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Martedì 30 SETTEMBRE 2014
Una mela al giorno toglie il dietologo di torno

Stando ai risultati di uno studio di prossima pubblicazione su Food Chemistry, i composti non digeribili contenuti nelle mele, in particolare nelle Granny Smith, sarebbero in grado di selezionare dei ceppi batterici anti-obesità e anti-infiammazione nel microbioma intestinale

E’ rotonda, verde brillante, croccante ed è il nuovo alleato anti-obesità. Sono le mele Granny Smith, che secondo una ricerca pubblicata sul numero di ottobre di Food Chemistry, favorirebbero la crescita di batteri ‘amici’ nel microbioma intestinale; un effetto dovuto al loro elevato contenuto di composti non digeribili, tra i quali fibre dietetiche e polifenoli, e al loro basso contenuto di carboidrati.
 
Caratteristiche queste pressoché esclusive delle Granny Smith, non riscontrate in altri tipi di mele, assicurano i ricercatori americani. Nello studio sono state infatti testate anche le mele Fuji, le Gala, le Golden, le McIntosh e le Rosse Deliziose, ma tutte presentano un contenuto decisamente inferiore di sostanze non digeribili, rispetto alle ‘verdi’.
 
In uno studio condotto sui topi, la somministrazione di mele Granny Smith ha trasformato il microbioma dei topi obesi in uno simile a quello tipico dei topini normopeso.
“E’ noto – spiega Giuliana Noratto della Washington University - che la composizione qualitativa del microbioma nei soggetti obesi è alterata e questo porta alla formazione di prodotti del metabolismo microbico in grado di provocare un’infiammazione persistente di basso grado e di influenzare la comparsa di disturbi del metabolismo associati all’obesità. E’ proprio il cibo che consumiamo infatti a determinare l’equilibrio del microbioma intestinale. Ristabilire un corretto bilancio batterico nel colon, aiuta a stabilizzare i processi metabolici che influenzano l’infiammazione e persino la sensazione di sazietà”.
 
Maria Rita Montebelli

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