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Martedì 09 SETTEMBRE 2014
Fumo passivo. Aiom: “ Otto italiani su dieci non sanno che provoca il cancro”

Ogni anno sono 38mila i nuovi casi di tumore al polmone in Italia e il fumo di sigaretta, proprio o altrui, causa 9 decessi su 10. Solo il 45% degli italiani, però, è disposto a smettere e a cambiare vita. Lo sostiene l’Aiom, cha ha dato il via ad una campagna nazionale con un tour in 8 regioni. 

Gli italiani amano le bionde ma si informano poco sui rischi reali del fumo attivo e passivo: è questo il quadro che emerge dal sondaggio condotto dall’Associazione italiana di oncologia medica appena concluso che ha coinvolto oltre 3mila cittadini. Quasi la metà degli intervistati, il 48%, pensa, infatti, che questo tipo di tumore non si possa prevenire e il 49% dichiara di fumare in presenza di bambini mentre solo il 45% cambierebbe il suo stile di vita per prevenire la neoplasia. I pericoli del fumo passivo riguardano circa il 25% della popolazione italiana, ma 8 cittadini su 10 ignorano che provoca il cancro del polmone. Inoltre il 71% fuma regolarmente in luoghi chiusi, mentre per il 43% smettere con le sigarette non riduce il rischio di sviluppare la malattia.

Numeri davvero preoccupanti per l’Aiom, che chiede di estendere i divieti a tutti i luoghi chiusi e affollati. “Con circa 38mila nuove diagnosi ogni anno nel nostro paese, il tumore del polmone è la terza neoplasia più frequente, dopo quelle al colon retto e al seno – spiega Carmine Pinto, presidente Aiom e direttore di oncologia medica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma – Ma, a differenza di altre, si caratterizza per un forte stigma sociale. Infatti il 59% degli intervistati ritiene che chi è colpito dalla malattia, soprattutto se si tratta di un fumatore, sia colpevole della sua condizione”.
“Ricordiamo che respirare sigarette, proprie e altrui – prosegue Pinto – determina il 90% del totale dei decessi per tumore del polmone. E il fumo passivo è un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilità di sviluppare la malattia. Ma, come risulta dal sondaggio, troppi ignorano le regole fondamentali della prevenzione. Per questo abbiamo deciso di promuovere un progetto nazionale rivolto a cittadini, oncologi e istituzioni”.

L’indagine, fa parte della campagna nazionale di sensibilizzazione sulla patologia, promossa dall’Aiom, con il patrocinio della Fondazione “Insieme contro il Cancro” e dell’associazione dei pazienti “Walce” (Women Against Lung Cancer in Europe).
L’Aiom, però, ha indagato anche fra i propri soci ed è prevista la diffusione in tutti i centri di oncologia della penisola di due opuscoli informativi: uno sui danni del fumo passivo e attivo, da distribuire anche negli ambulatori dei medici di medicina generale, l’altro su come affrontare al meglio questa neoplasia, destinato ai pazienti e ai familiari.
E’ emerso, infatti, che il bisogno di informazione è molto alto: l’89% degli intervistati vorrebbe ricevere maggiori notizie sulla malattia e per il 72% servono più campagne di prevenzione.

“A ottobre – annuncia Pinto – partirà un vero e proprio tour di sensibilizzazione sui danni anche del fumo passivo in otto regioni, rivolto ai cittadini e alle istituzioni. Interverranno oncologi, rappresentanti degli Assessorati regionali alla Sanità e delle associazioni dei pazienti”.
E se per Francesco Cognetti, presidente di Insieme contro il Cancro “sarebbe opportuno estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi o troppo affollati come automobili, spiagge, stadi e parchi”, dal sondaggio realizzato con oltre 850 specialisti e il supporto di Boehringer Ingelheim, è emerso il modo in cui viene affrontata e trattata la patologia.

“Il 78% degli oncologi ritiene che questi pazienti siano colpevolizzati, soprattutto se si tratta di fumatori – spiega ancora il presidente Aiom – Inoltre l’86% afferma che lo stigma può influire negativamente sullo stato di salute complessivo. La probabilità di sviluppare una neoplasia polmonare è infatti 14 volte più alta tra i fumatori rispetto ai non tabagisti. Però è fondamentale – sottolinea – che il malato avverta la comprensione del personale medico e l’affetto dei familiari. Ben il 95% degli oncologi dichiara infatti di rivolgere domande sul possibile stato di disagio interiore”.
Smentita, infine, la convinzione che il tumore al polmone colpisca soprattutto gli uomini. “I nuovi dati – aggiunge Silvia Novello, presidente di Walce – evidenziano una forte crescita anche tra le donne. Il divario tra i due sessi si è ridotto, a causa dell’aumento del consumo di tabacco anche nella popolazione femminile. In base ai dati più recenti dell’Istituto superiore di sanità, i fumatori in Italia sono oltre 11 milioni, di cui 5 rappresentati da donne”. 

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