quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 05 AGOSTO 2014
Test Medicina. Ricorsi anticamera del precariato e della disoccupazione

Sfruttando l’ennesimo errore di sistema, alcuni di questi ricorsi vengono accolti, con la conseguenza di aumentare oltre ogni limite il numero degli ammessi. La pletora di studenti in università con mezzi didattici e formativi limitati potrà produrre solo impreparazione ed allungamenti della durata del corso di studi. Potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang per tutti.

Dopo una pausa di alcuni anni, è ripresa l’abitudine tutta italiana dell’accoglimento da parte della giustizia amministrativa dei ricorsi collettivi presentati dai candidati non ammessi a frequentare i corsi di Medicina. Studi specializzati fanno la loro fortuna, economica e professionale, sulle speranze di tanti aspiranti medici. Sfruttando l’ennesimo errore di sistema, alcuni di questi ricorsi vengono accolti, con la conseguenza di aumentare oltre ogni limite il numero degli ammessi, già dilatato dal MIUR al di là di ogni ragionevole previsione di fabbisogno.

E’ bene ricordare che vengono ammessi in sovrannumero non i candidati esclusi piazzati meglio in graduatoria ma quelli ricorrenti, premiando, quindi, la litigiosità giudiziaria e la possibilità economica di ricorrere e non certo il merito.
Andrebbe innanzitutto detto con chiarezza a tutti i ricorrenti che la professione medica è oggi molto diversa da quella da loro sognata, lontana dalla fiction televisiva. Alla fine di un duro percorso di studio, di lunghezza senza eguali, si troveranno stretti tra insufficiente numero di contratti, per le specializzazioni e per la medicina generale, ed un blocco del turn over infinito, premessa per la riduzione definitiva del numero dei medici occupati. Già oggi il SSN funziona grazie a migliaia di medici precari, il cui futuro è tutt’altro che certo, e ad un peggioramento senza precedenti delle condizioni di lavoro.
Entrare a Medicina per merito di una busta socchiusa potrebbe rilevarsi, quindi, un pericoloso boomerang per se e per gli altri.

La pletora di studenti in università con mezzi didattici e formativi limitati potrà produrre solo impreparazione (specie per la parte pratica) ed allungamenti della durata del corso di studi. Dove è finito il rapporto studenti (in crescita) e posti letto (in continua diminuzione)?
La pletora medica diventa, così, l’anticamera del precariato e della disoccupazione!
Ricordiamo che nella prima stesura del Patto per la Salute si prevedeva di assumere i giovani medici con lo stipendio e lo stato giuridico degli infermieri! Tale pericolo è solo per il momento scongiurato, grazie alle proteste dell’ANAAO!
Ovviamente, gli studenti hanno tutto il diritto di rincorrere i propri sogni con ogni mezzo lecito e quindi anche di ricorrere. Dovrebbe essere il Governo, nella persona dei Ministri competenti, a mettere in atto procedure in grado di garantire i presupposti minimi per lo svolgimento regolare di un concorso! Dovremmo pretendere maggiore serietà nelle prove e nei controlli ma il fallimento delle attuali procedure, sempre orfano di responsabilità accertate e sanzionate, non può mettere in discussione la programmazione degli accessi, nell’interesse non solo di chi ha superato negli anni scorsi difficili selezioni, ma anche dello stesso sistema formativo, chiamato ad evitare la produzione di schiere di medici disoccupati od inoccupati.

La modalità di ammissione a quiz è sicuramente perfettibile ed altre soluzioni possono essere adottate per il futuro. Quello che uno Stato non può assolutamente permettere è che il compito di selezionare i meritevoli sia delegato ad avvocati e magistrati amministrativi!
Ai giovani va garantita la consapevolezza del cammino da intraprendere, depurata dai falsi miti, e soprattutto la certezza e la trasparenza dei metodi di selezione. Non è possibile che ad ogni estate si annuncino, magari con un tweet, cambiamenti radicali e che Università e Ministero a tutt’oggi non siano in grado di fare sapere quale sarà la modalità di accesso per il prossimo anno.

Speriamo che prima o poi, anche in questo campo, l’Italia diventi un paese normale.
 
Cosimo Nocera
Responsabile Nazionale Dipartimento Organizzativo Anaao Assomed

© RIPRODUZIONE RISERVATA