quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 05 NOVEMBRE 2014
Le diseguaglianze sanitarie in Europa e la posizione critica dell'Italia

In Italia il blocco del turnover, il precariato, la mancanza di una vera politica di formazione professionale continua, la forte difficoltà a raggiungere una vera autonomia professionale, la struttura ottusamente burocratica, lo spreco di risorse sotto forma di inefficienze amministrative, quando non corruttive, spiegano una perdita di quota nella classifica dei sistemi sanitari. 

Si è svolto recentemente, a Bruxelles, un convegno organizzato dall’EPHA (European Public Health Alliance) che ha affrontato il problema delle disuguaglianze dei sistemi sanitari nei diversi Stati Membri della Unione Europea. Come Presidente della FEMS, ho sostenuto che queste disuguaglianze comprendono gravi disuguaglianze nelle condizioni di lavoro dei medici e dei dipendenti dei Servizi Sanitari Nazionali. Disuguaglianze non solo salariali, che ci sono, e notevolissime, ma anche di condizioni di lavoro dovute a gravi difetti organizzativi. Concetto che è stato condiviso anche dal nuovo Commissario Europeo alla Sanità, dott. Andriukaitis, presente al convegno.

Il panorama del futuro dell’assistenza sanitaria in Europa è piuttosto complesso. La forza lavoro in campo sanitario, pur essendo, numericamente, molto significativa, con prospettive di aumento delle necessità assistenziali in tutta Europa, legate alla prevista crescita dell’attesa di vita dei cittadini europei, per diversi motivi, è previsto che vada verso una grave diminuzione. Per il 2020 la Commissione Europea stima che il personale sanitario disponibile sarà del 13% inferiore alle necessità (la carenza è equamente distribuita fra medici, dentisti e personale infermieristico).

Leggi l'articolo integrale

 
Enrico Reginato (Presidente Fems)
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA