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Mercoledì 10 SETTEMBRE 2014
Agenas. Bevere in audizione alla Camera: “Con il nuovo Patto riconosciuta centralità dell'Agenzia"

Davanti alla Commissione Affari Sociali il Dg dell’agenzia, Francesco Bevere, audito nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul ruolo, l'assetto e le prospettive di riforma dell'Iss, dell’Aifa e dell’Agenas ha sintetizzato le attività svolte dall’Agenzia alla luce del nuovo Patto per la salute 2014 – 2016 ed ha offerto anche spunti di riflessione sui possibili sviluppi di tali attività. 

Il nuovo Patto per la Salute 2014-2016, la gestione dei rischi nel sistema di governance, il rafforzamento delle attività del Programma nazionale di valutazione degli esiti, la formulazione di linee guida, la formazione manageriale, la cooperazione europea, il coinvolgimento delle Associazioni dei malati e dei cittadini e da ultimo il monitoraggio delle misure di spending review. Queste le modalità operative sulle quali in futuro l’Agenas si dovrà impegnare. A dirlo oggi in Commissione Affari Sociali della Camera, il Direttore generale Francesco Bevere, ha illustrato le attività dell’Agenzia.
 
Dopo aver ricordato brevemente la complessità che ha caratterizzato il biennio 2012 – 2014, in tema di riforme del settore sanitario il Dg è entrato nel merito del nuovo Patto per la salute ricordando che uno degli elementi portanti del documento è “l’appropriatezza”. Che si “declina nella riprogettazione degli standard dell’assistenza ospedaliera, dell’accesso in pronto soccorso e dell’assistenza territoriale, nell’utilizzo delle apparecchiature, nelle procedure per le indagini diagnostiche e dei percorsi diagnostico – terapeutici, nella riorganizzazione del sistema della governancee dei processi organizzativi e gestionali, nel rafforzamento dell’azione di monitoraggio e controllo sui livelli essenziali di assistenza, sulla qualità e sicurezza delle cure, ad ogni livello di erogazione”.
 
Bevere ha quindi spiegato che “il nuovo Patto ha affidato ad Agenas un ruolo privilegiato e rilevante”, aggiungendo che il documento “ci ha indicato gli aspetti, anche indiretti, sui quali è necessario intervenire” e sui quali l’Agenzia “si dovrà impegnare anche attraverso nuove e più̀ incisive modalità operative”.
 
Modalità che il Dg Agenas individua in gestione dei rischi nel sistema di governance, nel rafforzamento delle attività del Programma nazionale di valutazione degli esiti, nella formulazione di linee guida, nella formazione manageriale, la cooperazione europea, nel coinvolgimento delle Associazioni dei malati e dei cittadini e da ultimo nel monitoraggio delle misure di spending review.
 
“Quindi – ha proseguito Bevere – in linea con il nuovo Patto, l’Agenas è chiamata a realizzare questo specifico sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei singoli Sistemi sanitari regionali e delle aziende sanitarie”. Questo significa che l’Agenzia si concentrerà “sui risultati e sulle performance delle organizzazioni sanitarie, al fine di intervenire primache si realizzino le condizioni che impongono l’adozione di misure straordinarie, come già accaduto per le Regioni impegnate nei piani di riorganizzazione e riqualificazione dei servizi sanitari regionali”.
 
“Il patto restituisce un ruolo centrale all’organizzazione sanitaria, e, di conseguenza, alle persone che la compongono. Creare, attraverso Agenas, un sistema in grado di valorizzare l’organizzazione, significa sì concentrarsi sulla performance dell’azienda sanitaria e, quindi, sul risultato in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogatima, prima di ogni cosa, significa valorizzare gli autori di quella performance, ovvero le persone che operano all’interno e per l’organizzazione sanitaria”.
 
Ma per fare questo secondo Bevere occorre “avere il coraggio di rivedere sistematicamente le modalità e le procedure di erogazione dei servizi sanitari e di modificarle se non soddisfano tali presupposti. Vuol dire favorire il confronto e passare dalla cultura della centralità della prestazione a quella della centralità del percorso di cura e, quindi, alla centralità dei bisogni della persona. Porre al centro gli operatori sanitari vuol dire investire sulle persone, riconoscendo che sono il focus principale delle nostre organizzazioni e che qualsiasi miglioramento duraturo della salute passa attraverso investimenti sistematici sul patrimonio intellettuale di cui dispone il nostro Ssn”.
 
La gestione dei rischi nel sistema di governance
“Negli ultimi anni – è il monito di Bevere –, fenomeni di diffusa illegalità hanno messo in crisi i sistemi di monitoraggio e controllo della maggior parte delle aziende sanitarie, che si sono rivelati spesso inadeguati per assicurare una gestione sana, imparziale e trasparente”. Per contrastare i fenomeni di corruzione è necessaria “una radicale rivisitazione dei sistemi di controllo interno delle aziende sanitarie”. E per far ciò l’Agenas proporrà “la sperimentazione di modelli integrati per la gestione dei rischi collegati al governo delle aziende sanitarie, la cui implementazione è tesa a garantire l’adozione di misure idonee a realizzare processi aziendali corretti, con specifico riferimento al raggiungimento degli obiettivi di trasparenza e legalità, anche attraverso il recupero dei valori di integrità e di etica professionale ed aziendale”.
 
“Il monitoraggio ed il controllo di cui si parla – ha riferito il Dg – non è un fatto solo tecnico, ma è un elemento della più generale corporate governance, su cui sempre di più si sta concentrando l’attenzione delle autorità politiche, delle authority, degli amministratori e dei dirigenti”.
 
Rafforzamento delle attività del Piano nazionale esiti
Nel 2010, il Ministero ha affidato ad Agenas lo sviluppo del Programma Nazionale di Valutazione degli esiti. “Ad oggi il piano – ha spiegato bevere – presenta già valutazioni comparative tra tutte le strutture italiane (pubbliche e private) di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure. Le valutazioni non si limitano alla qualità delle cure ospedaliere, ma anche ad interi processi di cura”. E il Pne “contribuisce in maniera importante per tutti i livelli organizzativi al processo di miglioramento continuo dell’assistenza erogata, garantendo la possibilità del confronto nazionale”. “Potremmo dire – ha concluso su questo punto Bevere – che misurare le performance dei sistemi sanitari oggi costituisce un’attività dovuta da parte dei decisori, per orientare le loro politiche e garantire la trasparenza dei risultati ottenuti ai cittadini, nonché vantaggi oggettivi in termini di miglioramento della salute”.
 
Formulazione di linee guida
Al fine di garantire su tutto il territorio nazionale elevati ed omogenei standard assistenziali in termini di qualità, appropriatezza e sicurezza delle cure, l’Agenas, ha riferito Bevere –promuoverà ed agevolerà la realizzazione e sperimentazione di modelli di certificazione delle cure per disciplina specialistica, finalizzati a favorire l’attivazione di nuove reti cliniche di eccellenza. In questo modo sarà possibile agire sempre di più e preventivamente sull’inappropriatezza degli interventi clinici ed assistenziali, nonché sulla qualità e sulla sicurezza degli stessi, in linea con gli scopi specifici del Programma nazionale di valutazione degli esiti, nonché delle direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Europea con riferimento alla sicurezza, alla qualità e alla efficienza dell’assistenza sanitaria e della Direttiva 2011/24/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011 concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza transfrontaliera”.
 
La formazione manageriale
Per il Dg dell’Agenzia è necessario “Un processo generale di riprogettazione del sistema, di riqualificazione e di riorganizzazione in termini di capacità di governo”, ma per fare questo è necessario che “sia realizzata l’alta formazione di coloro che saranno destinati a guidare il cambiamento. Per tale ragione l’Agenas organizzerà, in collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, una specifica sezione per l’alta formazione manageriale in ambito sanitario, che si occupi dei temi specifici del management sanitario e delle politiche della salute”. In questo modo si potranno “individuare e formare, insieme alle Regioni, le professionalità adeguate a gestire le nuove sfide del Ssn” per fare ciò Bever è consapevole che “i cambiamenti in genere richiedono tempo, ma il cambiamento culturale è qualcosa di più e richiede pazienza e determinazione, soprattutto se comporta anche una rieducazione ai comportamenti etici”.
 
La cooperazione internazionale.
“La capacità da parte dell’Agenzia di assicurare un adeguato coordinamento di tutte le attività di cooperazione europea ed internazionale di sua competenza, sarà essenziale nello svolgimento delle sue funzioni, al fine di sviluppare progetti pilota ed attività innovative di chiaro valore aggiuntivo nazionale ed europeo”.  È fondamentale quindi “lo scambio di buone pratiche e di expertise con gli enti omologhi presenti negli altri Stati membri dell’UE e la partecipazione ai progetti condotti in seno alle principali Organizzazioni internazionali, consorzi di ricerca ed ai partenariati europei”.
 
Coinvolgimento delle associazioni dei malati e dei cittadini
 “Alla luce delle attività sopra descritte e degli ulteriori compiti affidati dal nuovo Patto per la salute” obiettivo dell’Agenas è “diventare interlocutore privilegiato anche dei cittadini”, oltre che delle regioni. Promuovere infatti “questo coinvolgimento potrà consentire di valutare compiutamente misure preventive finalizzate alla tutela degli assistiti e ad evitare difformità di accesso e di utilizzo dei servizi sanitari, in particolare per le popolazioni fragili”
 
Il monitoraggio delle misure di revisione della spesa
“Il nuovo Patto – ha concluso Bevere – prevede per l’Agenas uno ruolo specifico nell’attività di monitoraggio sia dell’attuazione del documento stesso, sia delle misure di spending review. Infatti, l'articolo 28 ha previsto l’istituzione, presso l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, di un Tavolo tecnico interistituzionale permanente, cui è affidato il compito di monitoraggio e vigilanza sull’attuazione di tutti i provvedimenti del Patto e su tutte le misure di revisione della spesa sanitaria di cui al programma del governo, con la partecipazione delle Regioni, secondo modalità condivise. Il Tavolo è coordinato dall’Agenas ed è composto da rappresentanti del Ministero della salute, del Ministero dell’economia e delle finanze e delle Regioni e Province Autonome di Trento e di Bolzano”. 

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