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Mercoledì 29 OTTOBRE 2014
Calabria pioniera per modello nazionale di Risk Management

Fedesanità Anci, insieme alla Regione Calabria, l’Università Magna Grecia di Catanzaro,la Fondazione Umg e Agenas hanno  presentato un progetto che si propone di diffondere la cultura della gestione del rischio tra i personale sanitario e, nello stesso tempo, creare nuove figure professionali. L’obiettivo è quello di ridurre la spesa e impedire la migrazione sanitaria.

Federsanità Anci insieme alla Regione Calabria, l’Università Magna Grecia di Catanzaro,la Fondazione Umg e Agenas presentano il progetto “Sviluppo formativo e sperimentazione di un modello per l’autovalutazione, la valutazione esterna ed il miglioramento della sicurezza delle strutture sanitarie della regione Calabria” che si propone di diffondere la cultura della gestione del rischio tra i personale sanitario e, nello stesso tempo, creare nuove figure professionali che garantiscano l’applicazione delle norme di legge sul Risk Management. L’obiettivo è quello di ridurre la spesa, facendo risparmiare i cittadini calabresi, e impedire la migrazione sanitaria.
 
Grande investimento da parte dell’Assessorato al lavoro della Regione Calabria che, per realizzare il progetto, investirà circa un milione e 500 mila euro, necessari a formare nell’arco di due anni 400 dipendenti.
 “Al termine del percorso – ha spiegato durante la conferenza stampa Enzo Chilelli, Direttore Generale di Federsanità Anci – il progetto avrà consentito di avere la fotografia del rischio sull’intera rete delle strutture ospedaliere pubbliche della Regione Calabria. Lo scopo è quello di creare, attraverso progetti come quello che svilupperemo in Calabria e che è già stato ultimato in Molise, un modello italiano di gestione del rischio nelle strutture ospedaliere che venga applicato ad ogni azienda ed ospedale del territorio nazionale”.

La puntuale applicazione del progetto permetterà di ottenere un risparmio tra il 10 e il 15 per cento stimato dalle assicurazioni, ma anche la possibilità di raggiungere i livelli di qualità richiesti dal Piano di Rientro, in modo da sbloccare alcuni fondi e da ridurre la migrazione sanitaria. 

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