quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 14 OTTOBRE 2014
Ginecologia oncologica. Approvata in Affari Sociali risoluzione di Fucci (FI) per rafforzare la formazione

Il testo, votato all'unanimità e frutto di una condivisione con le società scientifiche, attiva il governo affinché si impegni ad effettuare un attento monitoraggio sul tema della formazione e della ricerca, istituendo presso le università o aziende ospedaliere specifici percorsi. LA RISOLUZIONE

Attivare il governo per favorire l’attivazione presso le università o aziende ospedaliere “di percorsi formativi in ginecologia oncologica e per valutare possibili interventi di competenza volti a rendere l’ordinamento didattico della Scuola di specializzazione in ginecologia ed ostetricia congruente sia con i mutati bisogni di salute della popolazione femminile sia con lo sviluppo delle conoscenze, competenze e tecnologie in oncoginecologia". Con queste parole Benedetto Fucci, capogruppo di Forza Italia nella Affari Sociali della Camera, ha spiegato il senso di una sua risoluzione in materia di ginecologia oncologica approvata oggi all'unanimità in Commissione. Il testo è il frutto di una condivisione con le società scientifiche.

Il governo si impegna così a ad effettuare un attento monitoraggio sui risultati della qualità della formazione anche con riguardo a specifiche competenze nel campo della ginecologia-oncologica, con specifico riferimento al tema della formazione e a quello ad esso collegata della ricerca. Verranno quindi garantite tutte le iniziative di competenza per favorire l’attivazione presso le università o aziende ospedaliere di percorsi formativi in ginecologia oncologica.

"I tumori ginecologici rappresentano una delle principali cause di mortalità femminile e sono un problema sensibile sia per le pazienti che per la responsabilità professionale degli operatori sanitari. Infatti otto diagnosi di tumore all’ovaio su dieci - aggiunge Fucci - giungono quando il cancro è ormai in fase avanzata. In tali casi la sopravvivenza delle pazienti è in media solo del 30 per cento, mentre tale dato si inverte radicalmente se la malattia viene diagnosticata in tempo. Alla luce di questi dati ritengo che oggi dalla Camera sia giunto un segnale che va davvero nella giusta direzione".
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA