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Lunedì 27 OTTOBRE 2014
Smi. Il nuovo segretario Onotri fissa le priorità: contratto unico e riorganizzazione cure primarie

Il nuovo modello contrattuale dovrebbe "coniugare maggiore flessibilità e maggiori garanzie, puntando  all’omogeneizzazione delle tutele". A livello organizzativo, suggerisce Onotri, "basta con la de-medicalizzazione e privatizzazione del 118, come sta avvenendo in molte regioni".

All’indomani delle quattro giornate che hanno animato il congresso dello Smi, Pina Onotri, nuovo segretario generale, già responsabile del settore della Continuità assistenziale, medico di famiglia (esercita a Roma) con una lunga esperienza nella guardia medica, ha tracciato un bilancio fortemente positivo dell'assise romana.

“Il sindacato ha puntato sul binomio rinnovamento e continuità, rinnovamento con la mia elezione a segretario generale, continuità nella proposta politico-sindacale. Con una premessa, correggere le storture derivanti dalla riforma del Titolo V e le fughe in avanti del Regionalismo, ma anche con precise priorità: contratto unico per tutti i medici, basta con la frattura tra garantiti e non. Il contratto unico, come lo abbiamo immaginato, coniuga maggiore flessibilità a maggiori garanzie, uno strumento che punti all’omogeneizzazione delle tutele e che consenta di superare l’attuale dilagare del precariato e dei contratti atipici della dirigenza; ma anche il precariato dei rapporti di lavoro a tempo determinato e a orario ridotto nella convenzione”.

Bisogna quindi puntare sulla riorganizzazione delle cure primarie, “avendo come asse centrale il ruolo (e accesso) unico, insieme al tempo pieno e alle tutele, ma anche alla valorizzazione dell’emergenza-urgenza, nonché di tutte le professionalità operanti sul territorio. E basta con la de-medicalizzazione e privatizzazione del 118, come sta avvenendo (o si è in procinto di fare) in molte regioni (tra queste Toscana e Lazio). Ridiamo ossigeno ed energia ai nostri ospedali, asfissiati da turni massacranti, dal taglio dei posti letto, dal blocco dei contratti e del turn over”.

Altro aspetto essenziale riguarda la necessità di “ritrovare unità nella categoria, avere una voce unica per avviare la necessaria riforma del Ssn, superando la legge Balduzzi, perché inefficace, e intervenendo sul vero nodo da aggredire: la mutata domanda di salute, l'invecchiamento della popolazione e, quindi, il problema della cronicità. Dobbiamo dare risposte credibili e darle presto, per tutelare davvero il diritto alla salute dei cittadini”.

“Siamo in un momento storico delicato – conclude - in cui c’è una forte volontà politica di svalutare il lavoro e un attentato ai valori fondanti della nostra società, di cui la sanità è uno dei pilastri fondamentali. Per tale ragione, è questo il momento di fare più sindacato, recuperando la “mission” che ci contraddistingue: difesa della sostenibilità del sistema e dei diritti di chi ci lavora”.
 

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