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Lunedì 29 SETTEMBRE 2014
Riforma del lavoro. Renzi: "Sono disponibile al confronto con i sindacati"

L'apertura del premier è arrivata nel corso della direzione Pd sul jobs act. Ribadite comunque le convinzioni espresse negli ultimi giorni. "A chi mi dice che eliminando l'articolo 18 togliamo un diritto costituzionale, rispondo che il diritto costituzionale non sta nell'articolo 18, ma nell'avere almeno un lavoro".

"Vi propongo di votare con chiarezza al termine della direzione un documento che segni il cammino del Pd sui temi del lavoro e ci consenta di superare alcuni tabù che ci hanno caratterizzato in questi anni". E’ la strada indicata dal premier Matteo Renzi, che ha aperto la direzione del Pd sul jobs act.

La novità più importante ha riguardato l'apertura verso i sindacati: “Sono disponibile a confrontarmi con loro a Palazzo Chigi – ha annunciato - Li sfido su tre punti: una legge sulla rappresentanza sindacale, la contrattazione di secondo livello e il salario minimo". Rispetto alle polemiche relative all’articolo 18, Renzi ha sottolineato che “riformare il diritto del lavoro è sacrosanto. E a chi mi dice che eliminando l'articolo 18 togliamo un diritto costituzionale, rispondo che il diritto costituzionale non sta nell'articolo 18, ma nell'avere almeno un lavoro.  Se fosse l'art.18 il riferimento costituzionale allora perché per 44 anni c'è stata differenza tra aziende con 15 dipendenti o di più?".

Entrando nel merito della riforma, ha osservato che l'attuale sistema del reintegro va superato, “certo lasciandolo per discriminatorio e disciplinare. Quello che vi propongo è di cambiare. Questa riforma è di sinistra, se la sinistra serve a difendere i lavoratori e non i totem. Se serve a difendere il futuro, e non il passato. Se serve a difendere tutti, non qualcuno già garantito".

Uno dei più critici rispetto al modello indicato dal premier, Gianni Cuperlo, ha auspicato una mediazione. “Matteo io voglio il bene del paese come lo vuoi tu. Riconosco il tuo primato, quello politico e quello elettorale. Sei il segretario del mio partito e il premier legittimato. Tu non sei la reincarnazione della signora Thatcher. Ma non c'è nemmeno un dominus, nel Pd non può esserci. Dovresti raccogliere la domanda che viene dal tuo partito di continuare a cercare una soluzione più efficace, più convincente. Cosa che quando sono entrato qui stasera, non mi sembrava".
 

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