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14 SETTEMBRE 2014
Melanoma. Fondazione: “Raddoppiati in 10 anni i casi di tumore. Il 20% sono fra gli under 40”

Nel 2014 i casi di melanoma previsti arriveranno a quota 11mila. Nel 2004 erano seimila. Il 20% dei pazienti ha un’età compresa tra i 15 e i 39 anni, per questo la Fondazione melanoma porterà la prevenzione nelle scuole superiori sotto forma di fumetto. 

Giacomo è un ragazzo a cui è stata diagnosticato il melanoma. Ma, all’interno del suo corpo, che si trasforma nell’immaginaria Derma City, Neo e Melanì vivono le loro avventure mentre l’investigatore T indaga e sconfigge i colpevoli, i geni BRAF e MEK.
Questi sono i personaggi del fumetto dark “Le avventure di Neo”, dalla Fondazione melanoma e dalla Scuola italiana di comix che verrà distribuito fra settembre e ottobre nelle scuole superiori del Mezzogiorno.
Una campagna di sensibilizzazione necessaria visti i dati diffusi dalla fondazione, secondo i quali nel 2014 ci saranno circa 11mila nuovi casi di melanoma, quasi il doppio del 6mila casi diagnosticati nel 2004. E tra le vittime più frequenti di questo tipo di tumore ci sono proprio i giovani, tanto nel 20% dei casi i pazienti hanno un’età compresa tra i 15 e i 39 anni.

“Vogliamo utilizzare nuovi linguaggi per raggiungere tutti i cittadini – spiega Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma – Dopo l’estate diventa ancora più importante controllare i nei. Il melanoma è la seconda più comune diagnosi di tumore nelle donne under 40 e la terza negli uomini in questa fascia di età.
Va ricordato – sottolinea – che le scottature solari gravi, in età infantile e durante l’adolescenza, triplicano il rischio di melanoma in età adulta, ma solo un terzo dei giovani protegge la pelle dall’esposizione eccessiva ai raggi UV.
Grazie alle campagne di sensibilizzazione condotte anche dalla nostra Fondazione, oggi in sette casi su dieci la malattia è individuata in fase iniziale. In autunno infatti registriamo un aumento delle visite nei nostri ambulatori per il controllo dei segni sospetti sulla pelle”.

“La buona informazione – aggiunge Nicola Mozzillo, direttore del Dipartimento melanoma, tessuti molli, muscolo-scheletrico e testa-collo dell’istituto Pascale di Napoli – è alla base della diagnosi precoce, che consente la guarigione in più del 90% dei casi, perché il melanoma scrive la sua diagnosi sulla pelle con il proprio inchiostro”.

“Sul fronte delle terapie – continua Gennaro Ciliberto, direttore scientifico del Pascale – sono decisivi i passi in avanti compiuti negli ultimi anni. Oggi sono disponibili diverse molecole rivoluzionarie in grado di cambiare la storia della malattia, a partire da ipilimumab, che agisce attraverso l’attivazione delle difese immunitarie contro il cancro. Nel 50% dei casi – spiega – è presente la mutazione di una proteina, l’oncogene BRAF V600, che svolge un ruolo chiave nello sviluppo del tumore. Gli inibitori di BRAF V600, vemurafenib e dabrafenib, costituiscono le prime forme di terapia personalizzata attive nei pazienti con questa mutazione genetica. Inoltre – conclude – sono in fase di sperimentazione avanzata altre molecole, come gli inibitori di un’altra proteina chiamata MEK in combinazione con gli inibitori di BRAF, e altri anticorpi immunomodulanti con meccanismi di azione complementari all’ipilimumab”.
 
“Va ribadita con forza l’estrema pericolosità delle lampade solari – aggiunge Tonino Pedicini, direttore generale del Pascale – Troppe persone utilizzano ancora queste apparecchiature. Un recente studio pubblicato dal Journal of the american academy of dermatology dell’università di Ottawa ha sottolineato che il rischio associato anche a una singola esposizione aumenta in media del 16%. Se si superano le 10 sedute, si arriva addirittura a un + 34%. Il ministero della Salute ha vietato l’uso di queste apparecchiature agli under 18. Non esistono lampade solari sicure”.

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