriatezza. Nemmeno il Cup unico regionale riesce a risolvere tutti i problemi, perché non sempre il cittadino accetta la disponibilità anche immediata di un ospedale che non è quello del suo comune di residenza. Quindi, per rendere il sistema più omogeneo - ha concluso la presidente - è stata fissata una riunione con le quattro aziende sanitarie e la predisposizione di un Piano straordinario per abbattere i tempi di attesa che contempli sia gli aspetti relativi alla salute che quelli delle priorità di urgenza che si trovano al di fuori del sistema di emergenza-urgenza e del pronto soccorso”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA